Ricette Vegetariane e Vegane

Insalata di riso al pistacchio? Uhm…

Sì ma dai avevo detto che l’estate era finita e qui ci sono trenta gradi? I muratori in canotta cantano Vamosalaplaya. Il Nippotorinese esce con la tavola da surf intonando i Beach Boys. Papà fa la pesca a traino nel parcheggio prendendo mattoni buttati a terra piuttosto che spigole. I ragazzi del negozio cheilcielolibenedicaamicimiei mi portano al capannone a raccogliere olive. In costume e infradito (ci sono pure gli ombrelloni in mezzo al cavidotto eh).

Manco lo sapevo che al capannone ci fossero olive. Vi sto per caso confondendo? Insomma per dire. Che in mezzo alle bobine, cavi elettrici e tubi fluorescenti noi abbiamo degli ulivi. La domanda sorge spontanea “e tu non sapevi di avere degli alberi di ulivo?”. No. Non lo sapevo. In pratica mi sono ritrovata a raccogliere olive. A documentarmi su come “spaccarle”. Metterle sott’olio. Metterle sott’aceto. Sino ad arrivare alla giardiniera.


Salvo, Gaetano e Alessandro. Un pomeriggio surreale dove ho alternato visioni su un muro da dipingere a olive da spaccare e mettere sotto sale. Gaetano mi dice di sciacquarle tre volte. Salvo mi dice di farlo ben più di tre volte. Alessandro mi dice di fare quello che voglio.

E allora con il mio sacchettino pieno di olive mi sono ripromessa di raccoglierle tra un po’ come se non avessi dei viaggi da fare. Un evento da organizzare. Presentazioni in territorio straniero. E dei vestiti da stringere, accorciare, allargare, strappare e reinventare. Come se non avessi venti ospiti a casa che stanno per arrivare. A casa? Ho detto casa? Un cantiere. Volevo dire cantiere.

Insomma cerco di vivere una realtà parallela dove fingo di poter organizzare una raccolta di olive e pure una bella passeggiata al parco con Ale e Cri in quel di Sassari; che è dietro l’angolo.

Mentre faccio tutto questo apparecchio per il Nippo un’insalatina di riso veloce senza pretese dove ci butto dentro polvere di pistacchio. Mi sembra quasi una cosa senza senso. Proprio quando infilo il cucchiaino nel sacchetto della polvere di pistacchio. Ma poi si rivela un boom.

“Ma è buona davvero!” . Poca maionese e polvere di pistacchio. Solo pomodorini di pachino tagliati. Mais e qualche pezzettino di mozzarella. E i pistacchi interi sgusciati di Bronte (non quelli salati in busta eh). Ce li mettiamo? Ma sì.

E vien fuori questa.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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