Ricette Vegetariane e Vegane

La pasta con il cavolfiore crudo e il limone

Uff alla fine solo due borse (disse sogghignando) perché questa moda fluo impertinente mi sta davvero mettendo a dura prova. Una maglietta nera neanche a trovarla. Se c’è ha un teschio fucsia altrimenti un coniglio giallo psicopatico con gli occhiali da sole verde. Pare che per sobrio si intenda una maglia con la scritta “I love sex” stampata con i trasferelli cinesi e il ferro da stiro con i colori multifluocoloratiglitterati.

L’era del buongusto è finita da un po’ lo so,  ma pare che adesso ci sia una bella accelerata. Volgarissimo quello che c’è in giro. Le borse, altrettanto. Non sono solo una dark lady ed apprezzo il colore nell’accessorio;  ho pure mantenuto la calma davanti alla Miss Sicily in paglia fucsia, respirando ed espirando e sostenendo con qualche riserva “evvabbènonèatroce” ma. Ma sentirmi dire (ridendo come se la commessa ventenne fosse una stilista navigata solo perché aveva un braccialetto con un teschio fluo) “nero? no. Quest’anno si portano i colori neon e fluo!” è da puro isterismo.

“Mettiteletulecosechesiportano, pecorella che segue il gregge”. Puoi tranquillamente rispondermi che “no. Nero non c’è nulla, mi dispiace”. Quello che si porta potrei saperlo e snobbarlo. Amen.

Insomma sì sono diventata una vecchia antipatica che pretende le buone maniere e un linguaggio consono (praticamente sì. Non devo uscire più di casa e devo invece dedicarmi come già per il 90 per cento delle volte faccio: allo shopping online).

E’ stata una domenica dal punto di vista cromatico davvero snervante. Come dal punto visivo; perché passi la ragazzina quindicenne evvabbeventenne vestita fluo con i teschi ma donne over trenta e quaranta abbigliate in maniera ridicola sono ceffoni visivi che nessuno merita.

La quarantenne con la minigonna di jeans e gli stivali di camoscio senza calze e la borsa gialla fluo come il cerchietto (col fiore, sì) che ha completato il tutto con uno sfumato leggerissimo di ombretto sugli occhi: viola, azzurro e verde mela iper glitterato alle TRE DI POMERIGGIO è.

E’ devastante. 

Sono quella tutta vestita di nero e pallida, sì. Un po’ bizzarra, forse. Ma sicuramente non un’offesa al pubblico decoro.

Adoro il cavolfiore crudo ma mangiato in pochissime quantità (solo tre chili, suvvia); lo adoro al forno o semplicemente lesso con tanto succo di limone e approfittando della quantità vergognosa in casa ho fatto un primo semplicissimo per il Nippotorinese giusto perché mi sto allenando nella difficile arte dei primi piatti semplici (mi piace fallire, insomma).

Continuo a comprare pasta e soprattutto a riceverla. La mia Titti (sì. Non sapevo del suo compleanno e ho fatto l’ennesima brutta figura. Cheilcielomiperdoni) mi ha poi omaggiata di pasta pugliese (nondiconullapernonrovinarelasorpresa) che sommata a quella che ho acquistato ieri in quel di Ortigia e alle otto tonnellate in dispensa significano solo una cosa: pasta. Il nippotorinese dovrà mangiare pasta da qui a Novembre 2098. 

Sono una fan spudorata del broccolo, eh. Il cavolfiore con i suoi adorabili  mazzetti cespugliosi viene secondo all’arzillo ortaggio verde che tanto mi fa perdere la testa;  che sia ridotto in poltiglia o elemento di una vellutata, zuppetta o semplicemente lessato con tanto limone e sale. L’importante è non propinarmelo surgelato perché scatta la violenza inaudita e prendo a ceffoni tutti. Anche chi poverello si trova a passare da lì (speriamo sia un muratore).

Questa pasta nasce dalla semplice esigenza in realtà di accoppiare il cavolfiore viola siciliano a questi piatti, sempre Alessi Caltagirone, in questa meravigliosa nuance rosa pallido (è un blog verità il mio. Idiota e veritiero ad essere precisi).

Semplicemente adorabili non potevano che essere inaugurati proprio con un primo freschissimo al sapore di agrumi e totalmente siculo inside. Così è stato. Purtroppo non sono riuscita a trovare gli anellini siciliani come formato di pasta perché a quel punto si sarebbe raggiunto il top trinacrioso ma anche questi rigatoni alla fine non sono niente male (l’importante è convincersene no?).

Già da un po’ la mia maniacalità si è riversata nell’apparecchiatura;  se prima mi importava più per il fatto (anche se lo negavo perché il subconscio è una brutta bestia da fronteggiare) che poi sarebbe seguito lo scatto fotografico,  adesso proprio nulla di tutto questo mi interessa minimamente.

Il concetto di “farlo per sé e per chi ami” ha preso grazie al cielo il sopravvento in tal senso. E’ un percorso lungo, affascinante, difficile ma che dona frutti insperati e meravigliosi.

Mi dispiaceva sempre un po’ che mi si fissasse per poi chiedermi “devi fare le foto prima di metterci a tavola vero?”. E mi dispiaceva pure tanto che si credesse che in quella perfezione esasperata al limite ci fosse solo la voglia di fermare il tempo e tenerlo lì  immortale ma non soltanto per noi.

Ho sempre avuto sì la fissa della mise en place in generale ma la sfida adesso è proprio migliorarsi solo per me e le pochissime persone che amo. Il tempo è tiranno in tal senso ma spesso la semplicità degli elementi sembra davvero essere l’unico alleato di cui fidarsi.
Quindi bastano pochissime rose dalla nuance pallida e il binomio dei colori tra cibo e l’elemento che lo accoglie per elaborare la semplicità in qualcosa di superbamente barocco.

C’è una luce e un colore diverso nei miei occhi. Un modo di percepire che si sta ancora una volta trasformando e mutando. Se prima ne avevo paura adesso ho quasi premura di conoscere l’ignoto.

Diciamo senza quasi.

Non vi è alcuna ricetta particolare per questi semplicissimi rigatoni serviti con cavolfiori viola sicilianissimi e limoni biologici. La pasta è stata fatta saltare con abbondantissimo succo di limone freschissimo in olio extra vergine d’oliva e serviti con una cruditè di cavolfiori viola lasciati macerare leggermente. Un piatto semplicissimo e leggero. Senza pretese ma fresco e croccante.

Su Kodomoland (si vede che abbiamo cominciato a pieno regime io e i bimbetti di Kodomoland, eh? E ce ne saranno davvero delle belle. O perlomeno ci proveremo. Sonoesaurita) c’è la ricetta dei Brownies al cioccolato semplicissimi che possono realizzare anche i Cuochetti tre stelline piccinipiccinipiccini.

Una dolcetto che dedico al mio nipote dai superpoteri al secolo conosciuto come l’eletto, figlio di quellasantadonnadiBeacheamo (che mi manda in gran segreto video che mi fanno commuovere. E tanto. Ecco. Outingemotivo)

Volevo prepare questi brownies con dell’ottimo pistacchio, ellloso. Ma il fruttivendolodifiducia mi ha detto “dopodopodopodomani porto quelli freschi”.

E rimandiamo. Nell’attesa però:

Per la ricetta di questi Brownies al cioccolato semplicissimi basta cliccare qui >>>>>>>

 

Su Garden Gnome inoltre un acquisto nanoso degno di nota *disse con aria sognante.

La cornice del nano da giardino >>>>>

Inoltre (è la giornata degli aggiornamenti sì) la padellata di scorze di fava (bava alla bocca) di Max che è ospite specialissimo di Instafood con me e Cri.

Per leggere la strepitosa ricetta clicca qui >>>>>

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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