Ricette Vegetariane e Vegane

Come organizzare un picnic perfetto

Cosa occorre per un picnic perfetto l’ho scritto qui.

Cosa occorre per un picnic perfetto dal punto di vista di trasporto del cibo è stato scritto. Questa è la seconda puntata della miniserie dedicata totalmente all’organizzazione di quello che nello stereotipo dell’immaginario comune rappresenta un romanticissimo momento indimenticabile.

Come è stato già ampiamente dimostrato, dal film drammaticamente romantico dalle sfumature marroncine adornate di bagliori rosa come una fotografia vintage a pellicola si può passare a un lungometraggio horror e splatter in pochi semplici mosse. Per far sì che questo non accada bisogna organizzarlo per bene questo picnic. Tutto è tranne che una cosa improvvisata. C’è da dire che le mamme -non lo sono ma possiedo il dono dell’empatia- saranno sicuramente agevolate perché più organizzate di loro, nessuno mai. Per ogni evenienza hanno sempre tutto in borsa e ne rimango ancora oggi talmente affascinata che non me ne capacito. Dalla pinzetta, al disinfettante, al cerotto, al panino con la cotoletta sino ad arrivare ai colori, giochi da tavolo, minitriciclo smontabile da borsetta che farebbe impallidire pure Mary Poppins.

Sono figlia di una donna che definire iperorganizzata è poco, wonder woman è poco, Mary Poppins è poco, macchina da guerra è poco. Bree Van De Kamp di Casalinghe disperate poteva solo imparare da Fernanda. Mamma è assolutamente imbattibile. Ha sempre superato qualsiasi aspettativa e fuori casa -che fosse gita, picnic, viaggio, week end, qualsiasi gita fuori porta soprattutto in barca- non ha mai sbagliato un colpo. Nel dna c’è un’agendina elettronica e una to do list perfetta per ogni evenienza. Fa davvero paura, mamma. La cosa pazzesca è che non fa neanche liste. È proprio programmata per qualsiasi evenienza. Riesce ad avere un’immaginazione fuori dal comune riuscendo a prevedere qualsiasi situazione -anche assurda e paradossale- la vita possa presentarti davanti mentre sei al mare, in montagna o in mezzo a un prato dall’altra parte del mondo. Mamma riesce a cucirti l’orlo o sistemarti un bottone pure in metro, per capirci. Non ho mai indagato ma con la fissa che ha per il cibo scommetto che dietro un panino con la frittata ce l’ha sempre. Mal che vada un pacco di cracker ma il calo di zucchero, Siore e Siori, è dietro l’angolo.

Diciamo che io sono tutta papà, ecco. Sono praticamente 90 per cento Turi e 10 per cento Nanda. E già mi sto facendo -forse troppo poco modestamente- un complimento immeritato. In quel 10 per cento la percentuale di organizzazione che mi è arrivata dalla catena del Dna è poca per gli standard nandeschi ma nettamente superiore alla media. Anche io in borsa in modo maniacale e tutto ordinato potrei pure stupirti e avere un matterello, uno schiacciapatate e il set per sistemare gli orli insieme al ferro da stiro da borsetta. Sono l’orgogliosa detentrice della borsa più organizzata e sistemata tra amici, parenti e conoscenti. Ti confido una cosa: molte mi chiedono di sistemare le loro borse. E quando trovo anche solo uno scontrino accartocciato o arrotolato: apriti cielo. Parto con la filippica che: non si fa! (sono simpatica, insomma)

 

Perché ti sto annoiando con la mia famiglia?

Perché prima di cliccare pubblica ho chiesto a mamma se tutto quello che avevo scritto fosse corretto o se mancasse qualcosa. Dopo il benestare di mamma sono sicura che anche con l’avvento degli alieni tu non avrai nulla da temere. Neanche la pioggia di rane e cavallette e manco Diana dei Visitor come vicina di picnic. Mamma mi ha consigliato cose oggettivamente utili ma mi sembravano un po’ oltre e sopra le righe (in pieno stile nostro, insomma): magari le aggiungo a margine. Per mamma è utile pure una sdraio per riposare comodamente. Ma noi stiamo andando a fare un picnic. Non stiamo allestendo un monolocale sul prato. È  importante quindi trovare un minimo di equilibrio tra quello che apparentemente potrebbe essere futile e non lo sarà nell’eventualità di.

E quello che è assolutamente inutile e di ingombro, un peso morto, che solo in rarissime occasioni (leggi: mai) può davvero tornarci utile.

La Lista

La lista delle tue aspettative e cosa vorresti preparare. Appunta quello che piacerebbe mangiare a te e quello che sai piace mangiare al tuo compagno/a d’avventura o ai tuoi amici. Una lista che ti consentirà quindi di estrapolare quella della spesa. Non esagerare è la prima regola; si fa presto a farsi prendere dall’entusiasmo e immaginarsi con la lasagna come primo, roastbeef come secondo e patate e poi magari un bel tiramisù. Perché a quel punto portarsi il barbecue e arrostire a bordo strada per avere la fettina di carne bella calda calda è un attimo (e io sulle abitudini -terrificanti- sicule molto colorate potrei farci un’enciclopedia).

Il cibo

Prediligere assolutamente il finger food; si possono scegliere migliaia di preparazioni finger food che riproducono primi, secondi e contorni. Muffin salati, focacce, frittatone e insalatone sono sempre un must irrinunciabile. Neanche a dirlo, nel periodo Pasquale, un casatiello e via: botta di carboidrati non indifferente, grassi di ogni tipo e sorta e proteine in abbondanza per tre settimane tra salsiccia, pancetta, prosciutto e salame con un bel chilo di provola a contorno.

Prediligi sempre del cibo che non abbia la necessità di star dentro il frigorifero (a meno che tu non sia un PRO e abbia il frigorifero da picnic. Lì alzo le mani, faccio l’inchino e mi prostro. Ho sempre sognato di comprarlo ma non mi sono mai decisa. Fosse la volta buona?). Lo sbalzo termico non fa bene al cibo e ritrovarti qualcosa di impappettato o morto nel piatto tanto bello non è. Perde di colore, consistenza e insomma: No. Le cose belle fresche da frigo poi le mangiamo a casa, che ne dici? C’è sempre tempo. La scelta del cibo non è una sciocchezza e non ci si può portare quello che si vuole. Deve essere ben ponderato e pensato per l’occasione.

Contenitori

Di Bento box e contenitori è pieno zeppo il mondo. Dalla Lidl ad Amazon hai solo l’imbarazzo della scelta e prediligere il monoporzione è la scelta giusta. Se hai poco spazio dove mettere i contenitori ti convincerai (e convincerai gli altri) che mangiare dallo stesso piatto alla Lilli e il Vagabondo è stata una scelta stilistica precisa (il successo, ti assicuro, è assicurato!). Il sale è come il Sacro Graal. Non dovrai cercarlo tra i boschi ma infilarlo senza indugio nel tuo set da portare assolutamente. Io, per sicurezza, metto anche sempre un limone (il segreto della sicula Iaia, rivelato). Sembra una sciocchezza ma una limonata dopo il pasto (si vede che sono sicula?) aiuta a combattere un improvviso momento di pesantezza perché si è stati raggomitolati a mangiare e in posizioni non propriamente comode o usuali. Nei contenitori piccoli per le spezie metto sempre anche l’effervescente Brioschi;  sai quei cosini ricciolini che aiutano a digerire e che si sciolgono in acqua? Una sorta di diger selz per capirci. Qualcuno un giorno ti amerà se li hai con te. Perché capita davvero molto spesso che in preda all’entusiasmo si esageri per poi restare lì come baccalà in preda al mal di pancia (sempre per quella storia che diventare un lungometraggio horror è un attimo).

Il Luogo

Prima di tutto definire il luogo del picnic perché è fondamentale. Sull’erba c’è assolutamente bisogno, come ti anticipavo, della coperta impermeabile cerata da mettere sotto il plaid perché l’erba spesso è umida e sedersi rimanendo bagnati tutto il giorno non è piacevole.

Se si è al mare -scogli o sabbia poco importa- la cerata magari non ha importanza e a quel punto invece del plaid si passa direttamente a un bel telo mare. Magari pure un altro di scorta bello grande dopo un tuffo in acqua per avvolgersi insieme (romanticissimo, santo cielo!)

La piccola emergenza

Ritorniamo alle piccole disgrazie che possono succedere. Perché non siamo uccelli del malaugurio ma sta scrivendo una che il cerotto, la tachipirina e l’oki ce l’ha nel portafogli: figurati che posso dire per una gita fuori porta. Spray antirepellente per insetti, protezione solare e gel igienizzante non devono mai mancare e se riesci a infilare un po’ di disinfettante in una boccettina piccola vai sul sicuro (io ho la cassettina del pronto soccorso in macchina, giusto per capirci). Anche se in farmacia ormai vendono dei fazzolettini imbevuti di disinfettanti pronti all’occorrenza che rimangono perfetti per ogni evenienza. C’è sempre un bimbo che cade, un uomo che crede di essere all’isola dei famosi e va a procacciarsi della frutta pur avendo nel cestino una macedonia buonissima e una cretina che sbatte contro il ramo e si scheggia la fronte (IO!!!!!). La disgrazia, come direbbe la dolce e ottimista Nanda, è dietro l’angolo (e sì, se te lo stai chiedendo è una di quelle mamme che ti dice di restare in ordine perché se accade un incidente è meglio che gli operatori di soccorso ti trovino perfetta come un angelo di Victoria’s Secret. Il perché mi è a oggi sconosciuto e non capisco perché un operatore di primo soccorso debba analizzare il mio bulbo pilifero ma di questo magari parliamo un’altra volta e approfondiamo).

Il coltellino svizzero

Guarda. Non muoverti da casa senza il coltellino svizzero, te lo dico. Che non ti venga proprio in mente. Il mio preferito è quello originale rosso con la bandiera. Roba da perderci la testa ma se non te la senti di fare questo investimento trova un’alternativa perché c’è davvero di tutto: lama grande, lama piccola, cavatappi, apriscatole, cacciavite, spellafili, punteruolo, anello portachiavi, pinzetta, stuzzicadenti (raccapricciante lo so), forbici, gancio, sega per il legno, squama pesci, lima per unghie e metalli, scalpello, pinze con tagliafili e pressacavi, lente d’ingrandimento, penna a sfera, spillo, lesina.

In pratica Mac Gyver e l’agente 007 a tuo confronto saranno dei pivellini lupetti degli Scout. Potrai salvare il mondo con il tuo coltellino svizzero nella borsetta e stupire tutti. Ce ne sono alcuni che hanno pure il metro, ma già solo per il fatto che ci sia la lama per unghie per me ha vinto tutto. Mi si rompe sempre un’unghia quando sono fuori, SEMPRE. Le mie unghie a turno si mettono d’accordo e si rompono -nonostante siano resistentissime- quando sono fuori e sanno che non possono essere limate.

Decorazioni

In chiusura nella prima puntata di questa mini serie che più di farti venire la voglia di andare a fare un picnic te la sta facendo passare (risate registrate, grazie regia) ti ho già scritto dell’ombrello, dei fogli d’alluminio, del cappellino e la sciarpetta e pure delle buste della spazzatura quindi eviterò di dilungarmi e se hai piacere puoi leggere tutto qui.

Vorrei però soffermarmi sulle presunte decorazioni come cuscini, candele e fiori. Per quanto possa essere romantica la candela, io da brava ottimista come mia madre vedo sempre la tragedia dietro l’angolo. Diciamolo ci sono persone più attente e meno attente. Con il carattere che ho (118 mi senti?) sono sicura che controllerei la candela 89 volte e la passerei pure sotto l’acqua per essere sicura che sia spenta ma grazie al cielo (per la sanità mentale mondiale) non tutti sono come me e quindi appiccare anche solo una piccola fiammella e dimenticarla potrebbe essere -soprattutto in alcune zone- molto e ripeto molto pericoloso. La candela non è assolutamente l’unico simbolo di romanticismo. Meglio evitare, a maggior ragione se riconosci di essere un tipo distratto. Se sei un maniaco perfezionista ossessivo compulsivo con problemi seri come me allora vai tranquillo: appicca pure il falò. So che lo spegnerai o starai al massimo lì tutta la notte a vegliarlo con gli occhi sbarrati come un lemure.

Due fiorellini faranno la differenza, sì. Magari raccolti proprio in loco perché portarsi i fiori da casa per un picnic a me, sinceramente, fa un po’ ridere. Ci manca solo il centrotavola e il tovagliolo a sinistra e siamo pronti per la puntata di Cortesie per gli ospiti sotto lo sguardo inquieto di Csaba (che ti assicuro a volte, rispetto a mia mamma, mi pare una principiante. Con tutto il rispetto, considerato che la stimo e adoro).

Potrei andare avanti all’infinito ma per il bene dell’umanità adesso ci tocca fare sai cosa? Un riassunto.

E facciamolo quindi.

Ricapitoliamo!

  • Il telo impermeabile per metterlo sotto il plaid/coperta. Immancabile.
  • Il cesto/zaino più adatto a noi e alle nostre esigenze e chiaramente una borsa/zaino aggiuntivo qualora non dovesse bastare.
  • Tazze, bicchieri, piatti e posati di plastica riutilizzabile e lavabile o ceramica come si trovano in alcuni cestini. BANDITA la plastica. Stai andando a mangiare da Madre Natura portarle la sua acerrima nemica non mi pare proprio garbato come gesto. E poi, santo cielo, non è chic. E il picnic è terribilmente chic. Rispettiamo l’identità delle cose. Per lo stesso concetto: tovaglioli di stoffa. Poggiarlo sulle gambe farà la differenza. Eccome, se la farà.
  • Coltellino svizzero o qualcosa che gli somigli per avere tutta la vasta gamma di utensili e accessori che può servirci per ogni evenienza.
  • Thermos se si ha voglia di portare qualcosa di caldo o freddo come tè e caffè. O acqua. Mischiare una parte fredda con una calda rimane sempre un’ottima idea.
  • Sale. Dimenticarlo è fatale. Sembra una sciocchezza ma la piccola saliera o il sale nel contenitore più piccolino, come quello dei bento box per intenderci, è indispensabile. E se posso: un limone. Un limone salva la vita.
  • Qualche foglio di alluminio per isolare eventualmente degli oggetti o avvolgere ma prediligendo contenitori adatti per mangiar fuori neanche questo serve.
  • Protezione solare, capellini e sciarpette senza dimenticare l’ombrello. Il tempo cambia, soprattutto quello primaverile, e pensare a tutelare la propria pelle e salute è fondamentale.
  • Cuscino gonfiabile. Se proprio ci si vuole portare un cuscino quelli gonfiabili resistono una vita, occupano pochissimo spazio e tornano utili per pennichelle o letture libri. Ma pure il classico maglioncino arrotolato sotto la testa fa la sua figura. Ed è comodissimo.
  • Le buste della spazzatura manco a dirlo. Mi pare ovvio. Per carità è la cosa più importante. Salutando madre natura dobbiamo lasciare tutto ancor meglio di come lo abbiamo trovato.
  • Giochi. Che siano carte, giochi da tavolo formato travel, una palla, una corda, la dama o gli scacchi. Largo sfogo alla fantasia perché stare al cellulare proprio no. Cozza proprio con l’idea di stare all’aperto sereni facendo un picnic. Portare indietro le lancette del tempo fa bene alla mente e alla salute e questa è l’occasione giusta per ridare valore alle cose semplici. Mamma ha detto che suo papà portava una corda e costruiva un’altalena. Solo immaginare la dolcezza di tutto questo mi ha commosso (e mi ha messo in testa di farlo pure io).

Il resto appartiene a te, al tuo vissuto e alle tue abitudini. Troverai il modo, il tempo e le cose che ti fanno stare bene e che ti faranno creare questo momento indelebile tra verde, sorrisi, buon cibo e aria pulita.

Noi ce lo meritiamo davvero un picnic. E anche più spesso di quanto si possa immaginare.

Ci vediamo alla terza puntata? Sarà: Esempio di un Picnic perfetto.

Speriamo di essere all’altezza!

 

Cosa occorre per un Picnic perfetto

 

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2 COMMENTS

  1. Sappi che sto prendendo appunti! Amiamo i picnic ma adesso che ci stiamo trasferendo in UK, le cose vanno curate nel dettaglio! Durante le vacanze di Pasqua inaugureremo i nostri british picnic 🙂

    • Giada che meraviglia!!!
      Posso infilarmi nel tuo cestino e venire con te?
      (preparo tutto il cibo io. Che ne dici?)

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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