Non mi piacciono gli gnocchi. E questa affermazione mi ha giocato una bella nota di demerito in famiglia perché tutti, e dico tutti, li venerano. Non è amore. È vera e propria devozione. Nonna li fa nelle occasioni speciali e tutti fanno a cazzotti per tuffarsi dentro un bel piatto di gnocchi di nonna. Mamma riesce a fare 100 metri in 12 secondi filati anche senza cartilagine nelle ginocchia se vede un piatto di gnocchi. Potrebbe andare alle olimpiadi se solo al taglio del nastro ci fossero degli gnocchi fumanti.
Cotenna di maiale e pezzi di carne a parte nella salsa (nonna fa il sugo leggero), con mio immenso dolore devo dire che ho sempre declinato l’invito. Nonostante sia una fan scatenata delle patate e fosse per me le mangerei anche crude: gli gnocchi proprio no. È un’affermazione bizzarra, a dir poco, tanto quanto “non mi piace la pizza”, “non mi piace la pasta”. Me ne rendo conto.
Come mi rendo conto di non essere degna ed è per questo che mi fustigo almeno tre volte al dì, quando ho modo di farneticare circa i miei gusti. Neanche gli gnocchi di zucca mi piacciono. Ma come? C’è la mia amata zucca. C’è la mia ossessione patata. E?
E no, mi dispiace.
Però mi piace farli per chi amo. Conterà qualcosa, spero (credo di no. Sento del gelo nell’aria). Conterà qualcosa?!?*disse urlando nel cuore della notte*
Inutile dire che per tot di patate ci vanno tot di zucca e tot di farina perché altrimenti nonna si agita. Gli gnocchi “vanno fatti a sentimento. A OCCHIO”. Dipende dalla patata. Dalla temperatura. Dagli astri. Dall’allineamento delle costellazioni. Ci sono fattori sempre diversi che non ci consentono di calcolare esattamente quanti ingredienti precisi vanno. E se chiedi a nonna o mamma “scusa ma quante patate….?” vieni fulminata manco avessi detto che vuoi uscire dallo stato di famiglia.
Noi gli gnocchi li dobbiamo sentire! Li dobbiamo toccare e capire. Dobbiamo essere empatici con la patata e con la zucca. Capire se la patata vuole più zucca e viceversa. Se la farina è invadente o meno. Dobbiamo assistere alla creazione di questa meraviglia lasciandoci guidare dall’inconscio (e pure dalla follia, mi verrebbe da dire).
Il risultato non potrà che essere: ECCELSO! (esageriamocheccefrega).
Di sicuro dobbiamo trovare una zucca mantovana a costo di andare a Mantova a piedi. Perché è solo con quella che gli gnocchi alla zucca saranno degni di questo nome. Inutile che stiamo lì a dire “dai ho un Hokkaido!”. Gli gnocchi sono italiani e non giapponesi. Si offendono. Mica facciamo i ramen con gli spaghetti numero tredici (come Sto andando? Sono abbastanza patriottica, nonna?), ergo: zucca mantovana. Poi delle patate buone. E le patate buone sono solo in Calabria (sì, nonna è calabrese. Si è capito per caso?). Esattamente in Sila. Esattamente dai miei parenti. E nessuno osi contraddire la nonna o finisce male. Zucca mantovana e patate calabresi, chiaro? (in questo momento devi leggermi con lo stesso tono del generale di Full Metal Jacket). Fatto questo: la farina puoi comprarla al supermercato senza andare in Emilia Romagna. Ci è concesso (credo ma mi informo e ti saprò dire). L’uovo sì o l’uovo no: L’UOVO NO! E lo dice nonna. Vuoi forse contraddire mia nonna?
Impasta. Fai gli gnocchi. E che il cielo ci aiuti.
Poi passi nel burro e nella salvia. E NON DIRE MAI che il burro non ti piace. Perché nonna potrebbe scagliare dei veri e propri anatemi contro di te. Il burro ti piace e pure la salvia. INTESI?!