Ho fatto un ammollo di sedici ore e una cottura di un’ora e mezza. Per un’oretta circa ho lasciato l’alga konbu, poi eliminata, e ho servito con un ottimo extra vergine aromatizzando al limone con poco succo e scorza grattugiata. A me l’abbinamento limone-legume pare sempre vincente.
Provato mai ceci e limone? (anche il miele sarebbe perfetto nel caso. Mistura con limone, sì)
Phaseolus limensi,
leggo. Pianta erbacea annuale delle famiglia delle leguminose. Fagiolo del Papa coltivato in America meridionale soprattutto in Perù dal 6000 A.C. (apperò). Li trovi nel biologico nuovo fiammante di Catania centro, allestito all’interno di un borghetto delizioso di cui mi sono francamente invaghita non poco.C’è il parcheggio. C’è il ristorante con piatti naturali e biologici e c’è pure il Naturasì. Cos’altro volere? Questi fagioli semplicemente lessi (nell’acqua di cottura ho messo la konbu) e serviti con abbondante pepe nero, mia ultima fissazione ma passerà ne sono certa, sono saporiti e hanno una consistenza morbidissima. Certo sì è proprio un “comunissimo” fagiolo a guardarlo distrattamente; come sapore intendo. Ma se si presta attenzione e si lascia sciogliere in bocca le note sono essenzialmente diverse.
Ho fatto un ammollo di 16 ore e poi cotto per quasi un’ora e mezza a fuoco bassissimo. Ricco di proteine è anche una fonte di vitamine importanti minerali compresi. Privo di colesterolo, sazia tantissimo. Diciamolo: io dei legumi non mi sazio mai. Ne vorrei ancora e ancora. Vorrei poter vivere solo di legumi e gelato e granite (e liquirizia e sushi vegano e basta. Ok ho finito) ma questi saziano davvero. Più delle lenticchie e dei ceci sicuro e stranamente non danno i classici disturbi post fagiolata. Hanno una percentuale di ferro, che a me proprio serve eccome e riescono a sprigionare un’energia incredibile grazie anche alla presenza dei carboidrati. Li ho trovati della Ecor e vantano per 100 grammi di prodotto un valore energetico pari a 346 Kcal con proteine 23,6 e carboidrati 51,7. L’aspetto è completamente diverto dal fagiolo comune. Sono piatti e molto più grandi. Sembrano quasi dei sassolini e hanno una texture (fashion blogger nell’anima, io) che sa di trench Cavalli ultima (orrenda) stagione.
Fortuna che sono buoni da impazzire altrimenti questo collegamento visivo avrebbe distrutto tutta questa magica poesia fagiolosa.