Ricette Vegetariane e Vegane

Pane di zuccca con Noci e Mandorle

Oggi è il Black Friday,  ovvero il giorno successivo alla Festa del Ringraziamento e tradizionalmente in America dà inizio alla stagione dello shopping natalizio. Potevo forse io non festeggiarlo degnamente fosse solo perchè la parola shopping va onorata sempre e comunque? Domanda retorica e Buongiorno.  Essendo molto tradizionalista non potevo esimermi dal dilapidare il patrimonio con quel netto anticipo che mi contraddistingue. Da due settimane infatti i dipendenti di paypal sono in mio stretto contatto telefonico per confermare transazioni esorbitanti. Mi arresteranno per traffico illecito di idiozie che al momento viaggiano su navi cargo da diverse parti del mondo.

Shopping compulsivo a parte c’è qualcosa altro di compulsivo qui: l’acquisto di zucche. Da fine ottobre non si fa altro. Pina Fantozzi con i panini nella lavatrice era chiaramente una principiante. Ed è la volta del pane alla zucca con Noci e Mandorle.

In ostrogoto recita così:

 

  1/2 cups (210g) flour, 1/2 teaspoon of salt, 1 cup (200 g) sugar, 1 teaspoon baking soda, 1 cup (1/4 L) pumpkin purée, 1/2 cup (1 dL) olive oil, 2 eggs beaten, 1/4 cup water, 1/2 teaspoon nutmeg, , 1/2 teaspoon cinnamon, 1/2 teaspoon allspice, 1/2 cup (1 dL) chopped walnuts

E’ una fissazione, sì. Complice il periodo mangio una quantità di zucca vergognosa. Semplice. Al forno senza olio o altro. A tavola poi butto tanto di quel Sale grosso che potrei farmici lo scrub del corpo. L’ipertensione è amica mia. Ma non siamo qui per parlare di cose da vecchie anche se l’osteoporosi e le artrosi sono vicine. Checihounetaciho. La notizia del giorno è che . Alla Rinascente vendono le Cup. Quelle fastidiose unità di misura tazzose che quando me le ritrovo tra i piedi do di matto. Non che io legga le ricette girando le pagine con i piedi, sia chiaro (devo smetterla subito o posso continuare un altro po’? ). Perchè d’accordo che “dovrebbe essere intorno ai 210 grammi” ma a me viene l’emicrania immediatamente. Leggo “cup” e automaticamente mi dirigo verso la lavanderia nel mobiletto dei farmaci per un analgesico. Leggo ” 1/3 di cup” e mi vien voglia di incendiare la macchina dell’autore del libro. E mi immagino già quante cup di benzina usare per radergli al suolo tutta la carrozzeria. Ingaggiare un investigatore privato per scovare dove sia parcheggiata. E . basta, ok. Grazie alla Rinascente ci sarà quindi meno violenza e più macchine integre ed è un grande giorno questo. Un po’ meno per gli investigatori disoccupati ma santo cielo chi se ne importa?!

Questa ricetta originale americana recuperata dal buon Nippotorinese/aiutante/cheprestosaràlicenziato  in un sito di cui non ricorda l’indirizzo ed è per questo che preventivamente mi disfo di tutte le responsabilità mettendo in chiaro che eventualmente per problemi di copyrightricettosi doveteprendervelaconlui. Tuttattaccato, sì. Ovviamente ho desistito buttando cappello e grembiule sul piano cottura dopo aver letto 1/2 cups flour e 1/2 teanspoon. Essendo affetta dalla sindrome di Bree Van De Kamp potrei stare ore ad arrovellarmi se un teaspoon della signora in questione sia uguale a un mio teanspoon. Potrei impiegare ore immaginandola nella casetta vicino New Orleans con il suo vestito a fiori aggirarsi tra i cassetti  dove è riposto l’argento, lasciatole dalla nonna della mamma di San Francisco, intenta a scegliere il suo teaspoon segreto per il pane di zucca. Mi confonderei non poco se  l’immagine di una manager di New York prendesse il suo posto e quel tailleur firmato sporco di polpa di zucca finisse dritto in lavanderia dopo la pausa pranzo; unico momento per preparare il pane di zucca in vista del suo primo appuntamento con l’ispettore capo. E poi dalla lavanderia passerei a Nick Kamen che fa il bucato. Canterei la canzone. Mi sentirei vecchia perchè ero forse già nata quando mandavano quella pubblicità mentre mia cugina no. INSOMMA. Grazie al cielo c’è la Rinascente. Adesso logica vorrebbe che io dicessi: perchè ho trovato anche il teaspoon ufficiale alla Rinascente. La logica, appunto. E che c’entro io con la logica? Quindi niente teaspoon. ” E come hai fatto allora?” . E che ne so?! A occhio ho calcolato il teaspoon perfetto. Urge un videopost dove io spieghi come si calcola ad occhio un teaspoon perfetto mi sa ( vedo delle facce perplesse. Perchè? )

 

Ma avere già la certezza della cup era quella felicità a metà che non ci si può lasciar sfuggire. Quando la Rinascente venderà anche l’altro oggetto del desiderio allora sì. Sì che griderò Evviva Berlusconi (ma è ancora del cavaliere la rinascente? cielo. L’aggiornamento escort mi tiene così impegnata che non posso seguire tutto, dannazione) . Ammetto di averci messo del mio e di non aver perfettamente seguito le indicazioni. Una sorta di Bree coraggiosa ed impavida in un ‘insolita versione fantasiosa. Un pacifico serial tv americano trasformato in un horror, in sintesi. Come ammetto pure di essere una scema. E fin qui niente di nuovo. Ho pensato solo dopo che tutte le modifiche andavano saggiamente annotate nella fortunata ipotesi che si rivelassero esatte. Bene. Io non ho appuntato nulla ed è chiaramente colpa di quel tizio senza capelli. Troppo presa da Nick Kamen, lo shopping del Black Friday e il  vestito fiorato dell’anziana donna di New Orleans .

Cosa ci faccio quindi qui io? Se non ho seguito gli ingredienti in alto e non ricordo esattamente quelli usati da me? Risposta: Non lo so*scandendo bene ogni lettera con seria preoccupazione. Del resto questo non è un food blog ma un’accozzaglia di manicaretti (e polsinistorti. manica-retti. polsini-storti. no. Non riuscirò a distogliervi da tutto questo, ok) e il peso della responsabilità (?) quindi non mi schiaccerà. O forse sì. Non potendomi poi affidare alla mia scarsissima memoria procedo stoica ugualmente tentando in una sorta di training autogeno di esporre i vari passaggi mentre i ricordi riaffiorano (tempo perso lo so ).

La Ricetta

210 grammi di farina, 1/2 cucchiaino di sale, 60 grammi di zucchero (questo lo ricordo perchè 200 mi sembravano davvero esageratissimi. Non che io ne capisca molto di pane di zucca sia chiaro ma 60 e amen), 1 cucchiaino di bicarbonato, 300 grammi di zucca precedentemente lessata/messa al forno/cucinatacomecipare (io l’ho semplicemente messa in pentola con dell’acqua. scolata e schiacciata), 4 cucchiai di olio di oliva, 2 uova, 100 grammi di mandorle, 100 grammi di noci, 1 cucchiaino di cannella, 1 cucchiaio di spezie miste (chiodi di garofano,noce moscata,  zenzero), 1 cucchiaino di zucchero d’acero, 50 grammi di burro. 

E cielo credo di non aver dimenticato nulla. E “credo” è lampeggiante a caratteri cubitali. Di un colore sobrio: fucsia maculato magenta.

In una ciotola mettere: zucca, spezie, uova, burro, olio, zucchero, sciroppo d’acero, sale, bicarbonato  e con l’aiuto di una frusta elettrica amalgamare un po’ il tutto. Solo alla fine unire la farina setacciata e per ultime le noci con le mandorle. Un’oretta in forno a 180 e speriamo solo che vada bene nella sventurata ipotesi che tu o essere coraggioso sia arrivato fin qui. La cosa che mi fa arrabbiare e non poco è che tutti si sono complimentati per questo pane. Non ricordarne le esatte dosi mi mette un’angoscia tale che forse neanche il ricordo dello sculettamento di Kamen potrà risollevarmi.

 Ho rivisto su Youtube. Forse può risollevarmi, sì. Ma un po’ più Frank Further ad essere oneste.

E che sia un Black Friday bellissimo per noi donne tutte e orrendo per gli uomini/che/seguono/costrettiaforza/le/donne/far/shopping. Perchè è giusto così e perchè ahimè è così che va il mondo.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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