Neverfull Vuitton GM: sicura e resistente

Da dieci anni amo incondizionatamente questo modello di Louis Vuitton e se dovessi scegliere una su tutte tra tutte le innumerevoli del catalogo sarebbe sempre e solo lei: la Neverfull. Rinuncerei pure a una delle mie più grandi passioni, ereditate da mamma, la Keepall. Perché quella che scrive è una che intende per borsa: un borsone gigante da week end. Pure se devo infilarci solo dentro il portafogli e telefono.

I formati sono tre: PM, MM, GM.

  • La PM è la petite  29 x 22 x 13 cm
  • La MM è la medium 32 x 29 x 17 cm
  • La GM  è la gigante 40 x 33 x 20 cm

Disponibile nelle tre tele Monogram, Damier Azur e Damier Ebène, ha da relativamente poco tempo subito dei piccoli “aggiornamenti”. Trovi tutti i dettagli e la possibilità di configurarla -proprio come gli uomini fanno con le macchine- sul sito ufficiale. Nella Monogram si ha anche la possibilità di mettere bande di diverso colore con le iniziali (con punto o senza punto). Non intendo le iniziali sotto i manici -che fanno anche sul momento in boutique- ma proprio la stampa sul Monogram con lettere ben più visibili; che da poco tempo possono essere anche con font più grande. Lo dico perché sì, ho fatto scrivere Koi (il mio cane). Lo so che stai fissando il monitor con sguardo incredulo ma andiamo avanti.

Adesso si ha anche la possibilità di scegliere il colore interno; giusto per esempio nel damier azur era disponibile solo il beige mentre adesso anche il colore rose ballerine, delizioso e perfetto con quello che rimane fondamentalmente un azur sì, ma che vira indiscutibilmente al grigio. Una delle tante particolarità della Neverfull è la resistenza, ed è proprio su questo dettaglio che vorrei soffermarmi. Il fatto che possieda la pochette amovibile con zip è un surplus; può essere infatti portata a mano la sera dopo essere stata staccata, ergo shopping il giorno e pochette la sera/due in uno, e un tascone gigante (in alto a destra proprio dietro il tascone troverai il code che ne certifica, insieme a tutti i più evidenti dettagli, l’autenticità) la rende totalmente sicura.

In che senso? Ti parla una fissata delle cerniere e delle borse chiuse. Sono quanto di più lontano dall’immaginario della donna easy con la borsa aperta che perde le chiavi e non trova nulla nel caos. Sono un’antipatica e insopportabile maniaca dell’ordine. Non porto moltissime cose e tutte sono comunque ordinatissime e suddivise in poche e necessarie pochette, al fine di catalogare e dare un senso. Una psicopatica, insomma. La mia paura, vedendo la Neverfull per la prima volta, nonostante mi servisse una borsa di proporzioni giganti era proprio la sicurezza. Sono bastati pochi giorni per rendermi conto che non dovevo temere, assolutamente.

All’interno della tasca gigante interna il portafogli ci sta bello comodo. Non intendo un portafogli piccolino verticale ma uno di quelli che supera la stessa pochette con dodici fessure per le carte. Di quelli insomma che potresti andarci a fare la spesa, magari mettendolo sotto l’ascella come negli anni 50. Farebbe molto vintage, glamour e d’antan. Per la serie “inutile dirlo ma lo dico” la tasca gigante rimane tale commisurandola alla grandezza della taglia che si sceglie. Nella GM riesci a metterci non solo il portafogli enorme di cui ti parlavo ma pure il telefono e le chiavi, oppure un’altra piccola pochette. Come vedi dalle foto che ho realizzato c’è quel piccolo occhiello laterale alla tasca a cui puoi agganciare la pochette -compresa nel prezzo- oppure anche altre tue pochette; anche perché molte in commercio possiedono il gancetto. Ne riesco a mettere due, per intenderci.

Neverfull Damier Ebène

Sicura perché gli oggetti più preziosi -come portafogli, chiavi e telefono- possono essere tranquillamente isolati dal resto, prima di tutto. Perché si può restringere lateralmente e facilmente ai lati (cambiando anche di molto la forma e diventando una trasformista per eccellenza) e non in ultimo perché sempre con il concetto a gancio puoi chiuderla sopra con un altro piccolo moschettone dorato che si trova sopra la tascona gigante interna. In un luogo affollato, per esempio, già chiudendo i laterali si sta molto più sicuri perché è difficile che qualche mano si possa infilare dentro.

Quelle che ti mostro oggi sono tre classici modelli GM nelle diverse tele. Questa Damien Ebène ce l’ho da circa sette anni ed è in perfettissime condizioni nonostante abbia caricato pesi considerevoli e -speriamo non mi sentano le altre- rimane la mia preferita, sarà per l’interno rosso. La Monogram è un evergreen utilissimo soprattutto durante le trasferte, i viaggi e i giorni di spesa mentre quella in Damier Azur per smorzare un po’ il mood “cupo” magari le sere d’estate. Poi che io sia sempre total black pure a Ferragosto con cinquanta gradi è un altro discorso.

Dicevo che non sono una che tiene troppa roba in borsa ma occorre una specifica. Tengo poca roba spesso molto pesante, però. Giusto per capirci qui un Mac pro da 13 e un ipad pro da 12 -più due telefoni, portafogli e varie senza dimenticare caricabatterie et similia- li ha sempre trasportati eroicamente e stoicamente. Si direbbe guardando l’apparente leggerezza dei manici che non potrebbe mai reggere così tanti chili e invece oltre alla sicurezza è proprio la resistenza che stupisce.

La Neverfull insomma è un modello ingannatore. Credi che non sia sicura e ti smentisce subito. Credi che non possa trasportare oggetti pesanti e ti sorprende nuovamente.

Sicura, resistente e comodissima

Questa it bag è perfetta per il lavoro, il tempo libero, i viaggi e per lo sport. Sì perché all’interno puoi pure infilarci dentro un divisore con un cambio (e non esagero dicendoti che ci entrebbero pure delle scarpe). Leggenda popolare vuole che la taglia delle borse venga scelta in base alla corporatura della persona che andrà a indossarla e per certi versi è verissimo; non sono d’accordo -inutile opinione personale- sul fatto però che le persone meno alte debbano però assolutamente ripiegare sulla PM. Io, che sono un armadio a quattro stagioni e quindi molto alta e con le spalle molto larghe ho comunque la PM e onestamente non sembro ridicola. Di certo la GM è perfetta da un punto di vista visivo ma la borsa comunque va scelta secondo le esigenze e non i target fisici. Nella PM, ovvero la più piccolina su cui magari poi ticchetterò prossimamente qualche riga, ci sta -giusto per capirci- anche un ipad ed eventualmente un mac 11. Rimane comunque una borsa degna di capacità. Di sicuro va detto che in medio stat virtus trova anche in questo la giusta applicazione e che il taglio medio è indiscutibilmente per tutti. Da parte mia sono votata alla GM. Ci trasporto il mio mondo. La Reflex senza problemi e pure un cambio obiettivo. Non riuscirei mai a rinunciarci proprio perché negli anni ne ho provate tantissime ma puntando alla qualità altissima -discorso fashion a parte- non si sbaglia. E Vuitton onestamente non mi ha mai deluso, a differenza di altri brand di fascia alta che con tessuti tecnici e manici rinforzati mi hanno lasciato letteralmente interdetta; avremo modo di parlarne.

Per quanto riguardo la preservazione della Neverfull va detto che -da brava maniaca ossessiva- le conservo sempre nella dust bag. La tela subisce variazioni di colore in virtù delle temperature, dei profumi e dei prodotti -anche igienizzanti-che si adoperano sulle mani. Quel beige chiarissimo dei manici con il tempo si scurisce e confesso di essere diventata un’esperta e di aver tratto delle considerazioni dopo un uso continuo decennale. La tela la pulisco sempre con un panno morbido imbevuto di acqua leggermente insaponata con sapone di marsiglia ma non vado a inumidire le parti di rifinitura in pelle, soprattutto quella chiara dell’azur e del monogram.

Alcuni miei modelli non li ho conservati con la carta dentro e nonostante non abbiano subito brutte piegature nel tempo è sempre consigliabile mettere della carta (sai quella classica modello che usano le sarte? Ecco quella tutta appallottolata) e poi la dust bag. Onestamente le Neverfull GM essendo borse che adopero giornalmente le appendo direttamente -sempre vuote- sulle grucce in modo da avere a disposizione quelle due o tre immancabili durante la settimana. Sul fatto che lasci sempre la borsa vuota magari ne parliamo un’altra volta (in un’altra puntata di Io e le mie ossessioni, magari).

Un investimento decennale. Una borsa che chiaramente ha un prezzo essendo collocata nella fascia medio alta ma dalla quale non ti separerai mai. Sarà un’ottima e fida compagna giornaliera, di viaggio e di sorrisi. Non contando che sarai comunque sempre in ordine e alla moda, qualora ti interessasse, con un prodotto intramontabile e sempre attuale.

 

Neverfull Monogram

Neverfull Damier Azur

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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