Cominciamo con la Disegnoterapia?

Non so se riempire pagine di ripetizioni e variazioni abbia effettivamente un nome. Su Pinterest, instagram, istock e ovunque ormai da anni ti sarà capitato di vedere pagine di moleskine, sketchbook e quaderni di ogni tipo e sorta una serie di ripetizioni: cibo, piante, fiori, oggetti di uso quotidiano, personaggi e qualsivoglia tema. Ombretta stessa già da un po’ in uno dei suoi innumerevoli quaderni di appunti visivi tratteggia delle miniature di rara bellezza. Quando vola direttamente da Roma per trascorrere del tempo insieme sono solita ammirarla proprio nella creazione di queste delizie. Già a Marzo, come ti avevo raccontato sul mio profilo instagram Maghetta, avevamo cominciato a sviluppare una vera e propria ossessione con i cactus e le piante grasse in genere. In realtà qui la chiamata del pollice (wannabe) verde è avvenuta già qualche anno fa complice la mia adorata zia Luci, maestra privata e guru di giardinaggio e terrazzaggio. Ci siamo ritrovate quindi una sera di Marzo non solo a trapiantare cinquanta piccole e microscopiche piantine e a dar loro i nomi del maestro Miyazaki ma a volerle disegnare e creare. Da lì una turbolenta escalation visiva.

Quando ho mostrato su instagram uno dei primi fogli pieni di variazioni e ripetizioni di cactus, soprattutto in privato si è scatenata una curiosità imprevista. Ho accennato -come ho sempre fatto del resto in questi anni- al potere calmante che il disegno ha sulle persone. Disegno da sempre. Mamma e papà raccontano di me con un quaderno e dei colori in mano in ogni momento della vita. Mia madre è una bravissima disegnatrice come tutti i suoi fratelli. In famiglia, onestamente, quasi tutti ce la sappiamo cavare con matita in mano. È una passione comune che per quanto mi riguarda affonda le radici anche dalla parte della famiglia di mio papà. Pare che il  nonno di mio nonno (?) fosse un pittore eccentrico. Alberi genealogici a parte per me il disegno inconsciamente è sempre stata l’unica terapia. Non ricordo un giorno senza che io abbia disegnato. Tra le mie varie passioni non potrei mai rinunciare al disegno. Amo con tutta me stessa la scrittura e la fotografia ma il mio primo amore è lui. Sarebbe sempre e solo lui la scelta semmai dovessi essere costretta a decidere.

Negli anni, sempre inconsciamente, mi sono resa conto di aver “inizialmente costretto” a disegnare tutti i miei amici e le persone che amo. Ho sempre influenzato questo aspetto. E non me ne sono accorta ma me lo hanno fatto notare, che è diverso. Fino a pochi giorni fa Laura stessa, mia zia, mi ha detto che da quando le ho regalato i mandala e i colori non riesce a smettere e che è diventato il suo antistress. Il suo momento creativo. Quell’isola felice che anche giornalmente ognuno di noi ricerca. Scrivo questo post di getto con il ragù di seitan sul fuoco e mille cose da fare e lo faccio con fretta perché non vedo l’ora di cominciare insieme a te, ufficialmente. Chiamiamola disegnoterapia o come ci pare, non importa. So che tante ragazze lo scorso week end hanno comprato taccuini, penne e colori. So che molte hanno rispolverato il vecchio portacolori e si sono organizzate. So che davvero in tante stanno aspettando i cactus e tutto quello che verrà. So che non potrò esprimerti quanto questo mi renda felice, lusingata e onorata.

Non è un progetto studiato a tavolino ma una cosa nata per caso sul mio instagram di iaiaguardo, che sento più casa rispetto all’altro; dove ogni giorno mi misuro con la mia timidezza e con la voglia di aprirmi e portarti nei miei mondi. È un relax in progress perché qui la parola work, nella sua accezione più pura del termine, è abolita. Ho intenzione di organizzare delle tombolate per mettere a disposizione il materiale e moltissimo altro. Vorrei che i fogli da stampare che ti metto a disposizione avessero una cadenza regolare, come se fosse il nostro momento e per questo avessimo la certezza di un giorno. Come sai però, per preparare questo tipo di cose occorre tempo, pazienza e anche molta organizzazione ed è per questo che, prometto, mi siederò concentratissima al fine di portare a termine tutti gli obiettivi.

Oggi ti lascio il primo foglio di cactus, disegnato a mano libera e senza tante pretese. Alcune ragazze in direct mi consigliavano addirittura di dare degli esercizi e dei veri e propri compiti. Ecco, io questo vorrei evitarlo. Se c’è una cosa che non sopporto è auto eleggersi a una fantomatica figura. Io non sono maestra di niente. Nella mia vita faccio altro. Non sono una maestra. Non sei un alunno. Siamo insieme e stiamo sognando e giocando fianco a fianco, nulla di più. Poi, se magari, può essere da incentivo darci degli obiettivi lo faremo pian pianino strada facendo ma sono sicura che facendo così, senza regole e briglie sciolte proprio come sono stata educata e cresciuta, riusciremo a divertirci di più.

Con i fogli che ti lascio, e che puoi stampare, puoi fare diverse cose:

1- puoi colorare

2- puoi ricopiare

3- puoi ricalcare

Questi indirettamente sono già degli esercizi. Colorare rilassa e ti mette alla prova con gli spazi, ricopiare ti insegna a emulare per poi capire cosa ti piace e cosa no, ricalcare ti aiuta ad affrontare per la prima volta i veri giri dei disegni. Sono cose però che pian piano approfondiremo. Così.

Semplicemente.

 

Con l’approccio dei bambini. Scanzonato, senza regole e con tanta voglia di creare. Come ho avuto modo di dirti, e credo proprio che ci farò un post specifico, nessuno sa disegnare. Nessuno non sa disegnare. Ognuno disegna a modo proprio, canta a modo proprio, parla a modo proprio, si muove, corre, scrive, fotografa a modo proprio.

E sta tutto lì. In quel “a modo proprio”, che poi è la personalità di ognuno di noi, dove tutto ha inizio  e mai finisce.

Con questo post di apertura ci tengo a ringraziarti tantissimo per tutto quello che fai per me. Sono anni, che se condivido parte dei miei taccuini e delle mie idee con te, è solo merito tuo. Non porto nei miei mondi, nella mia testa e nel mio cuore persone di cui non mi fido. E il fatto che io mi fidi di te e tu di me la dice lunga su che meraviglia io sia riuscita a ottenere da questo mezzo.

Grazie infinite e.

Colori alla mano perché: si comincia!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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