Ricette Vegetariane e Vegane

Kanelbullar per colazione, grazie.

Meno venti al Natale.

Quest’anno mi sono interessata, come mai avevo fatto, a San Nicola. Il papà di Pier si chiamava Nicola.

San Nicola di Myra, vescovo, ha dato origine alla tradizionale figura di Babbo Natale, che è un personaggio certamente noto al di là del mondo cristiano. Il papà di Babbo Natale, se non Babbo Natale stesso a ben pensarci, è conservato proprio qui in Italia tra Bari e Venezia. Distribuiva cibo e doni ai meno fortunati e aveva una folta e lunga barba. Con un bastone pastorale, suo emblema, simbolo del vescovado e tre sacchetti di monete. Si mischiano tradizioni, culture e leggende sino ad arrivare al più noto Santa Claus, comune nel mondo anglosassone e nel folklore popolare. La creazione di Babbo Natale studiata a tavolino per i più piccini è vera sì (quanto è triste scriverlo?). C’entra pure la Coca Cola sì. Eppure la magia di questa figura affonda in qualcosa di più profondo ed è sempre molto toccante ricordarlo. Anime che dedicano la vita agli altri; che adesso con questo cinismo, sarcasmo e velocità tra un click e l’altro può pure essere ai limiti del patetico ma io l’emozione la sento. Il mio cuore reagisce e tanto basta per essere felice. Sarà sciocco per alcuni, lo so, ma non per me.

A proposito di tradizioni nordeuropee: ma i Kanelbullar? Vogliamo non farli? Sono praticamente un obbligo e conquisteranno tutti. Puoi prepararli con netto anticipo per le colazioni speciali del Natale, magari decidendo di surgelarli. Dolci nati in Svezia e conosciuti in tutto il mondo. Con zuccherini sopra o lamelle di mandorle -o senza niente come nel mio caso- vengono tradizionalmente consumati nella fika, la tradizionale pausa caffè con il dolce. È un verbo svedese, fika, e significa letteralmente “uscire a bere caffè”, sottotitolo: con un dolcetto accanto. Ecco quel dolcetto nella stragrande maggioranza dei casi è proprio questa delizia.

Curiosità

  • La teiera stupenda che vedi in foto è un prezioso regalo del mio amico Seby che l’ha acquistata all’Expo di Milano per me
  • L’alzata è in argento ed è un regalo della mia mammina

La Ricetta

Per 10 Kanelbullar circa

  • 500 grammi di farina bianca
  • 25 grammi di lievito di birra
  • 250 ml di latte intero
  • 30 grammi di zucchero bianco
  • 80 grammi di burro
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaino di cardamamo in polvere e qualche chiodo di garofano sbriciolato
  • due uova piccole sbattute

Il ripieno:

  • 90 grammi di burro
  • 1 cucchiaio di cannella
  • 1 cucchiaino di vaniglia Bourbon o in polvere
  • 100 grammi di zucchero
  • un pizzico di sale

Il latte devi scaldarlo leggermente ma deve essere più che altro tiepido. Una volta fatta l’operazione aggiungi il lievito di birra sbriciolato con le mani. Aspetta 30 minuti e nel frattempo tira fuori il burro dal frigo in modo che sia a pomata, ovvero molto cremoso. Mescola 450 grammi di farina con il sale e lespezie e con l’aiuto dell’impastatrice lavora il latte con il lievito insieme alla farina che aggiungerai poco per volta. L’impasto risulterà molto appiccicoso ma non preoccuparti. Copri direttamente il recipiente del robot da cucina con la pellicola e lascia riposare per un’ora al caldo. Nel frattempo prepara il ripieno con gli ingredienti lavorando bene il burro (del ripieno) a temperatura ambiente e magari assaggiando in modo da poter aggiustare di spezie. Tieni il ripieno sempre in luogo fresco e asciutto. Quando ha finito di lievitare procedi all’intreccio. Infarina il piano e stendi con un matterello. Forma un rettangolo e metti lungo tutta la superficie -tranne i laterali troppo vicini al bordo- il ripieno. Piega la pasta e ripiegala su se stessa. Adesso decidi tu come attorcigliare i tuoi Kanelbullar.

Io ti consiglio di fare un giro su Youtube perché ci sono diversi video di intreccio al riguardo. Mi sono fustigata per essermi dimenticata di farlo (ma lo farò). Puoi pure fare delle bellissime trecce o arrotola diverse striscette e poi chiudi a ciambella. Posiziona per bene le tue meraviglie distanziandole un pochino sulla teglia e con l’uovo sbattuto spennella per bene la superficie. Lasciale lievitare ancora 40 minuti almeno e poi a 190 già caldo cuoci per 14-16 minuti fin quando sono dorate. In molti spennellano con lo sciroppo d’acero leggermente intiepidito ma se non lo hai sai che va bene anche un pochino di miele? Il gusto sarà diverso certamente ma con la cannella sta benissimo.

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5 COMMENTS

  1. Mi sono innamorata della teiera…lo ammetto io non ho mai creduto a Babbo NAtale ma non ho neanche mai fatto la spia con gli altri bambini….questi dolcetti sembrano super buonissimi!!!

  2. ma quanto sono invitanti!!Quei intrecci però non so se mi verrebbero bene uguali, cioè io ci provo sempre ma vengono fuori forme indefinibili ?

  3. Ciao Iaia! Sembrano buonissimi! Li proverò non appena mi passerà la bruttissima febbre che mi perseguita ormai da due giorni! Ufffff. Nel frattempo ti mando un super bacio (malaticcio, ahimè)! A presto 🙂

  4. Premetto che sono a dieta e non mi faccio tentare ma non posso non fare questa splendida ricetta con la scusa di farle a mio marito è alle mie figlie magari uno scappa. Volevo chiederti ma se ometto la cannella el chiodo di garofano se gli metto le scorzette di arance diventano ancora più magici. Dimagranti ….scherzo…..sei dolcissima come scrivi mi tieni molta compagnia e mi fai sentire aria di natale. Teiera strepitosa.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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