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Pop Corn con Ghost face – Scream

la Ghost Face è ispirata chiaramente all’urlo di Munch

Sono passati vent’anni dal primo squillo che ha terrorizzato il mondo intero e fatto rivalutare il genere slasher. SCREAM, che doveva chiamarsi Scary Movie -dato in seguito alla parodia- firmato da Wes Craven è un film indimenticabile del genere. Infinite sono le citazioni, le copie, le fortunatissime parodie e gli aneddoti. Uno su tutti che la Ghost Face è ispirata chiaramente all’urlo di Munch ma che non fu creata appositamente per il film; il regista Wes Craven la trovò su una bancarella e se ne innamorò. Era esattamente quello che cercava. Una delle maschere più riuscite di tutti i tempi, tanto che nella scena iniziale fu indossata proprio dal regista. Sì, è lui che si maschera durante la chiamata con la sventurata Casey, al secolo Drew Barrymore.
Bisogna rispondere alle domande inerenti ai film horror. Se sbagli, sei spacciato. SCREAM è considerato un vero e proprio gioiello della cinematografia horror perché rompe alcuni schemi, li ridicolizza e al contempo accentua in un crescendo di profonda suspence con colpo di scena immancabile. Girato in modo magistrale. Craven durante le riprese di SCREAM era già un regista affermato e padre di Nightmare dal profondo della notte e Nightmare Nuovo incubo: due pietre miliari del genere.
L’incipit, ovvero la scena iniziale osannata dalla critica dove una sfavillante Drew Barrymore, che doveva essere protagonista ma poi si decise di sostituirla ed eliminarla nei primi tredici minuti per aumentare ancor più la tensione (considerato che nessuno ancora fosse famoso quanto lei, nel cast) prepara dei pop corn. I classici pop corn americani nel padellino. Devi solo togliere l’etichetta, metterli sul fuoco e aspettare che scoppiettino e gonfino.

Un ringraziamento speciale al Santo Nippotorinese che con sorprendente verve e improvvisazione si è prestato al gioco.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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