Quando ho mostrato questo formato di pasta su instagram e facebook vi è stato il delirio. In effetti aveva colpito e non poco anche me mentre passeggiavo nella meravigliosa isola di Ortigia appiccicandomi come orsetto al miele sulle vetrine coloratissime che primeggiano tra le meraviglie barocche sicule di una delle città siciliane che più ho nel cuore.
La splendida Ortigia patria del gelato alla Cannella più buono in assoluto proprio nella  Gelateria Bianca su Piazza Duomo, offre un viaggio per gourmet davvero interessante. Lo scorso anno sono stata felice ospite dell’isola per qualche giorno e qualche appunto di viaggio lo si trova cliccando qui .Â
Per quanto riguarda i negozietti gastronomici pronti ad offrire meraviglie di qualsiasi tipo e sorta ve ne sono diversi specializzati in paste di misure e forme davvero particolari. L’ultima volta che sono stata ad Ortigia, ed esattamente a ridosso della Pasqua insieme alla mia amorosa socia cognatosa e la Sacra Suocera da Torino, non ho saputo resistere ( e quando mai!?) e ho fatto man bassa di pacchi e pacchetti.
A forma di cuore e linguine enormi particolari, cannoncini altissimi almeno sessanta centimetri che urgono l’acquisto di un pentolone simil calderone da strega per essere almeno contenuti per un quarto e margheritine enormi che non sono queste, ma che spero presto di mostrare giusto servendole in un modo che nel siracusano è un must. Insomma tra i vari acquisti mi sono innamorata del formato margheritoso in questione. Delizioso.
Visivamente romantico e delizioso, continuavo a ribadire osservandola lì in quell’idromassaggio di acqua bollente che l’aveva accolta. La forma rimane invariata e si disfa davvero con difficoltà e questo è un bene perché il sogno di avere quelle margherite intatte nel piatto come fosse un prato fiorito non è una chimera che sfugge ma una solida realtà .
Ho preparato per la prima volta con queste margheritine un primo vegano al cento per cento, leggero e fresco. Il Nippotorinese non ama particolarmente la pasta a pranzo,  ma se servita in una porzione decorosa senza condimenti pesanti che compromettono il funzionamento neuronale pomeridiano in ufficio,  non disdegna di affondarci la forchetta dentro. E questo è un esempio classico di primo piatto che gradisce. In pratica è semplicemente della pasta lessa in acqua bollente salata fatta saltare  a pochi minuti dalla fine della cottura con un po’ di acqua che le ha fatto compagnia nel pentolone e una generosa spruzzata di arancia freschissima. Una giratina generosa di pepe nero macinato sul momento. Servita con l’arancia spellata a dovere senza la fastidiosa pellicina e qualche fogliolina di rucola. Queste ultime se sostituite da  foglie di spinacino fresco, sortiranno ugualmente un contrasto e un sapore interessante.Â