Ricette Vegetariane e Vegane

La Pasta con i cavolfiori e piselli

Niente di più semplice che una pasta fresccccccccccchissima e primaverile adoperando piselli fressccccccchissimi con tanto di baccello fatti saltare con poco olio extra vergine di oliva (aromatizzato! aromatizzatelo! vi prego!) insieme a del cavolfiore sfumando con pochissimo vino frizzante bianco (evviva la punteggiatura inesistente tuttadunfiato!); o altrimenti quello che si ha in casa ma meglio prediligere il bianco con questa preparazione dal sapore primaverilestivo leggerissima perfetta per i vegetariani e i vegani (non dovrebbero essere astemifissaticomeme. Oh ce le ho tutte io! sono insopportabile, sì).

A proposito di astemi e persone poco raccomandabili come me (ancora mi vergogno per aver detto durante il mio incontro con Max “Acqua frizzante, grazie! E’ un giorno speciale!”. Tutti hanno preso acqua guardandomi con occhi a X per non farmi sentir ancor più pazza, ma vabbè) c’è una supersupernovità: Malti da Legare è un gruppo formato da simpaticissimi Amici con la passione per la Birra; quella vera, artiginale, italiana, straniera, aliena, qualsiasi Birra che abbia però come unico denominatori comuni l’artigianalità e la buonissima qualità. Organizzano e partecipano ad eventi e serate in giro per far conoscere i migliori produttori di Birra e gestiscono pure gruppi d’acquisto.

Chi mi conosce anche solo pocopocopoco ben conosce la mia avversione per l’alcool. Pur riconoscendo che non sia normale “rimproverare” il Nippotorinese al secondo bicchiere di birra (quando capita) con la faccina da mammina preoccupata e petulante, rimarrà un po’ perplesso circa il mio entusiasmo (il soggetto per chi se lo stesse chiedendo è: chi mi conosce. Colpo di scena). Aggiungiamo poi il fatto che non mi interessano eventi-sponsorizzazioni-manifestazioni-frizzi e lazzi e che tutto potrei essere tranne che madrina della sagra della birra INSOMMA perché cotanto entusiasmo per Malti da Legare?

Perché mi sono invaghita di loro non sapendo che fossero spacciatori di birra (segue risatina). Destino beffardo. Nel senso che loro non si sono mica presentati sotto mentite spoglie, ma ero io che (ovviamente) rimbambita come al solito non avevo ricollegato le cose. Mi sembrava solo un nick carino e via (a volte il tempo di cliccare su un nick, nonostante la curiosità, non ce l’ho e quindi rimando).

(Ho capito che Pani fosse Pani su Twitter dopo otto giorni. Non perché non conoscessi il suo nome ma perché non aveva il solito Avatar. Ma è una storia di vecchiaia e rincretinaggine la mia che è meglio tralasciare)

Ieri scopro poi che Malti da Legare su Twitter è lo stesso Luca, adorabile creatura, che il più delle volte accoppiava birra ai piatti. Lo dico al Nippotorinese e il suo sguardo cuoricioso commosso che fissa il monitor e dice “uh. Malti da legare”. Faccio due più due (e fa sette no?) e ricollego un po’ il tutto.  A modo mio eh. Il mio neurone, che è poi un nano da giardino anziano travestito da coniglio, registra solo una cosa: amici.

Malti da legare: amici.

E quindi amici miei perdono per il vostro divulgare il verbo della birra e non dell’acqua frizzante ma vi redimerò! Ah no. E quindi amici miei perdono per il vostro divulgare il verbo della birra e verrò da voi in qualche manifestazione con cartelloni  “NO BIRRA! SOLO ACQUA FRIZZANTE” e. Ah no.

Che io sia una psicopatica è cosa risaputa e forzandomi fortemente di essere una persona “normale” appoggio in pieno la divulgazione del buon prodotto soprattutto se fatta da gente simpaticissima (perché lo è davvero), modesta e brillante come il gruppetto pazzo di Malti da Legare capitanato da un Presidente che personalmente stimo per il garbo dimostrato e l’amicizia.

Che no. Non è facile da trovare. Semmai dovessi assaggiare in vita mia una goccina di birra insomma lo farò con i Malti da Legare.

Qual è la novità?

Luca, Presidente di Malti da Legare, molto spesso durante i miei upload su Facebook accostava una birra particolare ai miei piatti. Non sapevo ancora chi fosse e che fosse collegato ai Malti da Legare. Confesso che mi ha colpito sin dal primo accostamento. Non perché capissi alcunchè di birra, chiaramente, ma perché era lampante che tra retrogusti, sapori, sensazioni, emozioni sembrava essere un sommelier. Di quelli che ti dicono di sentire il sughero, l’ala di farfalla e il passaggio di un bruco brasiliano durante la primavera sulla foglie di vite esposta al sole solo nella prima parte della mattinata. Estasiata insomma leggevo degli accostamenti e pensavo che sarebbe stata un’ottima idea.

Quando Luca avrà tempo e voglia senza alcun tipo di impegno consiglierà la birra giusta da accoppiare ed io con grande onore riporterò fedelmente tuttotuttotuttotutto quello che dice.

Ieri vedendo gli gnocchi con il mascarpone e speck ha sentenziato :

“Ed è proprio la cannella a influenzare tantissimo la scelta della birra artigianale da abbinare a questo piatto. Oggi scelgo una birra stagionale, la Zucca del Birrificio Baladin. Ultimamente non trovo eccezionali le birre di Baladin, ma questa l’ho degustata (e giudicata) alla cieca a Rimini per Birra dell’Anno 2012 e devo dire che mi ha piacevolmente colpito. No non sto proprio malissimo, si chiama Zucca perché c’è la zucca tra gli ingredienti, ma c’è anche una bella dose di cannella, ecco eh 😉
E’ una birra dolce e speziata, molto morbida, la spezia è ben presente ma non dà fastidio, nel suo insieme a mio avviso perfetta per abbinare questi fantasticissimi gnocchetti!!”

No . E ora mi si dica come si fa a non adorarlo. COME?

Insomma in alto le mani, applausi e lancio di cuori per Malti da Legare che ufficialmente diventano gli unici e ribadisco GLI UNICI a portare una ventata (minima) di alcool all’interno del Gikitchen.

Così sia.

Per quanto riguarda la pasta ah sì.

La pasta potrà essere di qualsiasi tipo di forma e grandezza per incontrare le due verdurine saltellanti e saporitissime. Ottimo da servire come primo quando il secondo è semplicemente una fettina di seitan lasciata prima macerare nel limone e pepe nero macinato sul momento e poi cotta in una pentola antiaderente fino a quando la crosticina spunta e quell’evviva sotto le labbra pure. Quella sensazione in bocca che ti fa dire “umamma tra poco sarà mio questo bel pezzotto di seitan”.

Ultimamente poi confesso di adoperare molto spesso il succo di limone anche come condimento alternativo nella pasta. Nel senso che quando faccio saltare il carboidrato con le verdurine in padella, allungando chiaramente con l’acqua di cottura come prevede il copione, non manca mai quella spruzzatina sferzante di agrume. Se prima il Nippotorinese storceva un po’ il naso per il contrasto adesso annuisce e dice che sì. Lo convince proprio questa sfumatura agrumata. Del resto sa proprio di estate quel sapore di limonata frizzante e friccicorosa (termine tecnico culinario eh). 

Avevo pensato di amalgamare il tutto con un velocissimo pesto di fave improvvisato con un po’ di pinoli e parmigiano reggiano (via con il frullatore ad immersione e voilà: fatto) solo che poi in freezer non ne erano rimaste neanche un po’ e di fresche neanche l’ombra e ho dovuto rimandare la prova. Le fave insieme con i piselli, sarà che sono cugine, sono proprio una garanzia ma non sapevo se lo stesso si poteva dire con l’introduzione del cavolfiore. E insomma resta assolutamente da provare questa versione mantecata col pesto (per una versione totalmente vegana al posto del parmigiano grattugiato si può sempre pensare di adoperare qualche pezzotto di formaggio con latte di riso o perché no del buonissimo tofu freschissimo cremoso. Slurp acquolina in bocca mode on).

Doveva essere un luuuuuuuuuuuuuungo ponte rinchiusi in un albergosparesortnonlosannomancoloro. Crogiolandosi tra finte palme e lasciandosi coccolare da massaggi. Solo che poi io non sarei stata sotto le palme perché mi piacciono ma solo in foto e non mi espongo al sole e non in ultimo non mi faccio massaggiare.

Avremmo potuto sfondarci di grigliata di pesce in riva al mare bevendo vino frizzantino e ruttando tutto il pomeriggio ma ahimè non mangio pesce, non bevo vino e sarà per questo che non faccio il ruttino. E avremmo avremmo.

Ma il Nippotorinese ovviamente, che è risaputo essere molto puntuale, non ha fatto in tempo a prenotare ed è tutto meravigliosamente strapieno (“ah signora mia, ma dov’è questa crisi?”) e insomma salta tutto alla prossima settimana quando fuggiremo non tanto per un week end d’amore quanto per una fuga vera e propria all’insegna delle 48 ore di puro relax.

In questo pontechenonèponte qualche giretto per cominciare degnamente L’Ice Cream Tour che come ogni anno mi vede (purtroppopervoi) protagonista e foto. Disegni. E ticchettii in macchina. Perché mi piace mmmmmmmmmmmoltissimo ticchettare in macchina. Mi si atrofizza la parte sinistra del collo per l’aria condizionata e posso lamentarmi con il Nippotorinese che non sa evitare le buche e non procede alla velocità di crociera che io ho stabilito.

Di nostra conoscenza solo bestiabionda ha avuto “il piacere” di vedermi in macchina mentre parlo di “ciospi, chioschi” e mi lamento per il sole. Max è stato fortunatissimo perché ha toccato con mano le mie doti guidarole. Chiunque volesse farsi un giro con me mandi un’email che vi passo a prendere ^_^

A tal proposito mi è venuta voglia di rileggere l’incontro scritto a quattro mani con Max. E per chi se lo fosse perso basta cliccare qui >>>

Che sia uno splendido uikend ricco di grigliate di pesce, ruttini e palme. Perché in fondo vorrei che fosse così anche per me. Ma com’è quella storia? Nienteniente è impossibile. Basta saper aspettare.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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