Che cos’è Inktober?

Ho scoperto Inktober grazie alla mia amica meravigliosa -e illustratrice incredibile, madre di ogni meraviglia su carta-  Letizia Rubegni. Nasce su Instagram grazie alla bravura di Jake Parker, illustratore. Trentuno giorni (Ottobre) Trentuno disegni. Un disegno al giorno da fare solo con inchiostro e nessun mezzo digitale; che occorrerà solo per la divulgazione delle opere. Diventa virale e ha sin da subito un successo pazzesco. Orde di illustratori e amanti-appassionati del disegno si cimentano in quello che è oggettivamente una sfida di tutto rispetto (e anche gran bella impegnativa). Nessun premio e vincitore. La sfida è soprattutto verso se stessi.

I disegni  dovranno essere ispirati a una lista di parole che viene pubblicata verso fine Agosto. Mantenere il ritmo è davvero un’impresa ardua (prima in realtà veniva pubblicata molto dopo Agosto. Adesso è relativamente più semplice visto l’anticipo) ma quello che accade è pura magia: scopri nuovi illustratori, storie e disegni. Scopri te stesso. Riprendi le matite e le penne in mano abbandonando apple pencil e tutto. Solo tu e il foglio; a me è sembrato di tornar bambina. Di ritrovarmi esattamente dove avevo bisogno di stare. Due anni fa ho condiviso l’avventura con Martino Pietropoli, la mia Ombretta Blasucci,  Giulia Cristofori e Letizia Rubegni. Mentre lo scorso anno si è unito un incredibile artista che amo: Claudio Castiglioni conosciuto su Instagram come il procione ha sempre ragione.

La compagnia dell’inchiostro

Negli ultimi due anni si sono aggiunte anche altre due mie carissime amiche: Agnese Morgana e Chiara. Abbiamo scelto questo nuovo, citando Il Signore degli anelli di Tolkien, perché è una vera e propria avventura tra meraviglie e sconforti; più che altro dovuti alla mancanza di tempo.

Inktober è diventato irrinunciabile

Alcune parole degli ultimi due anni, quelli a cui ho partecipato, sono molto simili. In linea generale è impossibile non notare lo stesso filo conduttore; del resto il tema è assolutamente dark. Uno dei miei mesi preferiti da sempre più nero che mai e la possibilità di disegnare una volta al giorno e conoscere artisti riempiendosi gli occhi di inaudite beltà. Inktober, senza bisogno di girarci ancora intorno, è diventato assolutamente irrinunciabile. Ti confesso che mi capita di pensarci spesso durante l’anno. Con una leggera frenesia che mi fa battere il cuore. Quest’anno, come gli ultimi, sarà davvero difficoltoso star dietro a tutto per via dei miei impegni ma spero di poter approfondire i miei appunti visivi di storie e personaggi qui nel Laboratorio visivo.

Dal nulla

Dal nulla poi,  mentre pasticciavo per Inktober è nata questa storia di Witchtown. Ho abbozzato alcuni tratti di questi personaggi. Inaspettatamente ho avuto un riscontro a dir poco sbalorditivo su Instagram. Molte persone si sono appassionate e affezionate alle piccole storie che giornalmente ho ticchettato nella caption di instagram. Ancora oggi mi invitano a continuare. Mi chiedono come sia finita. E se ho intenzione di.

Non so che intenzione.

ma sono così tanti e pieni i miei taccuini, di storie e personaggi, che davvero ho perso il conto. Li dimentico. Seppellisco. E con gran dolore, aggiungo. Devo assolutamente rimettere in ordine un po’ le idee, sì. Capita anche a te?

Witchtown è una cittadina popolata da personaggi che ho mescolato fortissimo da storie diverse come in un frullato variegato pieno di ingredienti che non sapevi neanche di avere in dispensa. Ad alcuni mi sono affezionata -e accade di rado- e questo mi dà conferma che la luce per questi tratti e storie è necessaria quanto lo è per me.

Witchtown. L’inizio.

Le prime due che mi sono apparse sono state loro: Argent e Ludmil. Te le presento brevemente. Approfondiremo, poi.

Argent

Argent, dai capelli fitti e ricci come reti da pesca attorcigliate, prepara veleni e pozioni nel suo piccolo laboratorio segreto, nascosto alla fine di un sentiero alberato, proprio vicino al ruscello. Abile con l’uncinetto confeziona deliziosi maglioncini per i suoi due adorabili serpenti: Pink e Pank. Prepara degli ottimi tè e organizza piacevoli pomeriggi con le signore del villaggio e qualche amica strega. Compra sempre i biscotti da servire ma non smette mai di mentire. “Li ho preparati io stamattina” bofonchia. “Brava Argent! Sono proprio buoni”, tutte in coro. “Passami la ricetta appena puoi”.

Le signore sanno però che la ricetta non arriverà mai. .

Ludmil

 

Ludmil ha un girarrosto e nel frattempo che i polli girano legge le carte e i fondi del caffè che serve durante l’attesa. Legge anche le ossa dei polli. Glieli riporti indietro dopo averli sgranocchiati e lei capirà se amore o no. Se sarà una buona settimana. O una settimana tremenda.

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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