Ricette Vegetariane e Vegane

Caffè

Ho smesso di bere caffè quando ho smesso di fumare. Poi ho ricominciato a fumare e ho ricominciato a bere caffè. Ho smesso poi di fumare nuovamente e ho continuato a bere il caffè. Adesso che sono passata al  decaffeinato se i conti tornano dovrei ricominciare a fumare.

Mi sono seduta e sulle note dell’ipad, che non è vero che riscalda tanto, mi sono scritta tutti i possibili vizi.

Cominciare a bere alcolici. Passo.

Mi piace l’idea di dire ” non ho mai bevuto un goccio di alcool in tutta la mia vita. “  -“ma neanche la birra? mai mai ?” -“Mai”. Mi piace vedere quello sguardo perplesso. E curiosa non sono. Più curiosa di assaggiare la spuma, allora. Mai bevuta.

Ricominciare con la coca cola. Anche zero. Passo.

Non ci credo che abbia zero calorie perché sono diffidente e se prima mi fidavo pure dei passanti adesso guardo con sospetto pure il passerottino che si poggia sul muretto di pietra lavica. Ho paura che sfregi il nano da giardino con il becco, giusto per dirna una. Ne bevevo tre litri al giorno e lievitavo come fossi nella fabbrica del cioccolato. Ma quello degli anni settanta, eh. Nulla togliendo a Burton, che il cielo mi perdoni.

Cominciare seriamente a mangiarmi le unghie come mai ho fatto. Passo.

Non potrei scegliere le nuance e sperperare denaro scegliendo colori introvabili e fashion. Non attaccherei le mie tip. Non parlerei con la mia amica Mary di vita  e ricordi. Non ci sarebbero risate e commozioni e quindi no. E poi mi piace quando brucia tutto nel fornetto. E’ un masochismo irrinunciabile che mi ricorda quanto sia difficile essere donna. Come la ceretta, insomma.

Ricominciare a roteare i capelli tra le dita. Passo.

Trascorro così tanto tempo a lisciarmeli questi maledetti capelli che prendono qualsiasi tipo di forma dopo pochi minuti che il tempo sarebbe sprecato e pure l’olio lisciante della Kerastase. E poi santo cielo mamma mi ha regalato quella ultra professionale. Piastra di eccezionali prestazioni, dicono.

E allora considerato che non sono disposta a scendere a compromessi con i miei vizi passati  e inesistenti e volendo rimanere fortemente aggrappata a tutte le mie meravigliose manie e fobie, del tipo lavarsi le mani ogni quindici minuti, non toccare nulla che non sia stato opportunatamente disinfettato, usare ettolitri di amuchina quando si viaggia. Cedo e mi concedo. Uno scaricanervi. Uno deve essere mio.

Ho scelto di disegnare. Nel senso che ho scelto di non smettere di farlo in quei tre minuti in cui cerco un diversivo.

Perché a quanto pare il diversivo può essere la normalità. Ottimizzare i vizi e renderli l’esatto contrario di quello che sono. Non più un comportamento ripetitivo e nocivo. Credo sia questa la lotta per migliorarsi, del resto. Quanto meno ci provo.

Se non ci riesco ho la scusa per ricominciare a bere caffè. Toh guarda. Non ci sono riuscita. Cafffèèèèèèè per me, grazie.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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