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IL VALORE DI INFLUENZARE

Che io sia ossessionata dalla Famiglia Addams non è un segreto per nessuno. Niente mi ha ispirato, appassionato e fatto perdutamente innamorare come la Famiglia Addams. Charles Addams, più di chiunque altro, ha influenzato il mio modo di vivere ed essere. Sembra esagerato, vero? Eppure è così. Se amo il nero, il pavimento a scacchi, tutto quello che è vittoriano, il pallore, la pioggia e il rumore dei tuono, vestire di nero, scurirmi i capelli, farmi la riga al centro, adorare le righe, il colletto bianco, gli uomini in gessato, le case grandi e strambe è solo per via dell’immaginario di Charles Addams. Di nessun altro. Che ha poi influenzato Burton e tutto quello che è seguito. Genitore indiscusso delle più belle vignette del genere nel 1938 disegna quello che ha poi ispirato la realizzazione della serie, lungometraggi e infinito altro. Disegna per The New Yorker -mica pizza e fichi, verrebbe da dire- e presenta Pian piano -diciamo anni- i personaggi che si struttureranno come una famiglia. Ispirandosi alla sua. Del resto chi mai potrebbe ispirarti di più? Chi non ha una famiglia stramba e delirante? Il sarcasmo di esasperare, sì. Credo che lo debba pure a Charles.
Se proprio occorresse un mio punto di vista sulla figura dell’influencer per eccellenza, sarebbe questa e nessun’altra. Come la nonna, rimane la mia unica influencer preferita e fidata.
Charles Addams ha influenzato, e sicuramente cambiato il corso della mia vita. Mi fossi innamorata di Penelope Pitstop sicuramente avrei addolcito la nuance del mio capello schiarendolo con delle meches e guiderei una decappottabile rossa. Magari con un bel foulard griffato fucsia. Mi ci vedo proprio. Che sfreccio preoccupandomi della cotonatura, sì.
Eppure l’ anima, sicuramente nera, ha attecchito lì. Il germe è stato annaffiato e tra calderoni fumanti, Mano (che in realtà si chiama The Thing, lo sapevi?) che aiuta nel giardinaggio Morticia e una lampadina da accendere con il soffio sono diventata e mi sono trasformata.
Sono proprio curiosa sai? Credi che qualcuno ti abbia così tanto influenzato nella tua vita? Intendo.

Sin dalla tenera età. Che in qualche modo ti abbia fatto diventare infermiera perché lo era Candy. Che ti abbia fatto pensare che il gioco della felicità debba essere sempre perseguito come faceva Pollyanna? Che, perché no, il tuo spirito avventuriero sia dovuto a Flo nell’isola deserta?

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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