Hamburger tratti dal libro Veggie Burger, di cui ho parlato qui.
Per sei Hamburger circa
- 240 grammi di barbietola già cotta
- 240 grammi di fagioli rossi cotti e scolati bene
- 2 spicchi di aglio (non li ho messi)
- 50 grammi di fiocchi di avena
- 25 grammi di semi di girasole (ne ho messi 35 per renderli più croccanti)
- 2 cucchiai di farina di ceci (non mi convinceva la consistenza e ne ho messi 3 e un po’ più)
- sale e pepe macinati freschi sul momento
Preriscalda il forno a 180. Taglia la barbabietola a pezzetti. Unisci tutti gli ingredienti in un recipiente e vai di frullatore a immersione (avevo il robot in lavastoviglie, ok) o nel robot. Basta una passata velocissima e ottieni immediatamente il composto. Deve essere un impasto grossolano e con pezzotti di barbabietola. Aggiusta di sale e pepe. Distribuisci su carta da forno e cuoci per 15-20 minuti. Nel libro si consiglia di oliare per bene. Vengon fuori buonissimi anche senza olio. Ne libro si consiglia l’uso di ketchup allo zenzero (ricetta ivi contenuta che voglio provare) o la veganese con cipollotti e sottaceti. Io l’ho servito con iceberg e datterino, semplicemente senza null’altro e un po’ di tahini, crema di sesamo che sta bene con tutto (per quanto mi riguarda pure nel caffè).
Gli hamburger vegetariani/vegani sono buoni e occorre solo farsene una ragione. Evvivailtofu ormai impazzano in ogni dove e pure le catene li introducono nei McMenu e -tra una matita, un metro di carta e il nuovo catalogo fiammante- pure le polpette Ikea sono diventate Veg. Mi fa sempre molto piacere disquisire con amici carnivori e venire  a conoscenza che “oh ma lo sai che mi piacciono gli hamburger vegetariani?” con lo stesso stupore e gioia in cui -in un mondo parallelo- io potrei dire frasi del tipo “oh ma lo sai che mi mangerei proprio un bel panino con la mortadella”? Sfatato il mito che l’hamburger vegetariano/vegano sia di carton-seitan e basta o riconducibile solo a “ho detto no al colesterolo e sì a Valsoia”, il mondo è sulla via della salvezza. Non è più un segreto per nessuno, insomma, che trattasi prevalentemente di legumi mischiati a bontà e che molte volte -come nel caso dei fagioli- la base è talmente neutra da essere personalizzabile e adattabile ad ogni tipo di palato. Si possono speziare e insaporire. Rendere morbidi e compatti a seconda delle farine e non per forza adoperare il grano ma anche farina di ceci, riso e quant’altro. Non c’è bisogno a ben pensarci neanche di dosi precise. Come tradizione secolare che si rispetti si fa tutto “a occhio”. Anche se più “a tatto”. Largo sfogo quindi alla fantasia e con ceci, lenticchie e fagioli -ma anche con riso, quinoa, amaranto, farro e qualsiasi altro tipo di cereale– uniti a semi e verdure (a patto che non contengano troppa acqua perché in quel caso è meglio inserirle crude e a piccolissimi pezzetti) vengon fuori meraviglie.
Meraviglie che si possono arricchire con sale e niente e nessuno impedisce di mettere quelle più comuni come la maionese. Oppure lanciarsi in prodotti total veg o perché no crudisti quale l’immancabile guacamole o salse a base esclusiva di semi. Come nel mio caso che ho voluto inserire un semplicissimo tahini, concentrato massimo di salsa di sesamo generalmente adoperato per la preparazione dell‘hummus.
Questi hamburger, poi, sarà per il colore ma sembrano davvero di carne e possono trarre in inganno -amorevolmente- i bimbi, soprattutto. Che i fagioli solitamente -tanto quanto le barbabietole- sono un miraggio da propinare, no? Il gusto dei fagioli è davvero neutro. Si sente chiaramente la barbabietola anche se non con quelle note forti che la caratterizzano. Il condimento e la freschezza della foglia verde farà il resto conferendo un gusto davvero unico, particolare e gustoso.
Insomma che un autunno di Vegan Burger abbia inizio!