Ricette Vegetariane e Vegane

Una piadina con hummus e guacamole? Sì.

Ma sai che questi pranzi disperati non lo sono poi così tanto adesso?

Amici romagnoli: cambiate canale. IMPLORO IL PERDONO. Ma questa preparazione semplice, veloce e gustosa fa parte della rubrica pranzi disperati. E dopo il tofu grigliato con la salsa di soia: le piadine che non sono piadine. Elisabetta Canalis mi teme. Il suo podio del petto di pollo arrostito sta cedendo.
Sono in evidente avanzata. Inesorabile.

Comunque dicevo la piadina che non è una piadina

Perché lo so, logiurovostroonore, che si deve mettere lo squacquerone. Che non ci si può mettere il roast-beef vegano con i ceci. E, LO SO. Giuro che lo so. La teoria, perlomeno, la so.È sulla pratica che scarseggio. Quando non c’è nulla da cucinare e quando avanzano fette di zucchine tristissime bollite (neanche grigliate eh. Bollite, sì), qualche pomodoro e un avocado sta marcendo. Che fai? Fai finta di fare un guacamole che di guacamole non ha niente. Poi fai un hummus, almeno quello degno di questo nome e via. Spalmi, butti giù, chiudi e ciao.

E ciao, come filosofia di vita.
Niente di eclatante o di chissàchecosa. Ma condividere i pranzi disperati è un bene perché ci sentiamo tutti meno soli soprattutto con la pressione mediatica che ci vuole tutti foodbloggerchefdodicistelle.
NO!
Noi mettiamo il finto guacamole sulla finta piadina senza strutto con le zucchine bollite tagliate a fette che per qualche oscura ragione abbiamo cotto in un momento di disperazione altissimo. E viene un pranzo dignitoso. Inaspettatamente dignitoso e buono (se le zucchine non avessero buttato tutta quell’acqua, forse di più).

Come ho fatto?

Dovrei tacere lo so. Ma in fondo è un Hummus veloce e improvvisato con i ceci già lessi, quelli in vetro biologici che amo molto. Con un filo di olio extra vergine d’oliva, un cucchiaio generoso di Tahin che amo, sale e anche tanto succo di limone o lime. Per il finto guacamole ho schiacciato l’avocado e messo solo lime, sale e pepe macinato sul momento.

 

Quello che le foto non dicono

  • Il tagliere è Zara Home
  • Il vaso è stato acquistato in una boutique di Catania (mi vengono sempre chiesti dettagli ma non vi è un marchio o un’indicazione precisa che posso dare. È stato un regalo, mi spiace. Posso dire che è stato acquistato da CILDA)

Il Video su instagram

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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