Latte di riso, fragole, banana
Però ecco forse in qualche modo sto riuscendo a somministrarmela, visto che il potassio mica fa poi così male. Camuffata, nascosta e celata con il latte di riso, tanto ghiaccio e fragole, questo frutto che aborro come il colore il verde e giallo (sarà mica un caso? Roba da farci un puntatone di Mistero) riesco a ingurgitarla. Il rito dello smoothie fa ormai parte di me e al mattino piuttosto che perdere tempo a infilarmi a forza roba che proprio non mi va, vado di smoothie e via. Acchiappo il bicchierozzo del frullatore ad immersione e dopo aver messo tanto ghiaccio, latte di riso-kamut-blablabla-soia-qualsiasi nel caso in cui non foste intolleranti, si va di velocità tre con tanta frutta freschissima e pulita. Se leggermente ghiacciata non altera la consistenza. Non eccessivamente a meno che non si voglia fare uno Smoothie granitina version. Basta mettere la frutta anche solo quindici-venti minuti prima della preparazione. Il tempo che passo l’antirughe, insomma.
Antirughe? chi ha detto antirughe?
Qualche volta aggiungo dei pezzotti di frutta in una versione “mangia e bevi” mentre altre volte mi piace sgargarozzarlo (termine di cui abusa il Nippotorinese e di cui sono invaghita) così: nudo e crudo. Una sana abitudine che ringraziando il cielo non dimentico ma alimento. Una delle pochissime cose per cui autocomplimentarmi riguardante il cibo. Lo smoothie mi fa essere puntuale, fiscale e per brevi ma intensi momenti mi fa provare la sensazione di coccolarmi e volermi bene mediante. Beh sì.
Mediante il nemico.
E allora non è che ti bevi anche tu uno smoothie e ti vuoi bene un po’?