Ricette Vegetariane e Vegane

Cookies al fondente di Cattivissimo me

Vorrei poter stare qui a parlare della mia smisurata passione per i Minion per giorni. Anzi no. Per mesi e forse anni. E non mi stancherei mai. Anzi vorrei poi poterne parlare di più e più ancora. Di questi piccoli nani da giardino travestiti da sorpresine kinder con tute da metalmeccanico. Di questi piccoli lupini, quasi come favette gialle e chicchi di mais.  E. E basta perché sta suonando il telefono e devo rispondere.

La mia non è una passione improvvisa o una moda del momento. La mia è dedizione e amore vero, profondo e sincero da sempre (diapositiva del 2011 a me! clicca qui!). Già dalla loro prima comparsa mi ero dilettata in un cupcake Minion (malissimo, lo so. DIapositiva del 2011 a me!) che più volte ho promesso di rifare senza successo, ahimè ( ma lo farò! *detto con il tono del Gatto con gli stivali di Shrek).

I Minion sono una religione da osservare silenziosamente e con devozione. I Minion sono filosofia quanto il nano da giardino. Li vedi ovunque. Nel mais. Nei limoni. Nel sole e in tutto quello che è giallo. E solo il cielo sa quanto io detesti fortemente il giallo; perché se il verde mi fa paura, il giallo mi fa proprio ribrezzo e schifo assoluto senza preoccuparmi di trovare sinonimi o mezzi termini.

Pare che il verde piaccia alle persone estremamente intelligenti e che il giallo sia sintomo di vivacità intellettuale. Presto detto: li odio. A conferma della mia idiozia. Per la mia Rubrica Cibo e Cinema e progettini segretissimi annessi, come ho più volte ribadito mi sparo in vena visioni di qualsiasi tipo e snocciolo analisi cinematografiche da critico fallito in correlazione al Dio Cibo. In qualsiasi corto-lungometraggio dove ci sia cibo è incredibile constatare correlazioni psicologiche con la fotografia, regia e sceneggiatura. Una determinata portata all’interno della visione non è mai “a caso”. O forse sì e la mia psicolabilità crea correlazioni inesistenti. Ma poco importa.

In Despicable Me (Cattivissimo Me), sia primo che secondo capitolo, di cibo ce ne è e anche tanto.

Squali enormi che finiscono come vittime sacrificali su tavoli dove comitive di amici aspettano il sushi, una bottega interamente dedicata come fosse una bakery alla realizzazione di cupcake (i Minion stessi ne preparano con le loro fattezze) specialmente con glassa di mirtilli da spetasciare in volto e. E sombrero enormi di nachos con guacamole dentro mentre Agnes si sfonda di churros. Il ristorante dedicato alla Salsa di El Macho e camionette di gelato di cui i Minion vanno ghiotti. Margarita come se piovesse e banane – banane come non ci fosse un domani.

Ma la vera protagonista è senza dubbio la Marmellosa (che farò presto al Limone o alla banana o un curd. O qualcosa che rievochi i Minion, insomma. Seppur la ricetta originale della Marmellosa pare essere piena zeppa di uno schifosissimo tuttifrutti) insieme ai Cookies al Cioccolato. Sì proprio i famigerati Cookies classici che tanto impazzano sul web e sulle confezioni da supemercato. Che siano sottoforma di “Chips” o che siano con avena (ve li ricordate i miei? Nella versione mirtilli e nella versione cioccolato?) gli American Cookies burrosi e friabili è difficili non idolatrarli. Dai più piccini ai più grandi ai Cookies è davvero difficile dire di no (a meno che non vi troviate una vegana come me davanti, intendo).

Sono andati letteralmente a ruba e vi lascio volentieri Ricetta (la videoricetta non l’ho ancora montata ma comparirà a breve) sperando che durante l’assaggio anche voi vediate un Minion. In Cattivissimo Me 1 compaiono sotto forma di micro-spie-ragnose (le bimbe del resto vendevano biscotti porta a porta. E se non ve lo ricordate urge assolutamente un ripasso) mentre in Cattivissimo Me 2 compaiono durante il “corteggiamento” di figlio-di-ElMacho con la piccola adorabile occhialuta sapientona.

Per questo motivo ho deciso che se proprio dovevamo partire da qualche ricetta in onore di Gru, Minion e prole bisognava assolutamente cominciare dai:

Cookies Americani al Cioccolato fondente

(oh. Approvati pure dal Nippo. Incredibile cosa riescono a fare i Minion!)

350 grammi di farina
250 grammi di burro morbido
3 uova
250 grammi di zucchero a velo
330 grammi di cioccolato fondente
pizzico di sale
vaniglia o cannella (io ho adoperato la cannella)

1 cucchiaino di bicarbonato.

(vengon fuori 22 biscottoni enormiiiiiiiiiii)

Lavora il burro morbido con lo zucchero aiutandoti con l’impastatrice. Poi versi una alla volta le uova , il pizzico di sale, l’aroma che hai scelto con un cucchiaino di bicarbonato. Aggiungi poi la farina setacciata pian piano continuando a far lavorare la tua fida impastatrice. Non troppo veloce. Alla fine aggiungi l’abbondante cioccolato fondente tagliato grossolanamente e lavora poco. Ottenuto un composto appiccicoso ( non preoccuparti. Sarà molle-appiccicoso e ti preoccuperai. Ma sorridi. E’ tutto giusto)  e poco lavorabile, aiutati con dei cucchiai e stendi porzioni di impasto il più tonde possibili su carta forno non imburrata che ce ne è già tanto di burro. Lascia uno spazio tra un biscotto e l’altro perché cresceranno. Inforna a 180 per 15-20 minuti. Dipende dalla grandezza e dallo spessore che avrai dato. Lascia freddare e buttateli tutti dentro lo stomaco che è cosa buona e giusta.

Ci vediamo con la Marmellosa Minionosa!

Bodublìììììììì!!!

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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