Ricette Vegetariane e Vegane

Un San Valentino Cuoricioso Cioccolatoso senza latte e uova? Già

Vogliamo ricordarla così. Ritratta con Muki. Ora non so esattamente chi sia e da dove venga Muki (anche se si può intuire che sia un gran bel  pappagallo) ma per qualche oscura ragione su Instagram oltre a queste bizzarri effigi girano foto di me  e fumetti di Maghetta Streghetta riprodotta in tutte le salse; a volte opportunamente taggate e altre no. Ci sono e saranno  i ladri di immagini ma  è opportuno soprassedere perchè oltre profonda tristezza non si può provare altro.

Essendo arrivati a cifre astronomiche che non potevo prevedere,  dubito fortemente che possa in qualche modo monitorare cosa stia succedendo. Due parole su Muki, però ecco quello sì;  in un primo momento vedendo questa polaroid mi sono sentita oltraggiata. Irrazionalmente ho creduto di dover chiedere delle spiegazioni a riguardo. Denunce, rimozioni e vaneggiamenti. Dopo dodici secondi, perchè sono bastati quelli non ho potuto che.

Scoppiare fragorosamente a ridere e capire.

Che le idee sono alla mercè di tutti e tutto, come la nostra immagine. E che spiattellando il mio facciotto acconsento anche a questo. Nei limiti poi del decoro e dell’educazione, neanche a specificarlo. Ed è strano come respirando e inspirando ( e per certi versi ragionando. Operazione in cui non riesco ad eccellere) tutto possa essere diverso. Dall’oltraggio sono passata alla lusinga. Leggere “I love her” , “I love maghetta streghetta” ed essere osannata dalle dodicenni (e non) che mandano mail chiedendomi  che penna uso e come faccio,  fa parte del mio sogno. La comunione delle idee e del sogno. Estraniarsi da questo e viaggiare in altri. Ma nei viaggi non puoi essere mai da solo.

E allora ecco io oggi volevo fermare un attimo il tempo su Muki. Sull’idea di un’idea. Di uno sconosciuto incontrato in un  iperuranio non solo mio. Con i colori, illogicità  e affetto. In una vicinanza cromatica di ammirazione.

Muki, insomma,  merita proprio una storia. Non escludo che diventerà il mio pappagallo immaginario amico. Anzi. Lo è già.

 ( sarebbe meraviglioso adesso se dopo il mio vaneggiamento filosofico scoprissi che è un pazzo maniaco serial killer e che sul luogo del delitto lascia penne di Muki.

Nel caso dovessi scomparire: Muki è l’indizio principale. Concentratevi!)

Vogliamo altresì ricordarla così in questo scatto del 9 Febbraio 2012, completamente esaurita dopo dodici ore ininterrotte di disegno e quattro di scrittura con occhiali opportunamente finti. Allucinata e in preda all’Overlook Hotel Moment. All work and no play makes Giulia a dull girl (in Italia conosciuto come il momento “il mattino ha l’oro in bocca”). Fotografata non dal serial Killer dei Pappagalli ma dal granfarabuttnippotorinese che continua a minare la mia intimità ( a lui lo denuncio sul serio).

( se fosse anche lui un serial killer al posto della piuma del pappagallo, lasciarebbe un dvd di Kurosawa. Lo so). 

E insomma ciancioallebandebandociancie. End de uinnneriiissss....

E ripeto sempre grazie ma come faccio a smettere? non si può. Grazie infinite ancora e ancora dunque per aver partecipato numerosissimi alla seconda edizione di Vinci una Momiji e la Mug. Le relazioni e i deliri che nascono all’interno dei commenti (e non) sono appunto la conferma che l’oggetto in sè non ha valore alcuno ma è solo un aggregatore di meraviglie e nulla di più.

Lascio quindi il video con la proclamazione del vincitore (eletto grazie alla  tabella excel di Max. Fosse per me avrei passato la notte a contare a uno a uno i commenti).

Attendo in email maghetta_streghetta@yahoo.it un indirizzo dove poter spedire tutto. Pioggia di cuoricini compresa.

E mi sa proprio che non potevano mancare dei cuoricini di cioccolato morbidi e succulenti. Il copione  lo impone e non ci si può mica tirarsi indietro. Solo che questi cuoricini ciambellosi sono senza latte e senza uova ergo adattissimi non soltanto a chi purtroppo ha delle intolleranze al latte  ma anche a chi vegano è.

E’ una base che ho testato più volte e quindi collaudatissima che si può fare anche in versione salata per la pasticceria con tripudi di spezie, salumi e verdure.

Ebbene sì. Una pasticceria salata vegana e per intolleranti al latte che non avrà nulla da invidiare a quella canonica intrisa di burro, formaggi e uova a pioggia. Certo poi è che queste elaborazioni potrebbero tornar comunque utili a chi vorrà mantenersi un po’ sul leggerino.

Diciamolo un San Valentino light potrebbe non essere poi un’idea troppo malvagia. Ci si prepara alle fritture del Carnevale (qui ce ne saranno talmente tante che puzzeremo come carogne morte nell’olio d’oliva) che saranno tragicamente seguite dai bagordi Pasquali, quando tonnellate di cioccolato (però avremmo tante sorpresine montabili nella camera da letto e son cose) ci faranno piangere qualche mesetto sulla bilancia. Giusto in tempo per la prova costume, insomma.

Sto andando troppo avanti?  Non credo. A breve parleremo dei bikini fluo e degli orrendi jeans color pastello che ci imporranno di indossare.

Conservo sempre i muffin e i cupcake dentro scatole di latta in modo che non si inumidiscano e faccio lo stesso per queste piccole ciambelline cuoriciose morbidosissime. Appena sfornate faranno urlare di piacere mentre se trascorrerà troppo tempo faranno urlare e basta perchè diventeranno amorevolmente dure come mattoni di cemento non essendoci tanti grassi.

Si può pensare, qualora si avesse voglia, di adoperare anche una farina semi integrale (con l’integrale per intero ho provato e la consistenza mi convince meno) come insegna il grande Bob, il più famoso Muffinaro di New York (santo cielo ma ve lo ricordate il vergognoso videopost?) e il miele al posto dello zucchero se gli zuccheri raffinati convincono poco (c’è gente matta in giro eh? ahem e io faccio parte di quella fazione perchè già da tre anni ho detto no allo zucchero. Ma non è il caso di blaterarne oggi. Poi con calma dalla clinica psichiatrica dove mi ricovereranno ve ne parlerò).


Lascio quindi questa ricettina velocissima da realizzare ricordando che si potranno ricoprire con la pasta di zucchero sfruttando al massimo la fantasia (qualcosina è prevista proprio per i prossimi giorni. Gli ultimissimi!) se si ha più tempo a disposizione e voglia di pacioccare un po’ tra coloranti alimentari e nuvole di zucchero.

A tal proposito segnalo il nuovo post sulla Pasta di zucchero senza glucosio, precedentemente uplodato con tutte le rettifiche del caso.

Per la ricetta della pasta di zucchero clicca qui >>>




Ingredienti:  330 grammi di farina, 300 grammi di latte di avena, 1 bustina di lievito, 180 grammi di zucchero, 50 grammi di olio extra vergine di oliva, 40 grammi di cacao amaro.

Altrimenti per una versione senza cioccolato: 300 grammi di latte di riso, 300 grammi di farina OO (150 grammi di di farina OO e 150 grammi di riso se si vuole), 150 grammi di zucchero di canna integrale, 50 grammi di olio extra vergine di oliva, 1 bustina per dolci e aromi (cannella, vaniglia o scorza di limone o arancia biologica non trattata).

Riscaldare il forno a 180 funzione ventilata. Raccogliere tutti gli ingredienti e lavorare in un robot da cucina o con lo sbattitore elettrico. Amalgamarli per bene e ottenere un composto morbido. Aggiungere un po’ di latte di riso o avena nel caso in cui risultasse troppo compatto o farina se al contrario fosse troppo liquido. Versare negli stampini prescelti (anche un cuore grande. un orsacchiotto. un ornitorinco. qualsiasi cosa) e infornare per 40 minuti circa. Controllare con uno stecchino di legno a fine cottura e se uscirà asciutto significherà che è tempo di tirar fuori il tutto e lasciare raffreddare.

Ricordate la cioccolata? quella senza latte? Ecco. Sopra questi cuoricini cioccolatosi (ma anche nella versione bianca soprattutto alla cannella) ci sta che è una meraviglia!

Altrimenti se si ha proprio voglia di una crema al cioccolato o Nutella perchè non imbottirli dopo averli tagliati a metà? Semplice, sbrigativo e soprattutto vincente (granella di noci, pistacchi e nocciole sopra? sempre gradita!).

E la panna montata semplicemente? perchè no!?

E la smetto di fare stupide domande? Sì.


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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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