Dalle notevoli proprietà terapeutiche (pare che sia pazzesco per la lotta contro il colesterolo), il riso rosso selvatico ha un profumo aromatico e un colore rubino molto intenso che vira al granata. La cottura è molto lunga (può superare i 30-35 minuti e arrivare fino a 45. Le prime volte mi sono saltati tre denti perché mi ostinavo a non proseguire la cottura per paura che di sbagliare. Sono la solita competente in cucina *risate fragorose in sottofondo) e la conservazione si può protrarre per giorni (non so perché io stia blaterando riguardo il riso rosso selvatico è un inciso doveroso). A Catania il mio negozio preferito (Cristaldi) ha ampliato enormemente i locali. Trovo gli edamame facilmente manco fossero mele e persino l’alga wakame (che sì, qualche volta al biologico si ha fortuna con la kombu e la nori. Con la wakame non sempre). Allo stesso modo diverse tipologie di riso (anche le più impensabili), frutti e spezie. Davvero qualcosa di incredibile. Ho pianto davanti alle salsette (c’è pure la tipica salsa di pesce thailandese e prodotti indonesiani) e alle spezie dagli odori incredibili.
Nelle grandi città non è difficile trovare locali simili ma per Catania questa è una grandissima conquista. Già era fornitissimo prima dell’ampliamento ma chiedere “coriandolo fresco” come fosse prezzemolo e non sentirsi rispondere “Corache? In polvere ma fresco non esiste!” è tanto. Anche troppo. Il riso rosso in questione è comunque reperibile facilmente (grazie al cielo) anche al biologico grazie al fatto che viene distribuito dal Baule Volante (vi amo).
Insomma per dire che: ho riso di tutte le varietà in dispensa. Salsette, aromi, alghe da ogni parte del mondo pure.
E la domanda è: ma qual è l’abbinamento con il riso più estroso che avete mai provato? In giro per l’Italia. Per il mondo. Per la galassia. Vi va di aiutarmi a scovare una ricettina con il riso (etnica ancor meglio. Non per forza con quello rosso ma sarebbe bello)?