La cucina di mamma come tutta la casa è completamente diversa dalla mia. Ho sempre vissuto in una casa enorme, calda e accogliente. Con i tetti alti di legno e travi. Camini e forni e cappe giganti. Finestroni da dove vedi il mare e l’Etna in eruzione con spazi inutilizzati grandi e freddi. Poltrone antiche e tavoli di cristallo dove non si è mai pranzato e bagni senza alcuna ragione di esistere. Camere per gli ospiti e luoghi dove mettere scarpe, vestiti e amenità. Terrazze, balconi e.
E ogni volta che entro in quella che ancora è e rimarrà per sempre la mia casa mi perdo un po’. Abituata ormai all’asetticità della mia. Fredda, moderna, lineare e senza gingilli, soprammobili, barattoli per lo zucchero e il caffè; entro davvero in uno stato confusionale. Ci sono i piatti appesi al muro che ho dipinto per mamma quando ero piccola. Ci sono i quadri che mamma ha appeso per mostrarli orgogliosa ad amici, parenti, conoscenti mentre io vorrei solo nascondermi.
A venti anni ho disegnato un quadro orrendo con una sorta di Cleopatra e tanto di tappeto simil tigre peloso. Ai limiti dell’osceno sta lì tronfio all’entrata dello spogliatoio e mamma dice “Bellissimo. Bellissimo” ogni volta che passa dopo che io gettandomi in ginocchio l’ho supplicata di buttarlo nel camino.
E’ un po’ un mausoleo la casa di mamma. E’ diventata una vetrina che racconta la mia vita. Una sorta di timeline con orari precisi e periodi e c’è un misto di tristezza e malinconia quando vago tra quelle mura. Non mi piace molto cucinare a casa di mamma. Non c’è lo sbattitore elettrico e le fruste e non ci sono i coltelli di ceramica. Le forchette non sono perfettamente allineate e nessuna cosa è sistemata per nuance di colore. Capita addirittura di aprire un cassetto e trovare una pentola fuori posto non perfettamente sistemata in ordine di grandezza. E allora mi giro e dico a mamma “sistemiamo?”. Lei mi guarda e dice sempre la stessa identica cosa “non pensavo che saresti diventata così”.
E se certi giorni è un complimento, altri no. La conserva di cipolle caramellate l’ho cucinata da mamma. Avevo voglia di mettere un barattolo su una mensola ed io che mensole non ho se non librerie Kartell arrotolate un po’ come mi gira, ho deciso che dovevo tornare lì, nel mausoleo di ricordi dove quella Cleopatra non scomparirà.
La luce è completamente diversa e senza il bianco non so fotografare. C’è troppo marrone, vita e colore. C’è un vissuto che non ho e barattoli di ricordi che ancora devo riempire e catalogare e anche forse ridurre in pillole perchè al contrario di mamma io spazio ne ho poco. La mia casa è totalmente diversa; per scelta l’ho voluta piccola, asettica e maniacalmente ordinata ( ora non che mamma non sia maniacalmente ordinata eh! Parliamo di due psicopatiche ma con un modus operandi diverso).
Anche se un trasferimento è previsto perchè i pupazzetti hanno davvero bisogno di spazio. Lo faccio per loro. Solo per loro.
E’ una ricetta semplicissima quella delle cipolle rosse di Tropea caramellate. Mentre le affetto mamma mi racconta di quando da piccola andava a Tropea. Spostandosi nella sua terra da Scigliano al mare. Mi racconta delle partite di pallone e di quando papà la faceva soffrire. Di quando rubava i bocconotti; io non posso non pensare a Cey che schifata dice “No, io odio i bocconotti”. Eppure sono i dolci preferiti della mamma. E qui si sono cucinati esattamente un anno fa ( clicca qui per la ricetta dei Bocconotti)
La ricetta la prendo proprio da un regalo meraviglioso fattomi da Cey e Fab, ovvero le Stagioni di Donna Hay dove le immagini somigliano molto più alla cucina di mamma che alla mia. Dove vi sono cestini colmi di prelibatezze, bimbi e vecchi.
A casa di mamma si entra con le scarpe, e da me non si fa. I bacilli e i batteri sono fuori. A casa di mamma si mangia in un tavolo grandissimo dove ci possono essere forchette di colori diversi, e da me no. Ci sono forchette uguali e allineate. A casa di mamma ci sono tanti quadri ai muri che raccontano diverse storie, e da me no. Solo due stilizzazioni rosse e nere senza storia, identità e vita. A casa di mamma si può essere vivi, da me eterei e senza corpo.
Mentre mi diverto a scattare un po’ innervosita e stizzita dal disordine visivo dei colori , lei ride chiamandomi psicopatica. E tra abbracci e papà che continua ad affondare cucchiai nella marmellata dicendo “buoooooooooooo questo cosoquicosè?”, trascorro una giornata viva e con la testa senza corpo lontana anni luce da casa mia io che a casa mia sono.
Quando dico casa mia riferendomi a quella dove dormo al momento mamma dice “no è questa casa tua”. Quando dico “casa tua” per riferirmi meglio a quella dove mamma dorme, lei e papà arrabbiatissimi dicono “nostra”. Se dico casa nostra per non offendere nessuno mi si chiede “ma quale?” e allora poi mi dico che.
Che è normale essere completamente fuori di testa con queste due meraviglie con cui mi ritrovo a vivere in qualsiasi casa. Perchè in effetti io casa non ho se non loro due.
Ingredienti: 1, 5 kg di cipolle rosse, sbucciate e tagliate non troppo sottili, 125 ml di aceto di sherry, 100 grammi di zucchero di canna, olio extra vergine di oliva, sale e pepe nero macinato sul momento.
Dopo aver lavato e tagliato le cipolle versa in una padella capiente dell’olio extra vergine di oliva e quando è caldo butta dentro le cipolle. Cuoci mescolando di tanto in tanto per circa 25 minuti. Unisci lo zucchero e l’aceto e aspetta che si caramelli il tutto. Nonostante il composto ti sembrerà ancora eccessivamente liquido dopo un po’ di minuti, ricorda che quando il fuoco sarà spento si addenserà all’istante. Togli subito dal fuoco e sistema in vasetti o recipienti.
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Dopo aver ricevuto parole lusinghiere a dir poco da Iphone Italia e Ipadevice la mia Applicazione per Iphone e Ipad continua ad essere scaricata inesorabilmente. Si parla di numeri da capogiro santocielo.
Davvero ho difficoltà enormi ad esprimermi al riguardo. Non tento neanche di provare a far capire quanto io sia immensamente felice e.
E insomma no davvero non ho parole. Grazie. Grazie infinite.
Mi viene ripetutamente chiesto se esista anche una versione per Android. Confesso di non conoscere nessuno ma qualora qualcuno interessato mi leggesse si faccia avanti, santapizzetta! (sto davvero interessandomi e presto ci sarà anche una versione per Android* tornando seri o perlomeno cercando*)
Mi spiace moltissimo non aver potuto lavorarci su in questi giorni ma sono stati davvero troppo intensi-cruciali-frenetici-esaurimentoaiuto. Sperando di farmi perdonare al più presto ( perchè davvero ci sono tantissime novità a breve), giusto ieri ho aggiornato qualche sezione e inserito anche alcune insalatine velocissime.
Ho introdotto inoltre sperando possa essere d’aiuto ” La Ricetta del giorno”; ovvero l’ultima ricetta inserita insieme ad una scelta random che cambierà con l’intenzione di essere un’ispirazione.
Ci sono molte cose che non vanno nell’App e lo riconosco. In primis la scelta infelice del font , nonostante mi piaccia e molto e faccia ormai parte dello “stile Gikitchen”, troppo piccolo per iphone seppur perfetto per Ipad. La risoluzione diversa dell’ Ipad, giusto per chiarire poi, non dipende dalla risoluzione delle mie foto ma non andando troppo sul tecnico : l’ipad non ha il retina display. Amen ( ha quindi una risoluzione più bassa dell’iphone e pertanto le foto su iphone risultano “perfette ” mentre su ipad leggermente sfocate)
Dovrò lavorare ( e sodo) anche a questo e grazie al cielo ho pure due critiche ufficiali di tutto rispetto che amo: Sara e Peppina. Insieme a loro due, cercherò di sistemare tutto prima di finire in un reparto psichiatrico.