Dopo aver spremuto l’arancia, il limone e il pompelmo metto un pizzico di succo d’agave e lo zenzero fresco grattugiato. Non credo ci sia granché da aggiungere. E’ strepitosamente buono. E fa incredibilmente bene. E impeditemi di adoperare altri avverbi. Cortesemente. Ecco.
Ve lo state chiedendo dove è Pasqua, vero? Cavallo di battaglia per anni e punto focale della mia cucina.
Io Pasqua quest’anno l’ho abbandonata. La riciclo con quelle precedenti dove nell’uovo c’era una bella sorpresa. Dall’anno prossimo ci sarà ma non questo. Non è un lutto. Non c’è mai stato perché il lutto è perdita. E non voglio vederla così. Mi fa ancora male però che nel concetto di resurrezione io abbia dovuto subire quello che è accaduto e quindi come una bimba imbronciata punto i piedi e dico No. Dovevo odiare una festa. Una mi tocca di diritto, no? Fingerò il giusto necessario per non essere eccessivamente noir. Ma quest’anno a Pasqua vorrei solo che i pulcini esplodessero e con il sangue formassero la scritta: game over. Una cosa crudele di questo tipo si può fare? Sangue come lava nel cielo. E’ poetico, no? Mi fermo. Perché queste immagini sono uno dei principali motivi per cui con le mani legate e imbavagliate taccio.Ma qualcosa ve la dico per tediarvi (anche perché siete sempre i miei amori, che vi preoccupate, chiedete e mi abbracciate. E io come sempre attonita e commossa cerco in qualunque modo possibile di non cedere al buio). Una su tutte che lo sciroppo d’acero nel succo d’arancia spremuto con il limone non è buono:
di più. E niente. Nessuna ricetta. Solo questo. Perché ho troppe foto da sistemare, troppi pulcini da fare esplodere (ah no, uhm devo smetterla) e.
E dicevo.
E mentre su RunLovers esce la prima Playlist (bellissima!) dove si consiglia cosa ascoltare durante la corsa, Marzo finisce e arriva Aprile. Nelle orecchie anche io ho una playlist. Mancava da un po’ la musica nelle mie orecchie. E’ confusa, incredibilmente variopinta e psicotica. Ho smesso con la musica classica e Hisaishi. Ho smesso di non sentire le parole. Perché ho voglia di ascoltarle; questo molto probabilmente perché quando si ricomincia (e si comincia) a correre la voglia di sentire tutto diventa impellente. Necessaria. E quindi c’è Frank Stallone con Running e I Do Believe in You, che mi ricorda ovviamente il mio papà come tutta la colonna sonora di Rocky. Note forti che ti fanno sgambettare ma anche melodie come Love is a Losing Game con il caldo tono di Amy, di cui non sono mai stata adepta ma che come non mai è riuscita a farsi volere bene. E tanto. Soprattutto nei momenti di defaticamento. Quando premi stop. E il tappeto comincia a fermarsi pian piano. Come il cuore. L’eccitazione. E l’affanno che ti ha fatto scoppiare. Ma di cui senti già la mancanza.
Sono giorni di musica e parole con me. Ho ricominciato a scrivermi e anche questo non lo facevo da un po’. Apro Note e comincio. Ad appuntarmi gli incubi, i sogni e i personaggi che stanno arrivando di nuovo prepotenti. E penso a Ombretta e il nostro sogno di stare insieme al Coppedè. Penso alla nostra cena dove c’è un pappagallo e una culla. Ai nostri progetti segreti. Alle nostre confidenze. Ai nostri giochi. E penso ad Alessandra e Cri che riescono a scandire i miei giorni con dei cuccioli che abbaiano, con un muro che non sta in piedi e con un’amicizia profonda, vera e sincera. Mi manca pure la Bionda. Mi manca tanto e tutto seppur sia tutto nel mio cuore e nella mia vita. Sogno di cucinare salmoni con Valentina ed eliminare Gion. Sogno di fare la spesa al Leroy Merlin e arrostire cartone pressato invece che il seitan con Luca. Preparo panini per RunLovers che è diventato una casa. Io che casa ho sempre pensato fosse questo.
Parlo di progetti. Crescite e viaggi. Soprattutto dentro me stessa. Ribalto quello che è stato. Prospetto quello che sarà. E lo faccio ballando Barry White e cantando Mario Biondi. Lo faccio fermandomi e commuovendomi davanti alla foto di papà. Gli dico se sto facendo la cosa giusta. E lui in silenzio continua a sorridermi. Guardo il suo orologio e il suo tempo che non si allinea neanche con l’ora legale. E’ una vita difficile, come tutte le vite. E’ una vita bellissima, come tutte le vite.
E’ una vita dove rimango sospesa in attesa del lancio definitivo. Della mongolfiera. Dell’aereo. Del salto nel buio. E’ una vita che ho desiderato di vivere, questa vita.
Quindi perché mai avere paura?