La libreria di Iaia, ovvero dove chiacchieriamo insieme di libri di cucina, è una delle rubriche più seguite del Blog da quando esiste; suppongo dal 2011 o giù di lì. Non ne ho scritto molto a riguardo perché volevo farlo proprio in questo periodo quando si è a caccia di idee per regali e pensieri. Voglio cominciare con il dirti che oggi ti parlerò di un libro davvero speciale ma di un altro ne ho parlato giusto qualche giorno fa su RunLovers, ovvero di Tutto in un piatto; che se hai voglia di piatti davvero sfiziosi, bilanciati e buonissimi non devi assolutamente perderti.
Nella copertina di questo libro, Simple di Diana Henry Piatti semplici grandi sapori- c’è un tondino come se fatto con photoshop togliendo l’opacità che recita:
“È tutto quello che cerco in un libro di cucina” firmato Nigella Lawson.
Credo che già basti a dire non dico tutto ma quasi. Se non ti avessi convinto con queste tre parole basterà dire solo Guido Tommasi Editore, che senza ombra di dubbio alcuno è in assoluto l’editore che ha sfornato più meraviglie in campo Food in questi anni. Nigella nel retro copertina continua sostenendo “Ispirazione, compagnia, intelligente e ottimo cibo che mette di buon umore. E per di più Diana scrive in modo magnifico”. A far compagnia alle parole di Nigella c’è un altro pilastro incredibile di cui ha parlato svariate volte, ovvero Yotam Ottolenghi “Tutto quello che Diana Henry cucina mi viene voglia di mangiarlo” e onestamente se lo dice lui -uno dei re indiscussi delle narrazioni sul cibo- chi siamo noi per sostenere minimamente il contrario?
Diana è amatissima e tiene una rubrica settimale al Sunday Telegraph. Giornalista e scrittrice ha vinto numerosi premi e ha un sito molto bello e curato: dianahenry.co.uk. E se posso permettermi ha pure quella faccetta dolce e simpatica che ti vien voglia subito di abbracciarla. Ne ha sfornate di prelibatezze e di libri ma oggi ti parlo di questo ricco di idee geniali facili e veloci e che ti faranno amare libro proprio per questo. Cucinerai pietanze e potrai rielaborarle con ingredienti facilmente reperibili. Ma non intendo in giro. Intendo a casa.
Suddiviso il libro in: uova, insalate, pane tostato, legumi, pasta e cereali, pesce, arrosti, braciole e salsicce, pollo, verdure, dolci di frutta, alre dolcezze, guida agli acquisti fa capire al lettore che ce ne è per tutti i gusti. Non è un libro monotematico che si incentra su un mood preciso; o per meglio dire l’unico mood e parola d’ordine è: SIMPLE. Semplicità. Una parola tanto bella quanto complessa nell’attuazione. Diana comincia con il metodo che mi piace di più “pane pane e al vino al vino”. Io sono molto più complicata e contorta anche quando devo spiegare come si fa un uovo fritto. Lei mi piace perché è l’opposto: incisa e diretta, bon. Racconta in poche righe dell’introduzione tantissimo e in poche righe si fa amare. Racconta pure di quanto poco fosse equipaggiata prima la sua cucina e quanto non conti niente dire “ricetta per quattro persone”. Mi sono sentita finalmente compresa. Perché seriamente: come si fa a stabilire l’appetito delle persone seppur orientitivamente? Le persone dovrebbero orientativamente valutare le quantità. Ecco: compresa. E solo per questo -e tanto altro- grazie Diana. La prima ricetta è il Donburi, piatto giapponese semplicissimo che dice di aver rubato a Nobu -ho parlato fino allo sfinimento del mio amore per Nobu- e reso più semplice. Ora seriamente: Nigella dice che è bello, Yotam ha fame e in più “ruba” a Nobu con il suo consenso e lo rende più facile? Ho amato Diane già dalle prime righe insomma. Uova alla persiana con datteri e peperoncino, Huevos Rotos che significa uova rotte un piatto che conquista sempre economico e perfetto con una birra fredda e quattro amici davanti la tv. Oppure a casa. È proprio questo che ti rievocano i piatti di Diana.
Pensi a momenti estremi di comfort food e affetti. Ho scoperto delle cose interessanti sulle uova perché Diana scrive poche righe prima della ricetta ma in quelle striminzite lettere si trovano perle. Ecco cosa intendeva Nigella. Scrive davvero benissimo Diane e, come dicevo, ti fa innamorare con la schiettezza e semplicità. Il titolo è talmente azzeccato e pertinente che quasi non ci si crede. Burrata con agrumi finocchio e olive, braciole di maiale con senape e capperi, riso pilaf con gamberi finocchio pomodoro e menta, orata ripiena di noci e chicco di melagrana (la farò a breve), zucca e funghi allo zenzero e miso con sesamo nero, patate arrosto con peperoncino menta e limoni confit, frutta al forno con marmellata e panna alcolica all’arancia, St clements posset al rosmarino con more.
Se dovessi mai trovare un difetto, secondo la mia umile opinione, non ci sarebbe ma se proprio fossi costretta costretta costretta (almeno tre volte costretta) sarebbero le foto. Mi spiego meglio o ci provo. Sono molto belle. Magari la carta non essendo fotografica ma più ruvida -che mi piace e molto- dona una certa “opacità” e forse saturazione che per mio -e sottolineo mio- gusto personale non mi fa urlare o emettere gridolini di piacere.
Beh. Semplicità. Si rischia di essere ripetitivi ma mai come in questa occasione un titolo è stato più azzeccato. Amo molto i piatti, che ricordano paesi lontani. Le stoviglie sbeccate, i legni grezzi e i canovacci non stirati. Amo l’effetto legno che percepisci passando la mano sulla copertina. Ti dà una sensazione di tridimensionale. Come se stessi toccando davvero il tavolo dove sono poggiate le braciole. Il prezzo è altino e rientra nella categoria sicuramente della fascia medio-altina dei libri food in quanto si aggira intorno ai 30 euro ma. Ci sarà pure semplicità in tutto ma non di contenuto. È sicuramente un investimento. Un libro che non sfoglierai solo una volta ma che ti ritroverai in tantissime occasioni della tua vita. Un libro che ti farà innamorare e che terrai sempre accanto.
Diventerà tuo e lo rielaborerai. E con semplicità ti darà l’occasione di fare sempre meglio.
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