Ma sul serio non sai che il Rambutan ( sì sto parlando con te ) in realtà sono gli occhi di It e che Stephen King si è ispirato proprio a questo magnifico frutto che sa di lychees o litchi ? Ok non è vero, suvvia. Me ne sono convinta a dirla tutta. Già da un po’ e nonostante ami smentirmi questa volta non lo farò. Sulla roba seria non scherzo mai. King si è ispirato al Rambutan e basta.
Il Nippotorinese lo trova bizzarro ma come ho già avuto modo di blaterare però qui non è Natale senza la frutta esotica. Non ho ricordi di me che farfuglio All I want for Christmas sbiascicando accenti improbabili mentre mangio una pera. Piuttosto un alchechengi. Come non ho ricordi di me, dopo la cena della vigilia, che taglio pere. Piuttosto che accoppio il mandarino al Lychees/litchi e alla papaya. Che diciamolo il mandarino e la papaya insieme possono pure farti dimenticare nonna ubriaca riversa sul terrazzo in preda a spasmi gastrici.
Il Nippotorinese lo trova bizzarro che qui al sud si festeggi la vigilia più del Natale stesso. Nel senso che sì il 25 si è ugualmente riversi per terra a misurarsi le pance con il metro per decretare chi riesce a produrre più gas intestinali ma lo si fa anche il 24. Trovo affascinante quello sguardo vitreo fisso su di me in cerca di una logica che puntualmente non arriva. Tanto quanto le domande senza risposta; come fossi una sfinge con una coppola e un vestito per salire sul carretto siculo che dovrebbe condurre verso la via della risoluzione degli antichi arcani meridionali : ” Perchè aspettate la mezzanotte per mettere Gesù bambino nel presepe e non lo fate la mattina del 25?” – Risposta esaustiva numero 1 ” Non so” – “Perchè aspettate la mezzanotte per mettere Gesù bambino nel presepe e poi aprite i regali? Non è più bello il 25 dopo pranzo? “ – Risposta esaustiva numero 2 ” Non so” – “Perchè la notte del 24 non vi tenete leggeri ben sapendo che il pranzo di natale sarà piuttosto abbondante? “ Risposta esaustiva numero 3 ” Non so” – Non vi tedierò ulteriormente ma si sappia che la suddetta sfinge con coppola di solito è sottoposta ad un bombardamento che comprende circa 131231312313123123 domande.
Insomma “Perchè non festeggi un giorno in più e la fai finita?”. Ed è qui che c’è tutto il Sud che scorre nelle mie vene. Non chiedersi perchèpercomechesensoha. Lanciarsi nella mischia e ballare il tuca tuca con un caschetto biondo finto suonando il clacson per salutare un passante sconosciuto. Ed è difficile ballare il tuca tuca in macchina e suonare il clacson ma sì. Ce la si fa, dannazione.
E’ esagerato definirci coppia mista, me ne rendo conto. Del resto lui non è di Los Angeles ed io non sono di Kathmandu. Eppure tra di noi scorrono latitudini di differenza come se gli emisferi di provenienza fossero addirittura appartenenti ad altri pianeti. Se ne è addirittura convinto LUI. L’essere tragicamente razionale e logico che festeggia solo il 25 dopo aver trascorso la vigilia davanti ad una tabella nutrizionale e studiato esattamente come bilanciare le entrate e le uscite delle calorie al fine di chiudere il mese in pari, ha sentenziato che: sì. Il mio problema non è tanto essere illogica con quel quid del sud caciaroso confuso che pervade le mie membra ma provenire da un pianeta lontano. Bene. Ed io ho capito finalmente che provengo dal pianeta Pitaya (Dragon Fruit).
Perchè è un fichidindia, siculo come me, alieno. Con quel suo colore trash pink esterno unito all’intramontabile pois setoso. L’innovazione e la tradizione e il disequilibrio esasperato. Ogni semino un’idea stramba e malsana che si attacca e con difficoltà va via. Che cerchi di sputacchiare ma rimane. Un pianeta dove si può sguazzare tra i semini/idee e farli propri. Reinventarli, trasformarli. Dove regna il caos e si può ballare il tuca tuca in macchina suonando il clacson ai passanti e ricevere una sonora pernacchia che riprende un po’ le note di “I will Survive“. E poi diciamocelo potevo forse io non dire “nano nano” ? . Tutto torna. Vi vedo annuire e ne sono felice.
Ai meno attenti sembrerà un delirio ma so che sto parlando chiaramente alla minoranza. I più sapranno già che questa introduzione sta per:
ma l’agua de Pitaya voi a natale la bevete vero? Tutto Torna no? Perchè è un’altra di quelle robe irrinunciabili tanto quanto il panettone. Basta solo la polpa di mezza Pitaya, un cucchiaino di zucchero e qualche goccia di limone. Girare velocissamente innamorandosi di quelle deliziose microsfere che ondeggiano nel liquido e ingurgitare. Una pioggia si sali minerali, vitamina C e solo il cielo sa cosa. Non che si sia in deficit nel periodo natalizio eh. Anche se nonna la mattina del 25 un bello zabajone vorrebbe farmelo in effetti. Essendo però la stessa donna ubriaca riversa sul terrazzo va da sè che abbia poca credibilità (povera nonna. Speriamo solo non riesca ad entrare qui un giorno)
La Carambola è un’altra di quelle robe irrinunciabili che non può non essere divorata in queste notti pre natalizie . E’ talmente bella che si rimane anche un po’ inebetiti. Ed io con la Carambola oggi ho fatto la torta Antilliana. Ebbene sì. Avevo già usato la Carambola con del cioccolato e della panna lo scorso anno ma quest’anno complice una ricetta scritta in un libruncolo vecchissimo di mamma eccomi qui a dirvi che: sì. Va fatta senza indugio. Il sapore della Carambola è particolarissimo, un po’ come la Pitaya, e non potrà di certo piacere a tutti ma. Quell’essenza limonesca acidula/dolce al punto giusto va provata.
Inutile dire che la mania monoporzione ha prevalso e che quindi ho optato con poca fantasia per la forma stellosa onorandola in tutto il suo essere. Trascriverò però la ricetta originale che vede La Torta Antilliana una Torta, giustappuntotuttattaccato.
Pasta Frolla: 100 grammi di zucchero, 350 grammi di farina OO, 1 pizzico di sale fino, 130 grammi di burro morbido a pezzetti, 1 uovo, 2 tuorli freschi, scorza di limone o qualsiasi aroma preferiate (io ho messo la scorza del mandarino. Perchè sto in fissa con il mandarino e perchè il gusto agrumato della Carambola ci si sposa bene*sentenziò)
Procedimento per la frolla: Sinceramente ho usato queste dosi che sono poi quelle ufficiali per la frolla con poco burro del ricettario del Bimby. Mi sono sempre trovata benissimo anche se non la uso spesso perchè a me piace moltissimo impastare piuttosto che infilare tutto dentro e far girare. Ad ogni modo qualora non aveste il Bimby e non lanciaste tutto dentro a velocità 4 per 20 secondi , basterà lavorare la farina setacciata con lo zucchero e il pizzico di sale con il burro a morbido a pezzetti fino a ottenere un composto sabbioso. Aggiungere l’uovo e i due tuorli fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Avvolgere in pellicola e lasciar riposare in frigo per 30 minuti.
Ingredienti per 6-8 persone: 4-5 carambole, 50 grammi di burro, 50 grammi di zucchero, 50 grammi di farina, 1 uovo, 1 bicchierino di rhum, 1 tazzina di panna, vaniglia, cannella, sale, farina e burro per lo stampo qualora non usaste il silicone Stendere quindi la nostra folla dopo aver imburrato e infarinato la teglia qualora non usaste il silicone. Spennellare tutta la superficie con un un po’ di burro fuso. Affettare sottilmente le carambole, eliminando il picciolo e sistemare le fettine stellate a cerchi concentrici. In un recipiente mescolare la farina, il burro fuso, lo zucchero , l’uovo leggermente sbattuto, il rhum e una punta di sale. Versare il composto sulle fettine di carambola. Coprire il tutto con il secondo disco di pasta. Sigillare i bordi delle due paste pigiandole insieme con forza. Mettere nel forno preriscaldato a 200 per 30-35 minuti. Servire eventualmente se piace con lo zucchero a velo.