L’essiccatore è un metodo che ti consente di esprimerti con ancor più creatività e stupendo davvero con pochissimo. Ti permette di preparare merende gustose ma salutari e anche conservare a lungo i migliori prodotti che Madre Natura ci offre, ovvero fermando il tempo su di loro proprio nella stagione perfetta godendone tutto l’anno. Mesi fa ho acquistato il mio primo essiccatore. Non ne ho scritto subito perché temevo che, come molte cose, fosse solo una smania del momento e che ben presto mi sarebbe passata. Mi sono invece riscoperta entusiasta, costante e sempre in cerca di nuove idee. In moltissimi mi hanno consigliato di adoperare il forno per ottenere il medesimo risultato. Ho fallito miseramente e nonostante sia un sicuro mea culpa continuo a voler desiderare comunque questo incredibile aggeggio, rivelatosi un fidato amico in cucina e nelle più disparate occasioni.
Non ho fatto chissà quali ricette, proprio perché di carattere sono istintiva (leggi: esageratamente impulsiva), e mi sono ritrovata quindi ad acquistare l’essiccatore su Amazon (esattamente questo modello).  E’ della Stockli e non mi vergogno a dire che sono andata più “a prezzo” che a sostanza e recensioni, peccando di quella innegabile idiozia che mi appartiene sino alle viscere che si traduce in: se costa di più vuol dire che è più bello/vale di più/prestazioni maggiori blablabla (state schiaffeggiando il monitor pensando che sia la mia faccia? Fate bene. Lo faccio anche io dal vivo in modo che qualche bel ceffone mi arrivi sulle guanciotte). Nonostante il metro di giudizio sia stato di un qualunquismo folle sono stata ripagata, eccome. Si possono aggiungere altri cestelli (che si comprano a parte) sino a impilarne il più possibile. La verità è però che questo preciso modello è molto capiente e largo come diametro. Per capirci in un cestello ci entra ben più di una carota e non è così poco come possa sembrare, anzi tutt’altro.
Alcune verdure, come consiglia il fornitissimo (anche di ricette) libretto d’istruzioni, vanno prima scottate in acqua bollente per qualche minuto (due al massimo) prima di procedere all’essicazione e niente è più facile che eseguire l’operazione. Basta guardare il programma di temperatura e durata a seconda dell’alimento che si vuole essiccare. Se fate un giro su youtube, per altro, si trovano davvero tante informazioni e casalinghe non troppo disperate (non esistono mica!) ma piuttosto professionali, argute e intelligenti danno prova di incredibili abilità . Dimostrazioni di cotture? Ci sono. Non sono tante ma ci sono. Soprattutto oltre oceano. Mi piacerebbe montare diversi ingredienti e fasi di essiccazioni in un video riassuntivo. In realtà era in programma con l’uscita di questo post ma (sì, sto per lamentarmi di nuovo. Pronti?) per via del maledetto colpo della strega sono riuscita ad accumulare ritardi su ritardi su ritardi. Adesso sono francamente in preda alla schizofrenia da “recupero tempi” (recupero impossibile tempi).
Oltre a mele, carote, zucchine e patate che rimangano le gettonatissime del caso, non bisogna dimenticare che la conservazione fatta con l’essiccatore torna utilissima come accennavo giusto nell’introduzione. I funghi sono il primo esempio che mi viene in mente. Perché mai comprarli quando se ne possono fare deliziosi pacchetti (anche da regalare a Natale? Sì) adoperando materie prime eccellenti?
Stessa cosa per i pomodori secchi (ne vado matta) che saranno l’anno prossimo, lo so già , una perversione. Ricordo ancora nonna che li teneva su quei vassoi enormi di legno sotto una rete per non farli contaminare dagli insetti ma inevitabilmente tra mosche, polvere e altro qualcosa arrivava. Diciamo che si trattava di una tecnica certamente permeata di ricordi e importante da un punto di vista di tradizione, soprattutto qui al Sud, ma se non vogliamo proprio raccontarcela di certo igienica non è. Imparagonabile il sole e il dispendio di energia con questo macchinario, certo, ma come in ogni cosa giusto per la fiera del qualunquismo ha i suoi pregi certamente ma anche l’esatto contrario.
Nel mondo Raw (e di conseguenza perché lo è) l’essiccatore diventa talvolta determinante perché consente di “cuocere” alle temperature consentite. Da un punto di vista etico e biologico l’essiccatore poi ha soltanto punti a favore in quanto non vi è un dispendio per la conservazione, perché essiccando non si ha bisogno di un frigo e non in ultimo da un punto di vista salutistico, sempre lato conservazione, il fatto di non dover “sprecare” e adoperare l’olio come agente conservante. Lasciando però da parte questa sfera troppo ristretta e se vogliamo per certi versi estremista, c’è da dire che l’essiccatore una volta adoperato (da persone che amano questo genere di alimentazione, sottotitolo) comincia a far parte dell’uso comune in cucina. Ci tengo a precisarlo proprio perché come sostenevo prima la mia più grande paura era proprio quella che mi avrebbe stancato e che non rientrasse negli utilizzi quotidiani. Un po’ come è accaduto con la centrifuga che si è poi conquistata un posto d’onore nel mio cuore (ne inventassero una che si pulisce da sola sarebbe un sogno ma credo di aver appena aperto l’ennesima parentesi inutile come sempre).
Preparerò diversi alimenti con l’essiccatore e poi rielaborati in altro modo. A Natale ho proprio intenzione di fare una tavolata salutista al massimo e far sfigurare quei ventimilioni di piatti capaci di annientare gli ospiti e non farli arrivare neanche al primo giro di tombola. Con l’essiccatore si possono fare infinità di snack gustosi che vanno a sostituire porcherie confezionate come i salatini e le patatine di dubbia provenienza che sono “buone” solo perché salate. Le carote essiccate e leggermente salate (ma anche speziate) spero che un giorno invadano il pianeta e anche le scuole. Sogno di preparare pacchetti di ottomila chili per il mio bimbo che poi diligentemente li lancerà in aria durante l’ora della ricreazione proclamandole regine degli snack. Una ribellione alle schifezze in sacchetto. Una missione.
Con l’essiccatore ci sono poche scuse. Si deve solo lavare, tagliare e lasciare lì. Conservare e poi usufruirne in ogni luogo. Tirare fuori un pacchettino di carote essiccate anche negli aperitivi più “glam” non è assolutamente cheap ma il contrario. Prendersi cura di sé. Combattere il sistema snack in pacchetto.
Zucchine essiccate al cinema. Carote essiccate all’aperitivo. Banane essiccate a colazione. Ah. Banane essiccate a colazione è proprio il post che si autopubblicherà (purtroppo non distruggerà ) alle 18:18 sempre su questi schermi.
Sono chiaramente qui a disposizione per rispondere eventualmente a qualsiasi dubbio-domanda-chiarimento nella speranza di poter essere inutile come sempre. Essicchiamo tutto! Pure il vicino di casa, sì.