Ricette Vegetariane e Vegane

La Pasta è una farfalla, un cuore ma soprattutto un ricordo

 Sull’App Gikitchen è in fase di costruzione la sezione San Valentino; ora non starò qui a ripetere quanto credo sia insulsa questa festa ma parliamoci chiaro: ho l’occasione di fare cuori ovunque ( e ricordiamoci che io sono il Sindaco di Kokoroland, regno dei cuori ), di rovinare ancor di più i pranzi al Nippotorinese e invadere casa con gingilli, quisquilie e bagattelle   e dovrei forse tirarmi indietro?

Ho pure il servizio di piatti ( a ben pensarci , due) con tanto di cuori ( anche i bicchieri, santocielo!) 

No dico, ma siam fuori di testa? Adoro vedere quella faccia disgustata e quel labbro superiore leggermente inarcato; come letteralmente impazzisco per tutti quegli sbuffi  infastiditi e antipatici, del Nippotorinese.

E allora, considerato che qui al Gikitchen, finito Gennaio ci sarà un’ondata cuoriciosa più entusiasmanti iniziative di cui discuto/organizzo segretamente, direi giusto di organizzarci anche lì. Per questo motivo al momento c’è già qualche idea veloce per il 14 Febbraio ma ben presto si riverserà talmente tanta roba che sarà quasi un obbligo odiarmi e detestarmi ancor di più.

Finito San Valentino passerò al Carnevale e finito Carnevale ci sarà l’ondata di conigli per La Pasqua. Finita la Pasqua chiuderò il blog perchè sarò già beatamente sdraiata su un lettino, legata e imbavagliata mentre cerco di gridare” halloweeennnnnnnnnn devo preparare le ricette di halloweeeennnnnnnnnnnnn” . Ecco, per dire che: vivo i periodi in maniera talmente frenetica ultimamente che a mamma ho detto seria in volto ” ma credi che riuscirò a fare la Colomba Pasquale degnamente ? Pasqua è alle porte”. 

Cosa fate per Pasquetta, a proposito?!

Il mercoledì mattina come tutti i miei amici sanno è il momento più duro della settimana; quello che mi vede impegnata nella manicure, ebbene sì. L’unica mattina che coccolo un po’ il  mio equilibrio psicofisico (quale?). Chiacchiero con  la mia Mary, dolcissima amica, rilassandomi un po’ e scegliendo nuance talvolta ridicole ( azzurro puffo sbiadito con pois bianchi) e altre volte pure ( fucsia con fiorellini color glicine). Un lenitivo che cura ferite. Un po’ come quando si giocava da piccole alle signore, entriamo in un mondo tutto nostro. Ci raccontiamo i tormenti della settimana fissandoci negli occhi e stringendoci le mani tra colori, sorrisi, commozioni e affetto. Nelle ore del mercoledì mattina poi decido gran parte di quello che cucinerò perchè Mary è fonte inesauribile di ricordi e tradizioni. Amo ascoltare le sue storie e i piatti tradizionali siculi che facevano  sua mamma e sua nonna. Ben presto infatti si riverseranno dei veri e propri tour culinari, ma nonanticiponullanullanulla ( anche perchè diciamoci la verità: lo so che state fissando lo schermo e domandandovi: macchecefrega dei tuoi tour e della manicure?!? ) 

Lascio quindi qualche appunto in cucina programmando come ogni giorno il post alle 12.12  (vivo quest’entusiasmo sconfinato della programmazione post come fosse una scoperta al pari di : “scoperto come moltiplicare i nani da giardino”) 

E il mio terzo articoletto su Style è online: trattasi di Sushi di Pollo con Tamagoyaki al sapore di asparago del sud-est Bengalese.

Vabbè il petto di pollo con la frittata dentro sbattuto sulla padella etantisalutichisièvistosièvisto, insomma.

Per leggere l’articolo devi cliccare qui e dire ” ma quanto è scema questa?” , insomma la prassi generale.

Avevo comprato queste Farfalline Arcobaleno colorate in maniera del tutto naturale  con spinaci, barbabietola, curcuma e paprika durante la passata Pasqua;  poi per ragioni a me ignote sono scadute in dispensa e con immenso dolore ho dovuto sbarazzarmene. Le avevo acquistate nell’unico negozietto qui un po’ più fornito di prodotti etnici, dove vi è anche una sezione interamente dedicata alla pasta un po’ particolare e non commerciale. Il Nippotorinese tra gli innumerevoli regali di Natale me ne ha fatto trovare una confezione con scadenza a Giugno del 2012.

Per paura di sbagliare nuovamente e per ringraziarlo del gentilissimo pensiero (oggi sono troppo buona con il pelato o sbaglio?) ho deciso di non perdere tempo e darmi immediatamente da fare ( si fa per dire considerato che è una preparazione talmente semplice che si cade nell’imbarazzante).

La scelta è ricaduta su una semplicissima pasta lessa in acqua bollente salata ma aromatizzata con burro al mandarino.

Dopo aver vissuto una passione improvvisa per l’arancia che ho messo nelle lenticchie, nel cotechino, nelle carote con uvetta e coriandolo, sino ad arrivare ai Tartufini di panettone, alle varie insalate con finocchi e agli involtini di alici con pangrattato, pistacchio e scorza (che non ho fotografato e uplodato qui), ho cominciato con il mandarino. In ritardo, chiaramente, altrimenti che “campionessa di scemenza ” sarei?

La pasta è semplicemente saltata in padella due minuti prima della fine della cottura con un’abbondante noce di burro e il succo di due mandarini e pochissima scorza grattugiata finemente. Il gusto dipenderà dalla qualità del burro e del frutto. La pasta, in questo caso già aromatizzata dalla presenza della paprika e della curcuma, otterrà un sapore davvero interessante.

Nonostante il freddo polare si sia abbattuto anche al sud (nessuno mi smentisca. Dieci gradi corrispondono a freddo polare insostenibile, poche storie!) ci sono ugualmente interessanti giornate di sole che mi fanno un po’ rimpiangere quella luce perfetta. Munita di sciarpa, cappello, passamontagna e doposci ( avessi avuto gli i moonboot avrei messo pure quellii), mi sono quindi diretta impavida e stoica sul terrazzo e sfidando il gelo sono riuscita a muovere le articolazioni sul pulsante per sfornare queste poche diapositive che in effetti tutto evocano tranne che freddo polare, gelo e inverno. Pur detestando le stagioni calde e il sole opprimente mi ritrovo a bramarlo tra farfalle colorate e voglia di apparecchiature sul terrazzo. Di quelle veloci e fresche colorate senza troppi gingilli. Di piatti colorati e svolazzanti senza pretese, senza luci artificiali a intermittenza ma solo luce naturale. Ecco sì, un’improvvisa voglia di natura che generalmente non mi appartiene. Insomma sono sempre quella che non annaffia le piante ma le sradica e le compra nuove. La stessa poi che non avendo per nulla nel suo dna il termine coerenza lotta contro l’abete vero per Natale.

Follie incomprensibili a parte, credo che ci sia più una voglia di fuggire, a prescindere da colori e stagioni. Un’incommensurabile voglia di riposo che sempre per inspiegabili ragioni procrastino.

Essendo sicura poi che da qui in avanti non potrà che centuplicarsi questa sensazione (che non potrà essere appagata), prevedo un allegro esaurimento a breve.

L’altra sera abbiamo visto Rapunzel, che non avevo avuto il piacere di gustarmi prima. Quando ha messo i piedi scalzi sull’erba per la prima volta dopo diciotto anni il Nippotorinese mi ha guardato e accarezzandomi i capelli, ormai davvero lunghissimi,  ha detto “tu per il doppio degli anni”.

Il primo istinto è stato quello di spaccargli la faccia perchè non ho compiuto affatto il doppio dei diciotto (anche se poco ci manca in effetti* SPARATEMIADESSO) ma. Ecco sì. Quest’anno mi piacerebbe sentire questa sensazione sulla pelle.

Quella dell’erba. Senza pensare ai germi, insetti e amuchina in borsa. Dovessi riuscirci addirittura vorrei proprio rotolarmici in un prato. Ma non esagero; basta un piedino al momento. Ma anche solo toccare con l’alluce.

Ecco sì. E’ uno dei miei obiettivi.

Ricapitolando. Per la Pasta al burro aromatizzato al Mandarino:

In una padella fai scaldare una generosa noce di burro con delle listarelle di buccia di mandarino non trattato che hai precedentemente lavato. Aggiungi quindi il succo di un mandarino circa a persona. Quando il burro si sarà liquefatto e odorerà di mandarino, spegni e procedi alla cottura della pasta. Cuoci la pasta in abbondante acqua salata bollente e procedi alla cottura indicata. Riaccendi, quando la pasta è quasi al dente, il fuoco sotto la padella e con l’aiuto di una schiumarola butta dentro la pasta. Amalgama bene il tutto fin quando la pasta si sarà insaporita con il burro e il succo di mandarino e servi immediatamente. 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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