Ricette Vegetariane e Vegane

Ma quanto è buona la pasta con i cavolfiori?

Se mi conosci anche poco sai che non amo particolarmente la pasta. Leggi: detesto la pasta e non capisco come possa piacere; però ho imparato a espormi in modo pacato e moderato, riguardo l’argomento, perché dopo la mia asserzione sto sei ore- se tutto va bene- a giustificarmi per via del sonoro malcontento generale. Altro discorso per la pastina, che sì la mangio una volta l’anno o forse meno ma quella per me ha un sapore e significato a parte. Negli ultimi tempi con la mia piccola rieducazione alimentare (AGAIN-scritto maiuscolo lampeggiante) mamma e il Torinese hanno cercato di convincermi che fosse giunta l’ora di riprovarci. Di dare una chance alla mia nemica giurata insieme alla pizza. Sì, perché il malcontento di cui ti parlavo si amplifica all’ennesima potenza quando Pier, per attirare ancora più antipatia nei miei riguardi, sottolinea “E non le piace neanche la pizza!”. E sotto si sente un rumoroso ronzio di: ohhhhh. Noooo. Noncicredononèpossibile.Noooo. Uhhh. Buhhhhh.

Che mai ci sarà di strano? Dove è scritto che pizza e pasta debbano piacere? (non rispondermi, sono sarcastica. Hai ragione tu ma non farmela pesare) Sono più da tonnellate di riso e dolcini di ogni tipo e sorta che vengono dopo il Dio cioccolato (con l’intolleranza al nichel che mi è stata appena diagnosticata pensa la mia felicità). Perché ti sto annoiando? Perché ho una notizia sensazionale da darti; che non te ne importi nulla è un altro discorso. Ho scoperto alla mia veneranda età che esiste al mondo una pasta interessante e degna di nota: la pasta con i cavolfiori. Mamma mia che bontà!

Mamma e Nippotorinese sconvolti dall’evento. Ho pensato addirittura di fare il bis. La cosa scioccante -siediti se sei in piedi- è che l’ho preparata io sotto istruzioni telefoniche di mamma e con tanta improvvisazione. E, ritorniamo all’inizio, se mi leggi e mi conosci anche poco sai che questa atavica antipatia nei confronti della pasta è assolutamente reciproca. Lei non vuole essere in alcun modo cucinata da me. Io sto alla pasta come il formaggio grattugiato sta su un’orata al cartoccio (e se metti il formaggio sul pesce non sei amico mio, non dimenticarlo).

che di certo è più digeribile e leggera per chi ha problemi con il lattosio (sottotitolo: come me. Oh! ce le ho tutte io, incredibile!).

La Ricetta

Senza grammi, pesi e cose precise perché proprio non saprei. Però, ecco, la prima volta mi ha fatto innamorare quando ho fatto una sorta di cavolfiori affogati alla sicula ovvero lasciando cuocere pochissima cipolla tritata finissimamente con pezzi di cavolfiore e olive nere siciliane, quelle tonde enormi e succose. In teoria si sfuma con il vino bianco ma questo passaggio l’ho saltato e ho allungato con pochissima acqua fino a quando tutto era ben cotto e rimasto croccante. Cotto la pasta e scolata (e anche qui faccio pasticci te lo dico). E mischiato tutto. La pasta l’ho scolata in pratica a metà cottura. Riuniti pasta e condimento nella padella allungando con poca acqua di cottura, ho trasferito tutto nella teglia come si fa nella pasta al forno con pezzi di provola e via. A 200 fino  formare la crosticina e poi in tavola. Però come ti anticipavo, davvero, è buonissima in tutti i modi. Con provola o parmigiano. Con olive o senza olive. Con cipolla e senza. Con besciamella -che riprende la classica preparazione della pasta al forno- o senza. Ma nel caso besciamella rigorosamente fatta con il bimby e profumatissima di noce moscata.

 

 

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1 COMMENT

  1. Frugolino non mangia pizza. Non ci crede nessuno, un bambino che non la adora sembra non poter esistere, eppure… Ed io non amo affatto la pasta secca, tanto che da diversi anni la consumo solo in casi eccezionali (tipo quando l’Inge realizza la sua mitica carbonara!) e la sostituisco con la pasta di lenticchie e di ceci… a proposito di cavolfiori (di cui sono una vera divoratrice…) stanno benissimo, appunto, proprio con la pasta di ceci, prova!!!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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