Ricette Vegetariane e Vegane

La quinoa più semplice che c’è

Oggi è il Capodanno Cinese ed entra ufficialmente l’Anno del Drago ( ne disquisivo giusto durante il nostro Capodanno) . Dopo quello del Coniglio, appena trascorso, pare che arrivi lui: l’invincibile.

Avevo programmato giusto un’intervistina con relativa ricetta grazie all’aiuto dei miei amici cinesi, ma ahimè sono dovuti partire per problemi familiari in quel di Hong Kong (giusto dietro l’angolo) e quando sono ricomparsi era troppo tardi per essere in tempo. Ricetta saltata, insomma. Adesso che li ho segregati in lavanderia …ahem no. Adesso che li ho gentilmente invitati in casa ( “EHI TU FERMO ! NON TI MUOVERE O STRINGO LE CORDE!”) potremo organizzarci; ergo qui si festeggerà il capodanno cinese in lievvvvvvvvvvisssimo ritardo ( “Adesso vengo lì e ti faccio un caffè ! intesi?”.  Bere il mio caffè si sa,  è peggio di una qualsiasi punizione corporale)

E allora oggi altro che Capodanno Cinese, uff.

“E postala qualche ricetta che mangi tu, Giulia”, ” e postala” , “e postala”.

E la risposta “mamangiotuttolesso” non spaventa; come neanche “mamangiotuttougualelesso” non terrorizza. E nemmeno “mamangiosemprelestessecose”.

Insomma alla fine mi sono applicata-scervellata-concentrata e tadan! Una delle cose che mangio è la quinoa, vabbè. E quando non la mangio lessa da sola mi piace con il mais e il pomodoro.

Bene. E ci dovevo fare un post?

A quanto pare sì.

Adesso potrei pure perdere due ore di tempo  a parlare del gusto del datterino e del pachino e di quanto io preferisca il primo. Anche del fatto che non digerisco bene il pomodoro e che il mais me lo concedo rare volte perchè ecco non riesco a digerire neanche quello. Un tempo però ne mangiavo quintalate senza problema.

Potrei perdere pure tempo riepilogando e trascrivendo per l’ennesima volta la preparazione della quinoa non apportando nulla di importante al genere umano; del resto due parti di acqua per ogni parte di quinoa sembrerebbe essere sufficiente.

Però potrei parlare delle serre di Portopalo dove si coltivano i datterini e i pachino e dove Tom Cruise una volta è atterrato con il suo elicottero personale solo per comprare i pomodori freschi e la ricotta salata. Insomma potrei dar sfoggio del mio animo gossipparo unito a questa smisurata conoscenza culturale (risate registrate, grazie regia).

Perchè diciamocelo, chi dotata di buon senso e intelligenza posterebbe un’insalata di quinoa lessa con pomodori e mais senza olio (oh ma il sale c’è eh!?) e una tristissima foglia di sedano ammosciata messa sopra più per dare una nota di colore alla fotografia che altro (perchè sia chiaro che io non l’avrei messa se non avessi dovuto fotografare un mio pranzetto).

La risposta però arriva. Non avendo buon senso e intelligenza eccomi qui con foto e delirio privo di senso.

L’accostamento che mi piace di più in assoluto è da sempre (e credo per sempre) il pachino (o datterino) con il mais. Quando non ero intollerante al latte aggiungevo anche una bella mozzarellina a questo connubio. Per questo motivo ho scelto di accoppiare alla quinoa questi due alimenti a me tanto cari. Per chi volesse l’idea di aggiungere delle mozzarelline cattiva non è.

Si è già blaterato a sufficienza riguardo alla versatilità della quinoa e alla sua freschezza. E’ ottima sì nel periodo primaverile ma anche ora nessuno ci vieta di viziarci un po’ con il calore e i colori tanto estranei al periodo. La quinoa (sto cercando di divagare il più possibile *Disse fischiettando) mi piace mangiarla sui piatti di legno che sanno di natura (non è vero. Sto inventando di sana pianta per allungare un po’ il brodino. Ammesso che qui di brodino non ce ne è. Ah bene e con questa squallida battuta ho fatto un altro rigo. dicevo?).

Insomma, sì. La quinoa nel piatto di legno è un must irrinunciabile.

Ok finiamola. Si è capito perchè non posto quello che mangio io?

Bene, e ora mi tocca pure togliere i chicchi di mais e il pomodoro e mangiarmi la quinoa da sola, uff.

Cosa non si fa per essere una fuuuudddbbllogghè competente e attenta che dispensa consigli di vitale importanza (sì, regia. Anche qui risate e pernacchie registrate, grazie).

Qualora  per tua fortuna ti fossi perso i miei post precedenti e ti interessasse qualcosa di più “normale” con la quinoa:

No. Non sono qui a ripetere che il 12 Febbraio sta arrivando e il contest per vincere la macchina fotografica sta finendo, ma per comunicare che Mamma e Nippotorinese sembrano avere già un vincitore nel cuore. Sono rimasti folgorati da un disegno. Entrambi. Metterli d’accordo è difficile quanto accostare un pantalone skinny Disquared ad una giacchettina Chanel pelosa e fronzolosa. Per dire insomma che senonvidatedafare un possibile  vincitore qui pare già esserci.

Considerato che il link scomparirà ben presto ( non che importi a qualcuno ma adoro quando le persone sembrano comunicare notizie di vitale importanza) vi ricordo che qualora voleste rovinarvi l’anno con me il Calendario del Gikitchen, con tanto di ricette ( WOW! fingiamo entusiasmo) lo si può comodamente scaricare ( e incendiare) cliccando qui >>>>

( è che è il mio primo formato .pdf e mi commuovo ogni santa volta)

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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