Ricette Vegetariane e Vegane

La resina ad acqua: che cos’è, come si utilizza e cosa si ottiene

Da un po’ di settimane, dopo tante ricerche, mi sono decisa a provare la resina ad acqua. Dopo aver comprato la polvere di gesso e di ceramica. Dopo aver visto tantissimi video sulla Jesmonite. Questo perché è un momento diverso, dal punto di vista artistico e personale, e mai come adesso ho avuto il bisogno e la voglia di concentrarmi sulle diverse materie. Di studiarle, capirle, toccarle e conoscerle. Su Instagram, YouTube e online tra vari siti -soprattutto stranieri- e blog sono venuta a conoscenza di diverse tipologie di fluidi e liquidi che potevano fare al caso mio. Premetto che la resina epossidica mi ha sempre spaventato. L’effetto non mi piace particolarmente perché legata più esteticamente all’argilla e ceramica ma a prescindere da questo il fatto di dover maneggiare materiale altamente inquinante e per di più pericoloso per le vie respiratorie, uhm. No. Ho messo da parte. E qualora ci fosse bisogno di un e “in più” essendo io un soggetto altamente allergico non desideravo altre sorprese. Infatti, da più fonti scientifiche, ho letto e appreso che la resina epossidica può sviluppare diverse allergie e che -neanche a dirlo- i soggetti allergici sono i primi candidati.

La ricerca della sostenibilità

In un’epoca in cui l’arte si intreccia con la ricerca della sostenibilità e della sicurezza, anche i materiali diventano protagonisti di un racconto nuovo. La resina ad acqua è uno di questi: un fluido lattiginoso e sicuro che si trasforma in un solido; promette che anche i bimbi possano adoperarla senza adoperare guanti e maschere protettive. Per sicurezza ti confido che io i guanti li metto ugualmente sempre per il discorso allergia. Ho imparato con tempo ed esperienza che “chi si è guardato si è salvato”. È a base d’acqua d’accordo ma per la mia pelle sensibile un’accortezza in più è un atto dovuto.

A differenza delle resine epossidiche dal fascino vetroso ma dagli odori pungenti e dalle precauzioni obbligatorie, la resina ad acqua offre un’esperienza più libera e delicata, permettendo all’artista di creare senza timori per la salute in linea generale.

Cos’è tecnicamente la resina ad acqua

Tecnicamente la resina ad acqua è un materiale composito bi-componente a base di polimeri acrilici in emulsione acquosa e cariche minerali. Si presenta come una polvere bianca da miscelare con acqua. Una volta uniti nelle giuste proporzioni, si ottiene una miscela fluida autolivellante che indurisce in breve tempo. Il risultato finale è un solido simile alla ceramica o alla pietra dalla superficie liscia e compatta. A differenza del gesso comune questa resina ha porosità ridotta e maggiore resistenza meccanica, risultando meno fragile. In pratica con 100 grammi di polvere di resina ad acqua e 30 grammi di acqua, in poche ore puoi avere vasetti, svuotatasche e decorazioni di ogni tipo e sorta. Che puoi colorare in diversi modi (ma di questo parliamo dopo).

Priva di solventi e di composti volatili irritanti l’acqua è il veicolo e  non sprigiona vapori tossici. Ciò la rende adatta anche a studi d’arte domestici e spazi chiusi, senza bisogno di ventilazione forzata, in linea generale. Te lo confido che io comunque lavoro in un ambiente ventilato o evito? Ecco.

Come si lavora la resina ad acqua?

Lavorare con la resina ad acqua è un’esperienza agevole e sensoriale. La miscela ha una consistenza cremosa priva di odori aggressivi – al massimo un lieve sentore di terra umida, ben diverso dal tipico odore chimico delle resine a solvente; Prepararla è semplice: si combinano polvere e acqua mescolando fino a ottenere un composto omogeneo, pronto da colare in uno stampo o da stendere a spatola. Molte ragazze su Instagram lavorano la resina ad acqua con i frullini classici da cappuccino o le fruste elettriche. Altri artisti ancora, in linea generale, soprattutto su YouTube lo fanno con stecchi di legno (quelli del gelato, sì) e bicchiere di plastica.

Io adopero dei contenitori in silicone (dove chiaramente la resina fa fatica ad attaccare e i residui si tolgono facilmente) e il frustino elettrico classico per fare cappuccini altrimenti un cucchiaio sempre di silicone o legno.

Il tempo di indurimento

Il tempo di indurimento è piuttosto rapido: dopo la miscelazione, la resina inizia a gelificare in pochi minuti e solidifica in circa 30 minuti, a seconda della temperatura esterna. Più caldo c’è e più solidifica in fretta. Questo però dipende anche dai marchi e da quanto chiaramente è grande la forma di resina a cui stiamo lavorando. Un po’ come i dolci in forno. Un muffin chiaramente cuoce in breve tempo rispetto a una torta bella grande.

Già dopo mezz’ora si può estrarre l’opera dallo stampo. Ma la solidificazione completa avviene dopo 24 ore. Questo significa che dopo un breve periodo si può togliere dallo stampo in silicone ed è anche meglio perché essendo a base d’acqua potrebbe creare una patina umidina. Ma per essere sicuri che il processo di indurimento sia finito è meglio aspettare 24 ore.

La resina ad acqua nasce bianca opaca ma è facilmente colorabile aggiungendo pigmenti durante la miscela (anche normali colori acrilici o tempere. Questa è la teoria ma io ho davvero tantissime cose da dire a riguardo e farò articolo apposito). Si possono ottenere tinte vivaci, sfumature marmorizzate o effetti con glitter e polveri metalliche. Una volta indurito il pezzo può essere carteggiato (soprattutto per togliere quei piccoli buchini che vedi durante l’indurimento. I buchini è perché durante la colata ha preso aria), forato o dipinto a piacere. La finitura naturale resta vellutata e satinata simile alla porcellana, e può essere lasciata tale per un effetto materico elegante.

Quindi le bolle d’aria come si tolgono?

Sì, si tolgono chiaramente sbattendo un po’ sul tavolo da lavoro la forma di silicone dopo la colata. Sempre pian piano per non farla andare fuori dalla forma. Ma si tolgono anche e soprattutto durante la mescolatura che deve essere accurata e lunga fino a quando tutte le polveri sono ben amalgamate all’acqua. E la colatura sulla forma deve essere lenta e non troppo veloce affinché l’aria si incorpori piano piano. Qualsiasi siano le accortezze può capitare di trovare qualche piccolo forellino dopo l’asciugatura. E anche qui: niente paura perché ci penserà la carta vetrata.

Gli stampi siliconici

Può essere colata in stampi siliconici e alcuni ti diranno in stampi di plastica; ecco a quelli non credere per favore. Dipende sempre dalla forma ma quelli in plastica sono difficili da togliere e il più delle volte si spaccano. Anche quelli siliconici troppo grandi e alti per ovvie ragioni; sfilare uno stampo molto alto e complesso come un albero di natale da 30 cm, facile non è e si rischia di compromettere il lavoro.  Si possono realizzare oggetti di grande spessore: il composto non sviluppa calore eccessivo e all’occorrenza si può inserire una rete di fibra per rinforzo. Un vantaggio ulteriore è che non corrode materiali come plastiche o polistirolo: si possono creare gusci rigidi su forme di polistirolo espanso senza scioglierle, cosa impensabile con le resine a solvente.

Un’alternativa sicura alla resina epossidica?

Il punto di forza più rivoluzionario della resina ad acqua è la sua atossicità specialmente se paragonata alla resina epossidica. Quest’ultima pur dando risultati splendidi, è notoriamente irritante prima della cura: obbliga all’uso di guanti, mascherina e molta ventilazione come detto. Però una differenza seppur banale ribadirlo esiste ed è essenziale: la resina epossidica è trasparente e non esiste una resina ad acqua che ti permettere (finora) l’effetto trasparente; quindi per capirci in soldoni: quelle meraviglie con i fiori non si possono fare. Alcuni artisti colano sui fiori la resina ad acqua ma diventando bianca gesso non è che si possano ottenere risultati anche solo lontanamente simili all’epossidica.

Quindi ricapitolando: Dal punto di vista estetico va notato che la resina ad acqua non è cristallina: non offre la trasparenza vetrosa di un’epossidica, bensì un aspetto diverso ma altrettanto suggestivo. Le colate opache e lattiginose regalano un effetto porcellana o gesso levigato in contrasto con la finitura a specchio delle resine tradizionali.

Applicazioni artistiche e creative

Le possibilità d’impiego della resina ad acqua in campo artistico sono molteplici. Questo materiale si presta alla realizzazione di sculture di ogni dimensione. Può essere colato in stampi per forme dettagliate oppure stratificato su strutture di supporto (come reti o armature) per costruire figure più ampie. In scenografia si possono creare elementi architettonici decorativi, pannelli scenici o oggetti di scena applicando strati su sagome di polistirolo, ottenendo volumi solidi.

Nel design artigianale la resina ad acqua consente di realizzare oggetti d’arredo e decorativi originali. Si possono creare vassoi, centrotavola, cornici, portacandele o piccoli complementi come gioielli e piattini svuota-tasche. Grazie alla facile colorazione, ogni pezzo può diventare unico: combinando resine di tinte diverse si ottengono venature marmorizzate; aggiungendo graniglie o pigmenti si crea l’effetto del terrazzo veneziano o della pietra naturale (non ho ancora provato ma non vedo l’ora).

Pittori e artisti mixed media usano la resina ad acqua per aggiungere rilievi e texture alle opere bidimensionali. Può fungere da pasta materica da modellare su tele o tavole: spatolata, crea spessori che, una volta induriti, vengono dipinti o integrati nel quadro come bassorilievi; ne ho visti di meravigliosi soprattutto realizzati da artiste di oltreoceano e nord Europa che lasciano letteralmente a bocca aperta tanto è la bellezza.

Inoltre la resina ad acqua è un ottimo legante per collage e assemblaggi: inglobando diversi materiali li fissa stabilmente conferendo al tempo stesso un aspetto uniforme e leggermente satinato alla superficie. Questa tecnica mista apre la strada a combinazioni inedite tra pittura e scultura. Ma anche di questo ne parleremo in futuro. Come in tutto poi, adoperando diversi materiali, si possono ottenere degli effetti unici. Incredibili.

Tra tecnica e ispirazione

La resina ad acqua rappresenta un felice incontro tra innovazione tecnica e sensibilità artistica: offre prestazioni notevoli (resistenza e rapidità) ma anche una qualità quasi poetica legata alla sua natura fluida che si solidifica come un’alchimia moderna. Non devi aspettare chissà quanto. Puoi avere anche delle cornici in gesso dove poter colare altri colori, elementi e materiali. Mescolare polvere e acqua e vederla trasformarsi in una forma rigida rievoca il potere creativo dell’arte: un gesto semplice che produce meraviglia. Che produce un oggetto utile o meno nella pienezza dell’arte.

La sua sicurezza d’uso elimina le barriere pratiche: non servono laboratori chimici né protezioni ingombranti, e l’artista può dedicarsi a un dialogo diretto con la materia.

Dalla piccola creazione artigianale alla grande installazione

Questa resina eco-friendly consente di dare forma alla creatività in modo nuovo. Questo è il primo articolo che scrivo riguardo questo materiale che mi ha davvero rapito ed entusiasmato. In questi giorni sarà mia premura trascrivere anche quello che ho visto, provato e sentito e quello di cui mi sono accorta dopo le mie colate. Inoltre vorrei fare dei video dedicati sul mio canale YouTube, al momento abbandonato (che trovi qui)

I primi lavori fatti con la resina ad acqua

Dove ho preso le forme siliconiche e quali mi sono piaciute di più? È un argomento talmente vasto che dovrò presto dedicarci un articolo (proprio come ai colori e colorazioni della resina) a parte ma devo dirti che i primi stampi li ho presi su Amazon: vasetti, svuota tasche e piccoli vassoietti multiuso. Quelli colorati nella stragrande maggioranza sono risultati esteticamente molto interessanti e alcuni addirittura belli oserei dire. Ci sono però diversi errori e sottolineature da fare. In linea generale però quelli non colorati sono assolutamente perfetti e di bolle d’aria ne ho notate davvero poche facilmente debellate con la carta vetrata.

Seguiranno degli update anche a questo articolo in modo da poter rettificare e specificare grazie all’esperienza che acquisirò in questi tempi lavorandoci. Perché voglio continuare a farlo e imparare sempre più sulla resina ad acqua.

 

QUESTO POST È STATO PUBBLICATO IL: 

Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

Seguimi anche su Runlovers

Tutte le settimane mi trovi con una ricetta nuova dedicata a chi fa sport

MUST TRY