Sto lavorando ad un progettino che da tempo era tra i miei sogni nel cassetto. Legato alla sezione Cibo e Cinema, mia eterna passione. Io e il Nippo travestiti da investigatori privati (solo più ridicoli dell’ispettore Gadget e svampiti di Clusò che si scrive così) ci aggiriamo per il Quadrilatero ridacchiando per le entusiasmanti scoperte che stiamo facendo. Non vedo l’ora di ordinare le idee, appunti e foto e realizzare un trattato di 3190380123812038102381023 pagine che pubblicherò qui sul Blog per vincere il premio “Schizofrenica dell’anno 2012”; del resto me lo merito e nessuno mai potrà spodestarmi da questo iperuranio di idiozie. E’ un progetto oggettivamente difficile se non addirittura impossibile, richiede tempo (tanto tempo) e conoscenze visive fuori dal comune. Come anche una vena investigativa spiccata e tantomapropriotanto esaurimento.
Qualora vedeste ordunque dei tipi loschi (uno senza capelli e una pallida e vestita di nero) girare con degli impermeabili (virtuali) e lenti di ingrandimento (virtuali perché in borsetta in realtà ho solo il caleidoscopio comprato da Tiger) aggirarsi per la città magica: siamo noi. Potete fermarci e picchiarci tranquillamente (io ho preso 15 chili con tutti i gelati che misomagnata quindi mi raccomando dite ugualmente “oh ma lo sai che il monitor ingrassa un sacco? sei più magra dal vivo”. Mentite vi prego e poi corcatemidibotte).
Insomma per dire che:
Uno- ringrazio il cielo di aver così tanta roba in archivio perché non era programmata una così lunga permanenza fuori dimora.
Due- Sono pazza sì ma ho anche un degno compare e porto avanti i progetti più inutili ma divertenti che la storia dell’umanità ricordi.
Tra le varie ricette in archivio oggi ho scelto questa. L’ho preparata circa due settimane prima della partenza e aveva riscosso un discreto successo, complice l’avocado che ormai in casa è un must. Sembra passata una vita ma è di solo un mese fa l’elaborazione sempre insalatosa con il tonno, avocado, pomodorino e dressing di pomodoro (se ti fa piacere e te la sei miracolosamente persa, rovinati la giornata e clicca qui).

Questa volta però un po’ “alla greca” e quindi con l’uso immancabile del feta e della cipolla rossa accompagnata con le olive. Giusto per esagerare poi e non contenta di questo tocco mediterraneo soltanto greco ho voluto esagerare e aggiungere pure una nota di agrume con l’arancia.
In pratica dopo aver spellato per bene l’arancia (Ducasse docet) e aver tagliato a tocchetti l’avocado ho raccolto tutto in una ciotola: feta (sbriciolato o a tocchetti come si preferisce), cipolla rossa di Tropea lasciata un po’ in ammollo in modo che risulti più digeribile, olive denocciolate, pomodori datterino, tonno (io ne ho usato uno senza d’olio di Campisi. Ottimo ma senza problema si potrà adoperare qualsiasi tipologia si preferisca. Per una versione vegetariana manco a dirlo basterà soltanto omettere il passaggio tonnoso). Una girata di olio extra vergine di oliva e una leggerissima spremuta di limone freschissimo (anche una grattugiata di scorza, meglio se di limone bio chiaramente). Pepe nero macinato sul momento, sale grosso pure macinato sul momento e via. Pronto in tavola magari anche con qualche foglia di verdurina-spinacino fresco-valeriana-rucola se piace. A seconda se si vorrà regalare una punta amara o dolce ricordandosi sempre della particolarità dell’avocado.
Il Feta si presta davvero benissimo a qualsivoglia preparazione e in abbinato con la frutta proprio come accade al caprino (provato sia con il mango che con i mirtilli. Se ti fa piacere dare una sbirciatina per il Mango con i mirtilli clicca qui e per il Mango con il Caprino invece qui) risulta vincente. Del resto non lo dice “quella scema di Maghetta-Gikitchen” ma tutto il mondo di “non far sapere al contadino quanto è buono il formaggio con le pere” (o lo dice solo il Nippotorinese e me ne sono convinta a tal punto che l’universo non fa che ripeterlo nelle occasioni più disparate).