Ricette Vegetariane e Vegane

Poltergeist e Pizza con Peperoni

  • Poltergeist Demoniache Presenze –  1982
  • Regia: Tobe Hooper
  • Scritto da Steven Spielberg, Michael Grais, Mark Victor
  • Prodotto da Frank Marshall, Steven Spielberg
  • Musica: Jerry Goldsmith
  • Fotografia: Matthew F. Leonetti
  • Montaggio: Michael Kahn
  • Scenografia: James H. Spencer

Poltergeist è una ghost story ma anche hanunted house e per un occhio attento non sarà difficile cogliere che c’è proprio la “regia” di Spielberg perché a tratti pare proprio che debba spuntare Et che rutta birra da un frigo ricolmo di insalata di patate.

E’ una delle prime visioni . Ero alle elementari e la scena della coscia di pollo con i vermi ha contribuito al germe del mio vegetarianesimo insieme all’uccisione del mio coniglio bianco: Neve. Nessuno dei miei amici lo aveva visto e devo averlo pure raccontato da qualche parte qui. Nel collegio in cui stavo c’era la mensa e in questa chiaramente i bimbi parlavano un po’ di tutto quando il giovedì c’era il riso con la salsa al forno e la simmenthal per secondo. Glissando sulla discutibile educazione alimentare del prestigioso collegio c’è da dire che ricordo molti dei piatti che venivano serviti a scadenza settimanale. E quindi il mio ricordo appartiene proprio al giovedì perché davanti ad una simmenthal mi trovavo. Loredana la mangiava avidamente ed io affettavo mozzarella, che era l’alternativa alla triste scatoletta. Io per timore non volevo approfondire l’argomento visto che di carne si trattava ma incitata dalla mia piccola migliore amica che ancora oggi ha un posto speciale nel mio cuore: ne descrissi nei minimi particolari la scena. Inconcepibile come una bimba piccola della mia età avesse il permesso di vedere un film del genere quando i miei coetanei alle otto erano a letto e non avevano il televisore in camera.  Mi ricordo di non essere scesa nei particolariparticolariparticolari  perché il gene del pudore mi è sempre appartenuto. Educatamente non volevo per nulla al mondo turbare i miei affetti e con parole, ricordo, difficili da gestire cercavo di spiegarle questo pezzotto di carne che era poi bistecca indemoniata. Cercando sinonimi e difficilmente trovandoli.  Sul piano cottura. Camminava la bistecca indemoniata.

 La mia galoppante fantasia,  unita a tutte le visioni che mi sono concessa , è  indiscutibilmente prodotto delle mie ansie, paura e sogni. Poltergeist e la piccola Caroline dai capelli biondi e lisci come spaghetti fanno parte del mio bagaglio di ricordi più importanti. Non capita più ahimé che la televisione faccia quella pioggia di stelline intermittenti tra il color ghiaccio, nero e grigio perché è tutto troppo tecnologico adesso ma quando accadeva, soprattutto in età adolescenziale, nella mia camera completamente distaccata da dove abitavano i miei ricordo di non aver avuto mai paura. E che sorridevo allo schermo pensando che Caroline volesse salutarmi. Questo non fa di me una psicopatica, seppur le ragioni siano tante, ma una che è riuscita ad affezionarsi e legarsi a quadri e personaggi facendoli vivere nei periodi della propria vita. Rispolvero per compagnia insomma Caroline, Freddy e Jason. Ma anche il signore urlatore di Munch e le ballerine di Botero. Poltergeist ha molto cibo per essere un film che appartiene al genere ” horror” ; perché ahimé come si vedrà nel tempo in questa mia rubrica Cibo e Urla ( sottosezione di Cibo e Cinema, che vorrei prolungare e non relegare solo al periodo di Halloween) non è che ve ne sia moltissimo. Bisogna stare attenti e cogliere sfumature e odori. Il cibo, come i protagonisti e le ambientazioni, non ha un ruolo marginale bensì prioritario. Ed io sono rimasta legata anche a quello. Prima di questa passione da ” food blog” proprio perché il cibo rappresenta innanzitutto paura e mostri, mi ha sempre incuriosito sapere cosa mangiavano i miei “amici” .- Dentro i libri. Dentro la televisione. Dentro i quadri. Quando era il periodo maniacale di Mirò volevo sapere cosa gli piacesse mangiare. Come a completamento del suo carattere.

Si è quello che si mangia ed io su questo ormai ho davvero pochi dubbi. Dalle abitudini alimentari di un qualsiasi individuo vi sono tracce della propria cultura, status sociale, conoscenza cinematografica e geografica. Non necessariamente si deve viaggiare molto perché i problemi potrebbero essere molteplici, certamente. Ma scovare gli angoli del mondo se lo si vuole davvero si può. Senza prendere macchine, treni e aerei. Caroline ama la pizza con i peperoni e la vuole mangiare disperatamente invece di stare lì ad osservare con la mamma le prime demoniache presenze che infesteranno da lì a breve la sua casa. Caroline come tutti i bimbi mangia waffle quadrati con impasti zuccherosi e industriali e poi inzuppa Cheeros nel latte insieme ai fratelli. Questa immagine della colazione americana che ha tanto influenzato la nostra ” del Mulino Bianco” con alternative di sciroppi d’acero a noi sconosciuti che inzuppiamo tarallucci. Ho dedicato a Caroline una pizza con i peperoni e non una coscia di pollo fritto  ( scena clou) o bistecca ( scena altrettanto clou) o i waffle perché la dolce bimbetta come i peperoni è difficile da digerire.  Visivamente, intendo. Ti rimane proprio sullo stomaco quell’immagine di lei completamente insanguinata nella vasca da bagno avvinghiata alla mamma. E’ una Carrie- Lo sguardo di Satana agli albori. Una sorte di piccola  Carrie, mai andata al ballo,  che al contrario di quest’ultima però veniva   – e molto- amata dalla mamma. La sua testata del letto e il suo pigiamino azzurro svolazzante con le scarpette che rievocano il natale rosso con peluche bianco. Il suo uccellino giallo Titti morto con le zampe all’insù come il mio. Il suo clown orrendo con i capelli rossi e il colletto un po’ poirot e quel campanellino alla fine del berretto lungo e blu.

Atroce blu picassiano freddo e triste. Se il verde mi terrorizza e il giallo mi fa paura ecco il blu picassiano mi mette un’angoscia e tristezza che posso racchiudere proprio nella nuance di quel cappello. Cappello che si è insidiato. Nelle viscere turbando le mie notti. Quando ancora Pennywise non era arrivato;  un’analogia poi – tra Pennywise e il Clown di Caroline-  vi è nei capelli perché sono proprio quei cespugli incontrollabili nella loro stopposità. Laterali . Con un’autostrada in mezzo . Di bianco cerone . Il vuoto della bontà e lo spazio aperto alla malvagità.  Poltergeist è  stato girato in un periodo dove il new age andava  di moda e quindi  la battaglia ” cinematografica” contro la scienza ( Spielberg in questo è maestro) era  uno degli argomenti intrinsechi e non troppo velati;  ha una regia e fotografia che è lontana dal relegarlo semplicemente al ruolo di “film horror”. E’ un cult assoluto cinematografico. Un pezzo di storia visiva. Il due e il tre li ricordo con terrore ( ma è un altro tipo di terrore. Sgomento per la bruttezza, dico)  e semmai devo rivederlo – e lo faccio spesso, inciso– mai afferro il secondo o terzo capitolo tra grattacieli e regie discutibili. Dovrei afferrarli e lanciarli dalla finestra ma. Caroline non sarebbe d’accordo. E sono convinta che anche adesso, che è grande, chiederebbe:

pizza con i peperoni. Nel confine labile. In quell’esatto momento quando è ancora il bene ad avere la meglio e non il contrario.

Beh chiamarla Ricetta è un film dell’orrore ma…

La Pizza l’ho fatta con il Bimby

Due teglie di pizza grande

600 grammi di farina, 330 grammi di acqua, 15 grammi di lievito di birra, 20 grammi di olio extra vergine d’oliva, 10 grammi di sale, 10 grammi di zucchero

Tutto a velocità 3-4  per 2 minuti e via. Pronto.

Poi vabbè non è che. Salsa di pomodori di pachino. Mozzarellafilanteperpizza. Peperoni.

Credo che con la cipolla caramellata stia divinamente.

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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