Ieri sera mi sono premiata con una telefonata. Sì, perché per me è un premio. Parlo pochissimo al telefono “per piacere”; generalmente mi diletto ad indicazioni, raccomandazioni, deliri e urla. E’ difficile che io possa blaterare amorevolmente senza costruzioni, maschere e doveri. Il mio regalo è stato Giulia  che con una voce che conosco da sempre mi ha fatto fare un giro per mare, terra, luna, vulcano. Siamo state a Torino nella casa urlante dove è stato girato profondo rosso e siamo passate per la Garbatella e tutti i negozi di accesoristica a Roma. Mangiato tanti ma proprio tanti dolcetti americani e tenuto per mano il caffè di Starbucks. Quello lungoolungggoo schifosissimo nauseabondo, sì. Abbiamo fatto un salto a Londra comprando Momiji e poi siamo volate dritte dritte a mangiare woophie in America. Abbiamo sfornato cupcake durante una serata di Gala vestite con un abito lungo nero lei e da flamenco io e organizzato cake pops fino a scoprire che esiste un tortino ma in versione cheesecake. C’è stata la pagina 212 e una glassatura al limone con semi di papavero. E Nani. E risate. E foto ed etciù. E’ stato un viaggio importante solo andata senza ritorno, senza fobie e paure, quando il tempo non basta mai purtroppo e l’eternità dovrebbe esserti concessa. Perché sono mancate tantissime altre parole e sogni da realizzare singolarmente ed insieme ma fortuna che c’è tutta la vita per farlo. Ho la certezza di poter esser me stessa con Giulia. Non devo preoccuparmi più di essere quell’amica assolutamente imperfetta, sbadata, svampita e insopportabilmente ritardaria. Posso essere l’orrenda amica che sono. E per questo non smetterò mai di ringraziare Giulia; la mia piccola pulcetta.
Tra l’altro poi vengo a sapere della sua passione per i bento box. E non ci sarebbe molto da stupirsi considerato che ci accomunano tante di quelle cose che elencarle sarebbe una perdita di tempo. Fidanzati senza una vocale finale giusto per cominciare sino ad arrivare a stessi libri e interessi. E per oggi era giusto previsto un Bentino velocissimo vegetariano.Â
In preda ad un raptus qualcuno mi ha costretto a contare i miei Bento Box. Che stress, uff. Detesto contare le cose che mi piacciono perché generalmente se rientrano nelle mie grazie aumentano esponenzialmente di quantità . Mi sono resa conto di collezionare qualsivoglia amenità che mi piace. Se mi piace qualcosa non ne possiedo una quantità normale ma deve andare ben oltre il parametro “vergognoso”.
Queste considerazioni non sono frutto di un’autocoscienza bensì di un lavaggio del cervello fattomi dal maestrino Nippotorinese stanco di occupare il tre per cento della casa contro questo novantasette per cento.
E mica è colpa mia se ho tante passioni! Ce l’hai tu la passione per i nani da giardino? no. Ce l’hai tu la passione per Totoro? no. Ce l’hai tu la passione per le borse? no. Ce l’hai tu la passione per le creme antirughe? no. Ahem questa non doveva rivelarla pubblicamente. Insomma per dire che se mi piacciono i Bento Box non posso possederne soltanto una ventina. Io devo averne almeno un centinaio, ecco.
E non credo affatto di aver torto marcio; o per meglio dire credo di averlo sì ma non me ne importa nulla. Perché santocielo avvicinatevi al monitor e apprezzate questo bel faccino ritratto nella plastica del contenitore. Potevo forse lasciarmi sfuggire l’intera collezione? Anche se l’altro aveva semplicemente il cappello rosso, potevo lasciarlo lì? C’erano pure gli sconti e quando ci sono BISOGNA approfittarne. Da qualche parte questa legge esiste. E chi sono io per non rispettare le leggi? I bento box sono utilissimi per chi pranza fuori e non è  il mio caso. I bento box sono utilissimi poi per chi ama tanti stuzzichini diversi e assaggini appetitosi e non è  il mio caso. I bento box sono utilissimi poi per sfoggiare meraviglie culinarie davanti gli occhi estasiati dei colleghi che tristemente si accingono allo squallido trammezino e non è il mio caso. Insomma se tre su tre non sono il mio caso va da sè che io necessito obbligatoriamente di un bento box da riempire con tanto ananas, sale e limone da mangiare da sola sul terrazzo insieme ai miei nani da giardino.
NUNFAUNAPIEGA.
Si vuole forse negare ad una bimba sola in casa emarginata con i nani da giardino la gioia di possedere cento bento box? ( quando la butto sul drammatico e la solitudine generalmente si commuovono tutti e mi danno ragione. Tecniche di figlia unica viziata. Ho tanto da insegnare, io).
Insomma a me fare i bento piace e non è un segreto e quando il Nippotorinese si ritrova a tavola una scatolina bento piena di meraviglie nonostante lui non pranzi in ufficio ma venga a casa appositamente per farlo insieme a me, dice ” ah. E almeno li adoperiamo “ con un’aria anche discretamente convinta. Basta organizzarsi del resto. A volte , quando gli faccio trovare il bento box per pranzo, lo invito a fingere di essere in ufficio e far finta che io sia una collega.
A me piacciono moltissimo i teatrini e i ruoli. Nel senso che mi piace proprio stabilire di essere una persona diversa e recitare una parte. Dapprima questa mia passione non lo convinceva ma adesso santocielo quante soddisfazioni ! Recita benissimo.
Ho fatto la collega antipatica che parla male dell’amica di scrivania e quella con problemi di cuore. Ho fatto anche il collega uomo e ho opportunamente dipinto il mio volto con dei baffi ( amo essere credibile) e indossato un papillon. Non è poi così faticoso mettere un papillon, suvvia ( ne ho diversi e ci tengo a precisarlo)
Così io posso usare i bento box. Lui è in ufficio e tutto sembra più credibile e la routine di coppia si rinvigorisce con nuovi e interessanti amicizie e personaggi.
Il Nippotorinese mi invita sempre a omettere alcuni particolari reputandoli bizzarri. Dice di volermi tutelare ma da cosa santocielo? Mica è così assurdo fare bento box a pranzo e fingere di essere un collega con un papillon. Scommetto che parlandone tutti insieme anche voi mi direte che l’avete fatto- avete intenzione di farlo- fate altre cose da cui posso trarre ispirazione.
- Insalata di Radicchio e Arancia
- Farro perlato agli agrumi
- Il Sushi di Insalata Russa alla Iaia
Il Bento velocissimo e anche vegetariano e gustoso di oggi è composto da un’insalatina velocissima di radicchio e arancia amara. Due amari diversi che si sposano benissimo. Basterà tagliare a listarelle le bucce d’arancia e con il succo condire il radicchio insieme a dell’olio, sale e pepe nero freschissimo macinato sul momento. Ad accompagnare questo radicchio e arancia c’è del buonissimo farro perlato che richiama gli agrumi perché servito con una spruzzatina di lime fresco e olio extra vergine d’oliva e a completare l’invenzione iaiosa dell’anno ! Rullo di tamburi e pure un colpo di chitarra elettrica giusto per esagerare ( Pani intonerà una rullata sulla tastiera agitando i capelli e io canterò. Ok no, dai per il bene dell’umanità no).
Cos’è l’invenzione iaiosa dell’anno? Uff. Confesso pure ( giornata di outing) che ho la fissa di arrotolare tutto a mò di sushi. L’altro giorno era avanzata una semplicissima insalata russa composta da uova sode, patate, piselli, carote,  e maionese ( alla piemontese rigidissima per intenderci ma senza tonno) e non avevo proprio voglia di rimetterla in tavola così. Anvendo intenzione di fare il pranzo con il bento box in casa ( e conseguente scenetta collega con papillon) ho pensato bene di donare un’aria nipponica all’insalata russa. Ma come? Detto fatto. Frittatina velocissima e arrotolamento selvaggio. In pratica al posto del ripieno classico riso-pesce o riso-frutta o riso-verdura ho messo semplicemente all’interno della frittatina sulla stuoietta da sushi, quello che era avanzato dell’insalata russa e diligentemente ho arrotolato per poi tagliare a tocchetti. Oh un successone questo Sushi di Insalata Russa. Lo riproverò magari in altre varianti . E visto che siamo nella settimana vegetariana ometterei giusto la maionese o al massimo proprio un cucchiaino picciuino picciuò (fatta in casa è meglio, uff. Vabbè non esagero però…)
Questo bento vegetariano ha tutto quello che serve per un buon pranzetto bilanciato e neanche troppo calorico. Certo esagerando con il sushi di insalata russa si possono raggiungere le ottomila calorie in men che non si dica ma visto che non bisogna neanche mortificarsi troppo ( faccio un ripasso per me eh. Mica dispenso consigli, ci mancherebbe) qualche pezzotto ci sta e pure bene. Una dose di carboidrati non indifferente e una freschezza leggera insalatosa unita a qualche proteina regalata dalle uova.
A primavera qui ci saranno moltissime elaborazione di bento ( giusto ieri ne mostravo qualcuno su Instagram) che spero possano donare qualche spunto per questo simpaticissimo modo take away ma anche take away in home ^_^
Del resto sono sempre quella che non volendo andare in campeggio per non subire i disagi delle docce comuni ho comprato la tenda e ho fatto tre notti in terrazza. Basta un po’ di fantasia e se hai paura di un mondo. Il mondo puoi creartelo tu in casa. Basta solo fare attenzione e non rimanere intrappolati.