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Burrito significa asinello e la storia è davvero carina: Juan Mendez, un venditore di cibo ambulante, ebbe l’idea di avvolgere in una grande tortilla il cibo che vendeva in modo da poterlo conservare al meglio in giro per le strade. Quando gli affari andarono bene Mendez acquistò un asinello con l’intento di poter viaggiare non solo nella sua città ma anche oltre ed esportarlo. È successo davvero e da lì il successo del burrito è stato inarrestabile.
Ne ho visti tantissimi passare sotto i miei occhi durante il rewatch di Betty (Non posso scrivere il titolo perché risulterebbe offensivo) che ho cominciato qualche settimana fa; stanca di tutte le serie noiose e iper pubblicizzate avevo bisogno di tornare indietro. In contemporanea sto anche rivedendo Desperate housewife (e voglio riprendere la rubrica sulle ricette di Bree Van De Kamp che facevo un decennio fa sul blog) e devo ammettere che alcune serie datate sono più di una spanna sopra ad alcune iper pubblicizzate moderne.
Amo Betty e la sua storia. Amo la sua voglia di vivere, lavorare e vedere sempre il lato positivo delle cose. Amo i suoi outfit, la sua risata e tutto quello che riesce a insegnare.
E tu hai visto Betty?Se sì: qual è il tuo personaggio preferito (io amo la Williams in modo innaturale, confesso. La venero)? Terzo step: metti in un piatto fagioli lessi, pomodori, prezzemolo o basilico o coriandolo decidi tu, olio, sale e pepe macinato sul momento. Se vuoi anche dell’avocado.
Quarto step: Metti al bordo della tortilla il tofu e poi fagioli e pomodoro. Arrotola per bene, taglia e servi.
Una delizia incredibile che ti farà rivalutare anche il tofu qualora appartenessi alla fazione “tofu bleahhhhh!”