Ricette Vegetariane e Vegane

Crackers al Sesamo Nero (Vegani)

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Ingredienti per un bel piattone (quello che vedete) di Crackers al Sesamo nero:

  • 260 grammi di farina che preferisci o una combinazione id 2-3 tipi
  • 1 punta di cucchiaino di sale
  • 4 cucchiaini di lievito
  • 1 cucchiaio di sciroppo di riso
  • 140 grammi di margarina non idrogenata, fredda
  • 50 ml di acqua ghiacciata (o bevanda di soia- latte, sì)
  • Sesamo nero

Puoi fare tutto anche senza Robot. Inciso doveroso.

In un robot da cucina raggruppa la farina, il sale e la polvere lievitante. Lavorali. Unisci la margarina e ottieni un impasto sbricilioso (la classica sabbiatura, insomma). Aggiungi lo sciroppo e infine la bevanda di sola o l’acqua ghiacciata. Ottenuto un impasto ben omogeneo trasferisci su un piano di lavoro infarinato. Lavoralo poco e forma una palla. Avvolgi con una pellicola e metti in frigo da un’ora fino a due giorni. Se hai fretta di prepararli anche 15 minuti in freezer (e sì puoi congelarlo nel caso). Prima di utilizzare l’impasto, nel caso del freezer fai riposare 5-10 minuti a temperatura ambiente. Preriscalda il forno a 190. Stendi l’impasto e taglia con una rotella e ricava strisce lunghe. Spennalla la superficie con acqua e versa il sesamo e il sale grosso. Cuoci per 10-12 minuti massimo finché dorati (dipende dallo spessore) e conserva in scatola di latta o in un contenitore ermetico per conservarne la freschezza.

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Del Libro Pasticceria Vegana di Dunja Gulin ne ho parlato qui. Avevo anche promesso di fare in fretta con la  pubblicazione dei biscotti di avena e anacardi, che sono incredibilmente buoni. Peccato però che ogni volta che li faccia (ed è già successo ben quattro volte nel giro di pochissimo tempo) non faccia in tempo a fotografarli perché spariscono come coniglietti nei cilindri. Piacciono pure a mamma, La Regina della ‘Nduja e della Suppressata fritta, e ho detto tutto. Questi crackers, che Dunja chiama snack perché effettivamente hanno un gusto tra il dolce e il salato sono un’ottima base da aromatizzare anche con l’Alga Nori (e se volessi una vera e propria ricetta di Crackers puoi sempre cliccare qui). In queste ultime settimane, dopo la perversione cetriolini è cominciata quella dell’alga nori tostato. Sì, nel senso che mi faccio di alga nori tostata. Prendo il lenzuolino di alga, lo taglio diligentemente a quadretti anche se più spesso a rettangolini lunghi e via. Una maratona. Posso far fuori anche trenta fogli senza problemi. E sai cosa ho scoperto? Che dopo trenta fogli di alga nori tostata ti senti come dopo aver mangiato una bomba catanese fritta con prosciutto, formaggio e pomodoro (e qualche wurstel di sottecchi che male non fa). Non credevo che l’alga nori potesse saziare, da sola, così tanto. Come non credevo allo stesso modo di trovare l’Alga Goma surgelata e risparmiare un bel po’. Nel Giapponese dove raramente prendiamo roba da asporto una mini porzione costa venti euro. Catania è sempre più pronta al Giapponese, insomma. E’ rimasto solo quello iper fescion e quello tradizionale bellissimo e completo pure di Giapponeserie autentica e cucina tradizionale ha chiaramente chiuso. Felicità, insomma. Adesso con la stessa cifra ho la confezione surgelata da un chilo che puoi scongelare e lasciare per massimo sette giorni in frigo. E sai quale è la cosa incredibile? Che è assolutamente lo stesso prodotto del Giappofigocelhosoloio (a cui ho giurato sonore pernacchie, inciso). 

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 Sono degli snack formidabili ed è vero che si conservano benissimo nella scatola di latta, anche se è stato difficile costatarlo essendo andati a ruba come i biscottini anacardi-avena (che pubblicherò logiurovostroonore! Sono riuscita a fotografarne tre supersisti. Li ho tipo tirati via dalle mani, per dire). E’ una ricetta versatile per diversi tipi di preparazione, questa e non in ultimo si può adoperare senza dubbio anche per preparazioni dolci.  Pasticceria Vegana, confermo ancora una volta, sinora non mi ha deluso ma anzi donato chicche semplici, pratiche e non in ordine di importanza: basi certe su cui costruire e inventare. E non è mica poco, insomma.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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