Comunemente per latte di cocco -aridaje con la parola latte che non dovrebbeblablablablablaBASTA- si intende comunemente un prodotto ottenuto dalla polpa interna (endosperma) del seme della Cocus nucifera; e fin qui è copiato tutto da Wikipedia chiaramente. Di latte, sembra anche solo assurdo doverlo sottolineare ma ormai la follia dilaga in modo imbarazzante, non ha assolutamente nulla. E si chiama così, perché da che mondo è mondo dovremmo essere capaci di distinguere ovvietà da altrettante ovvietà . Sono siciliana e sin da bambina ho chiamato il latte di mandorla, latte di mandorla senza che nessuno mi spiegasse che le mucche non potevano switchare da latte vaccino a latte di mandorla con le loro mammelle. Se ce l’ho fatta io a 2 anni possono farcela tutti. Mi rifiuto quindi, e lo sostengo con forza, di chiamarlo “correttamente” e in ogni ambito: bevanda vegetale. Il sacro latte di mandorla è latte. E latte resterà . In egual modo latte di cocco; che sia una bevanda vegetale è lapalissiano.
Sterile e inutile polemica -ma doverosa- a parte: si deve fare un importante distinguo tra latte di cocco intesa come bevanda vegetale dove inzuppare biscotti, preparare dolci, bere ghiacciato a bordo piscina e farci colaizone e merenda e latte di cocco -NON BEVANDA- for cooking per farci zuppe, curry e golosità che siano dolci o salate poco importa. Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte insieme qui, sui social e ovunque le differenze sono tante e diverse.
In questo caso sì, altrimenti ci troviamo a fare frullati con il latte di cocco for cooking e ci scoppia l’aorta principale.
Prima di tutto il latte di cocco si ottiene
da un’emulsione dell’endosperma del cocco tagliato in acqua. Dalla quantità di cocco si ottengono diversi tipi di prodotti: dal più leggero e acquoso al più consistente e cremoso. La polpa di cocco può essere messa in infusione o centrifugata e poi filtrata. Sono diversi i modi e questo determina il sapore, la consistenza e di conseguenza la tipologia.
In genere il atte di cocco leggero rispetto a una percentuale più concentrata può passare dal sei per cento di solidi totali al 40 per cento. E questo chiaramente influisce e determina anche la quota di grasso.
Il latte di cocco for cooking
è necessario e indispensabile per la preparazione di curry indiani, piatti thailandesi e moltissime prelibatezze mediorientali e orientali stesse. Nella descrizione è indicata sempre la percentuale di estratto di cocco con cui è stato realizzato e in genere quelli che si adoperano per i curry, le zuppe e minestre (ma anche dolci) non hanno meno del sessanta per cento in 500 ml circa di prodotto. La domanda ricorrente che mi viene fatta è “dove si acquista?”; la risposta è sempre la stessa: etnici e bio. Sono i due luoghi dove questo genere di prodotto si trova con facilità anche se nell’ultimo decennio grazie ai passi da giganti fatti in ambito food si potrebbe trovare anche in un supermercato fornito reparto etnico.
Il miglior latte di cocco for cooking che uso da più di dieci anni è l’aroyd in latte. È famosissimo e imbattibile. Ne ho provati di tutti i tipi. Anche in cartone di marche molto famose italiane ma nessuno mai mi ha convinto quanto l’Aroyd e da quando lo consiglio sui social e ovunque mi è sempre stato detto che non mi sbaglio. Tutti hanno notato l’incredibile differenza, ergo se vuoi andare a colpo sicuro non avere neanche il minimo dubbio su cosa scegliere.