Uhm poi il peperone ha rovinato tutto e mi sono anche arrabbiata un po’. No dai, molto più che un po’. Avevo letto su una bibbia di cucina orientale però che per i contrasti visivi e per l’armonia della cucina taoista e tutte quelle meraviglie celate tra gli odori, i piatti e i contrasti appunto, occorreva necessariamente una punta di colore. E io di colore in quel momento avevo solo un triste peperone verde abbandonato che era stato escluso da una peperonata selvaggia confezionata con Mamma. Robina leggera sempre la nostra impavida Nanda.
(l’altra volta sbagliavo con il sapore prepotente del peperone rosso. Questa volta con quello verde; seppur onestamente il secondo sia più delicato)
Il wasabi in polvere da idratare era da tempo che lo cercavo. Quando mi sono cimentata nella realizzazione del pesce spada con le pere in onore della vittoria (mancata. Ma sempre vittoria è) di Maurizio a MasterChef (ricordi?) mi sarebbe servito ben più di tutto quel the matcha di cui ho abusato.
Adesso ce l’ho ed è grazie a Cristaldi (che lo amo quante volte l’ho detto? posso ripeterlo?). Come ho le foglie di banano. Come ho le patate dolci senza alcun problema. Come ho pure i lychees in scatola e i fiori di banano da fare in insalata. Sì. Santo Cristaldi da Catania riesce a compiere anche il miracolo di farti gustare come fossero semplici e reperibilissimi pomodori di Pachino anche: i fiori di banano (che sanno di carciofo. E sono davvero moltomoltomoltobuoni. Ma molto).
E in pratica questa è l’ennesima zuppetta confezionata con l’eddo. Semplicemente lasciandolo lessare con il tofu e un po’ di polvere di wasabi. Poi il peperone intero in modo che si possa togliere (o mangiare per chi non si arrovella come me in preda  a spasmi intestinali).
L’eddo è davvero una scoperta carina. E alla domanda “e l’eddo che hai piantato? come sta andando?” risponderei semplicemente: non ricordo dove l’ho messo.
In pratica quando scoverò sul mio terrazzo un’intera piantagione di eddo il quesito avrà risposta.