E’ difficile lasciarmi senza parole. Le trovo sempre; anche se sono indubbiamente deliranti, confuse e assurde. Vedere il mio nome scritto in prima pagina su Repubblica Torino e poi l’articolo con tanto di faccione psicotico disegnato da Maghetta è stato.
E’ stato. Non lo so . E’ stato. Ed è. Assurdo.
Potevo ambire al massimo di finire in prima pagina per spaccio illecito di paste di mandorle o per possesso illegale di nani da giardino deportati dalla Norvegia.
Maghetta sulla Mole. Le Pastiglie. Il Puzzle. Le Olimpiadi Invernali. Il viscerale amore per la Città Magica che mi ha rubato l’anima e il cuore a tal punto da lacerarmelo quando ne sono distante per troppo tempo.
No. Io non ce la posso fare e rimando a domani. Quando avrò dormito un po’ ( e realizzato che è solo un sogno. Non svegliatemi nel caso, grazie ). Un sapiente e magistrale equilibrio tra magia e incubi che ha saputo raccontarmi toccando corde profondissime e volando in maniera scanzonata tra ghirigori fantasiosi e divertenti.
Non credevo di meritare tanto (e lo credo tuttora). A Marina Paglieri il mio imperituro e commosso grazie. Grazie infinite (non basteranno mai) per tutto ma in particolar modo per aver trattato con estrema delicatezza e raffinatezza il mostro che mi attanaglia.
E non solo me, purtroppo. Un semplice panino può essere un nemico da fronteggiare. Un giorno può essere l’ultimo.
E allora è bene andare al mare e mangiare carote, in attesa dei panini, guardando le onde calme. Per rassicurarsi. Cullarsi. E credere che tutto andrà bene. Disegnando con matite immaginarie dei “pesci panino” saltellanti e felici. Vedere bellissime Sirene con i Capelli Rossi sorriderti mentre ti rassicurano salutandoti e mangiando focacce.
Delirare nel No Sense. Sognare. Liberarsi.
Io non sono un esempio e né mai lo sarò. Ma sono una prova certa che i sogni si realizzano. Devi volerlo disperatamente: lo otterrai. Guarirai. Vivrai. Non importa in quanto tempo. Importa che cominci. Credendoci.
E riuscirai ad essere allora un po’ felice per te. Un po’ orgogliosa. E un po’ ti perdonerai. Cominciando un po‘ a volerti bene.
Il Po.
Sogna. Non smettere. Amati. Come un fiume in piena.