Ricette Vegetariane e Vegane

Un Bento velocissimo e isterie femminili


Il Bento di oggi velocissimo e fresco comprende:

Insalata con Noci, Caprino accompagnato da riso basmati bianco semplicissimo, da gustare con senape e maionese speziata e per rinfrescarsi mela tagliata a fiorellino irrorata di succo di lime (che non la farà annerire)  e zucchero. Mini sandwich con cremina al tartufo bianco per un tocco un po’ così. Antipatico come il Nippotorinese, sì.

Adoro l’erbetta che divide le varie sezioni del bento e quel Rilakkuma infilzato sospeso nel vuoto non può non farmi sorridere. A volte mentre confeziono i bento mi viene una voglia smisurata di avere un bambino. Confezionare bento per lui e sospendere orsetti su pianeti di sandwich. E’ una voglia incontrollabile che mi rende schizofrenica a tal punto che rispolvero i nomi che abbiamo deciso (ho deciso tutto eh. Anche il colore della culla. Ho pure un moleskine dove vi è il grande progetto bimboso) per paura di essere in ritardo. Come se lo fossi davvero sto lì a tagliare mele a forma di fiorellino mentre cerco di calmarmi e inspirare. Espirare. Come se fossi in gestazione. Poi quando, in ritardo, arriva la razionalità o quella cosa presunta che ci somiglia, cerco di calmarmi e rassicurarmi pensando che forse un altro po’ di tempo ce l’ho. Immaginarsi soltanto in attesa di un nanetto è già difficile per tutti. Generalmente è faticoso sopportare una donna gravida se a questo soggetto si dà una connotazione che potrebbe essere definita: normale. Figuriamoci  se si tratta di me.

Solo che poi le scimmiette reggi riso e l’erbetta sparti riso-maracuja mi rendono inerme e non posso fare a meno di volare con la fantasia. E dovrei anche smetterla di volteggiare usandola perché non ho più 22 anni e la menopausa incombe. Insomma dal Kusmi alla menopausa è un attimo ed io non ho minimamente idea di cosa stia dicendo.

Ah sì. Rilakkuma che volteggia su un sandwich al tartufo.

Sono pronta per tagliare mele a fiorellini e dialogare con scimmiette che reggono il riso ma forse un po’ meno per la lucidità e la fatica dell’atto che più mi terrorizza. A volte vorrei possedere un minimo di quella sicurezza che avevo anni fa, quando sostenevo che diventare mamma era un processo naturale e che non occorreva crogiolarsi in troppe paranoie. Se in molti miei atteggiamenti e comportamenti sono rimasta bambina e non ho certo perso “il fanciullo” in questo argomento sì. Vi è l’entusiasmo iniziale di quell’orsetto che volteggia ma sempre cade su sandwich di dogmi e realtà ai quali non so dare connotazioni precise proprio perché non solo non conosco ma da cui rifuggo letteralmente.
Non sono pronta a dividere i miei giochini con un nanetto e a dare priorità all’insegnamento di vita quando ancora per prima non ho capito assolutamente nulla io. Il meraviglioso dono della sintesi improvvisa? Uhm.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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