La pasta a cinque buchi (te ne ho parlato infinite volte e trovi un post qui) è un formato della tradizione siciliana immancabile nelle tavole -catanesi soprattutto- durante il periodo di Carnevale. Cinque buchi perché vi è un foro centrale più grande e quattro laterali. Il foro centrale è molto largo ed è pronto ad accogliere il sugo corposo e ricco che si prepara per condire.
Nei pastifici e nei supermercati più forniti si trova la pasta ai cinque buchi anche fresca ed è inutile sottolineare quanto il sapore cambi. Il ragù deve essere quello “della nonna”. Con la salsiccia, la cotenna, i pezzettini grandi e niente carne tritata. Insomma all’antica. Con il concentrato di pomodoro; e c’è chi lo fa solo con questo allungando con pochissima acqua perché deve essere stretto stretto. Poi condisci la pasta e hai anche il secondo pronto per fare decine e decine di scarpette.
È una pasta molto vistosa che riempie subito i piatti.
Sarà un sacrilegio quindi vederla condita con una salsa al basilico e avocado o il ragù di tempeh ma è buonissima. È buonissima anche così in versione veg e tocca provarla, come sempre, prima di giudicarla.
Non amo molto il tempeh di soia ma quello di ceci assolutamente sì e ci faccio dei “ragù” incredibilmente buoni. Che già fa ridere che io faccia il ragù figuriamoci con le virgolette. Ma è davvero saporito, buono e tutti ne rimangono tra l’estasiato e lo sconvolto. Definendolo così non c’è neanche bisogno di spiegarti come: battuto sedano, cipolla e carota in olio extra vergine d’oliva e tempeh sbriciolato. Un’ottima salsa. Deve pippiare pure questo e bon: finito. Non sarà di certo io a spiegarti come fare un buon ragù, seppur vegetale, perché lo saprai fare meglio di me.