Talasso Scrub e Olio rassodante sotto la doccia

Se mi leggi da un po’ e conosci la mia storia sai che dopo aver perso ottanta chili -e non aver ancora fatto nessuna operazione ricostruttiva- la mia pelle non potrà di certo essere “perfetta”, giusto per usare un eufemismo. Per quanto qualcuno voglia ancora farci credere che lo sport e la cura del corpo siano le uniche vere soluzioni, in alcuni casi ahimè è necessariamente intervenire chirurgicamente; perché d’accordo il riassorbimento e tutto ma non basta. Non lo dico io ma chi ha una laurea in medicina e non per forza -ti assicuro- ha questa voglia di operarti. Ci sono dottori molto scrupolosi e non solo ciarlatani che gonfiano e sgonfiano a seconda delle mode. Io, per esempio, mi sono rivolta a un luminare della chirurgia estetica ricostruttiva e se non ho ancora provveduto è stato per un susseguirsi di problematiche personali. È comunque mia intenzione procedere all’intervento in tempi brevi.

Questo piccolo preambolo per dire che, negli anni più volte e in modo molto educato, mi è stato chiesto che tipo di prodotti usassi per “tamponare” la situazione. Adesso che esiste la Cura sono felice di chiacchierare, senza alcun problema, anche riguardo questo. Sono onesta nel dirti che non ho provato tantissime cose, proprio perché conscia del fatto che sì la corsa mi avrebbe aiutato, sì l’alimentazione sana mi avrebbe salvato, ma ottanta chili persi lasciano volente o nolente della pelle in eccesso. E anche tanta. Non credere mai a chi ti dice il contrario, ti prego. Non bastano addominali, corse, scrub al caffè e programmi mirati. Non bastano i massaggi. Occorre l’intervento di un medico nella stragrande maggioranza dei casi. E io sì, sono in quella maggioranza e non nel gruppetto dei miracolati, perché solo così si possono catalogare.

 

Chiacchiero oggi riguardo questi due prodotti ricordandoti sempre che le mie sono chiacchierate e MAI collaborazioni; nel caso in cui dovesse essere -nonostante sinora mi sia sempre rifiutata- ci sarebbe un titolo glitterato con font 120 e un AD lampeggiante, giusto per essere precisi. Sono affezionata a questi due prodotti non perché abbiano minimamente inciso sullo stato di elasticità della mia pelle, perché ribadisco dopo l’ingente perdita di peso è impossibile aspettarsi qualcosa di diverso che non sia semplicemente una piccola miglioria. Va dato però un incredibile merito, soprattutto al Talasso scrub, ed è quello di donare una palpabilissima lucentezza e morbidezza che con altri prodotti non ho ottenuto. Ce ne sono diversi: esfolianti con spezie e oli essenziali, scrub illuminanti con sali esfolianti ed estratti di limone e poi questo sale esfoliante rigenerante con oli essenziali, fiori d’arancio e agrumi di Sicilia (avrà inciso questo * risatina isterica*). Promette di rivitalizzare (e lo fa), sfogliare e rinnovare (lo fa) e combattere l’invecchiamento prevenendo la formazione di macchie (non so se lo fa perché sono giovane e non ho macchie. Ok, una delle due potrebbe essere falsa).

(non ho macchie)

Un bel barattolone da 700 grammi che uso due volte alla settimana ma anche una, dipende dal periodo; non mi arrosso nonostante la mia pelle diafana e delicatissima. È molto dolce di suo ma io cerco sempre di massaggiare con estrema delicatezza. Lo uso maggiormente sulle gambe prima dell’olio rassodante, che vedi sempre fotografato, e che nel mio caso specifico svolge più una funzione “apparentemente rassodante” ma è già tanto. Il risultato è davvero una pelle apparentemente “perfetta”. Perché qui quando si scrive di queste determinate cose le virgolette non bastano. Tutto va sempre contestualizzato all’età, alla genetica soprattutto diciamolo, al vissuto del corpo, allo stile di vita, all’alimentazione e una serie di concause infinite. Sembra un’ovvietà ma un prodotto specifico come questo può essere altamente deludente o l’esatto contrario. Da parte mia posso dire che è una via di mezzo e che essendomi affezionata è entrato a buon diritto nella mia routine per quanto concerne il momento della doccia. Amo variare e provare sempre prodotti diversi sì, ma quelli che trovano spazio nel mio cuore onestamente è difficile che riescano ad andare via. Se ne parlo è proprio questo il caso.

Non significa che non parlerò dei prodotti che mi hanno deluso, inciso. Fermo restando che non mi piace “bocciare” o “promuovere” qualcosa. Non è una questione meramente di gusto ma di contestualizzazione.

(sono un’antipatica precisina a volte, lo so)

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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