Avevo giurato, non troppo tempo fa, improvvisa fedeltà al country con conseguente elaborazione di ricette più casalinghe e meno “glamour” in leziose monoporzioni. Il fatto è che io non sono affatto una cuoca e quando mi sento epitetare così nei diversi social network mi premuro di rettificare scapicollandomi velocemente. Nonostante si possa essere cuoco nel focolare della propria casa con plausi annessi, la verità per quanto mi riguarda è ben diversa. Ho imparato a grigliare una zucchina neanche due anni fa e il mio primo muffin credo non abbia soffiato ancora sulla prima candelina della sua vita. Non scopro la relatività quest’oggi asserendo che essere cuochi non è semplicemente fare un muffin con roba ricercata dentro, infilare due spezie a caso, dare un titolo epico e spacciarlo per novità . Al cibo mi sono avvicinata in primis per motivi personali ben lontani da una vera e propria passione e poi per rielaborazioni di illustrazioni e foto. Se dapprima l’intenzione era quella di condividere questo spazio insieme a Cecilia, giusto per accorciare le distanze, adesso è diventato relax, divertimento e per certi versi lavoro. Unire diverse passioni in unico contesto e trasformarlo anche in progetto di vita è francamente la cosa migliore che potesse capitarmi.
Questo per dire che quel giuramento di non cedere all’estetica e dedicarmi molto più al gusto in sè, non avendo basi del resto, viene smentito puntualmente proprio per i suddetti motivi. Il mio approccio non è certamente gustativo ma visivo e in fotografia una monoporzione con tanti gingillini intorno fa più scena di una bella bisteccona. Mi avvio allo scaffale della Feltrinelli tornando con sotto il braccio il brunch di Rugiati e Jamie Oliver. Mi immagino davanti ad un barbecue mentre arrostisco pietanze grondanti olio. Mi riprometto che dovrei tentare senza una tuta di amianto e una cuffietta per capelli, i guanti di silicone e il decalogo sulle mie manie riguardanti l’igiene.
Questa meravigliosa fantascienza visiva si tramuta poi nella stessa identica realtà : lascio Rugiati e Oliver sulla libreria e prendo Ducasse. Non perchè ne sia in grado, che una polpetta gigante mi travolga immediatamente. Ma perchè visivamente Ducasse rispecchia quello che cerco. Bellezza, linearità , gusto visivo. Quell’eterno divenire di bellezza smisurata. Quando non ti chiedi come è il sapore, perchè non ti interessa , ma quanto è meraviglioso e magistralmente arrotolato quel fagiolino. Al contrario Oliver fa sussultare chi quel gusto lo proverà . Vorrei imparare a trovare la via di mezzo. Sono qui per questo, del resto.
Mi ritrovo quindi a vivere l’ennesima passione visiva. Non credevo che qualcuno potesse entusiasmarmi se non al pari ma vicino al grande Ducasse. Ed è Sadler. Inchini a iosa e altarini appesi. Sadler con degli accostamenti poetici e delle presentazioni fotografiche strepitose mi ha mandato letteralmente ai pazzi. Aspic di arancia e spuma di anice, rivisitazione della cassata siciliana con le amarene, Crespella soufflè con l’aceto balsamico, tortino di carote miele e barbabietole. Roba da tirarsi i capelli e partire per Milano immediatamente armate di macro fisso e via.
La prima ricetta di Sadler provata con timore referenziale è la Torta di Mirtilli e Cioccolato; apparentemente una delle più semplici. Una crostata con frolla di cioccolato imbottita di panna cotta con mirtilli freschissimi ricoperta da un lenzuolino di marmellata quasi a volerla proteggere in tutta la sua delicatezza. Il delirio della bontà , insomma.
Nonostante avessi una marmellata di mirtilli freschissima ho adoperato la Rigoni ai Mirtilli Neri. Non è un segreto del resto che qui in casa si è fan sfegatati della Rigoni. A partire dalle Arance Amare. Raramente mi concedo qualche vizio culinario ma questa è in assoluto quella da annoverare tra i must have qui in casa. Colgo pubblicamente anche l’occasione per ringraziare la Community della Rigoni che tra le sue bravissime food blogger ha deciso di inserire anche me; che food blogger non sono.
Sadler consiglia un Moscato Passito di Pantelleria per la degustazione di questa Torta di Mirtilli e Cioccolato. Dal colore giallo dorato, profumato di frutta e con una nota di albicocca avrà il giusto gusto morbido e persistente ma è chiaro che vaneggio. Essendo astemia ci manca pure che sproloqui sugli alcolici. Riporto fedelmente nel qual caso voleste provare questa chicca Sadleriana.
Per la ricetta della Torta di Mirtilli e Cioccolato di Sadler clicca qui>> (formato stampabile)
Nel frattempo su Kodomoland sono arrivate le Zucchine Aliene !