Ricette Vegetariane e Vegane

Esperimenti di Pancake con il Cous Cous

Di quelle ricette che sanno di avanzo, gioco, ricerca, invenzione. Di quelle che dici “ma come l’hai fatta?” e la risposta è professionale:

“Boooohhh”.

Il fatto è che ho messo da parte un po’ di cous cous perché dovevo preparare tutt’altro e mi sono ritrovata a immaginarlo in maniera diversa da come poteva essere il classico cous cous proposto in diversi modi anche qui (anzi ne parlavo giusto qualche giorno fa nel pomodoro imbottito di cous cous, giusto?).

E allora mi sono detta, non facendo neanche chissà quale scoperta, che in fondo il cous cous è un po’ come il riso e la soia che fanno da base a tutta una linea di creazione infinita (come il mais a dirla tutta) e che poteva a diritto entrare in quella categoria di: inizio.

Un po’ come il big bang quando tutto si genera e nasce. Con la soia ci puoi fare gli spaghetti e pure la pizza. Con il riso ci puoi fare il latte e pure il gelato. Con il mais ci puoi fare i maccheroni e pure la farina per il pane e insomma con il cous cous ci potrò pure fare un pancake no?

E perché non un pancake salato?

E allora zittazitta quattaquatta ho raccolto il cous cous in una ciotolina e senza pensarci ho proceduto “a occhio” con l’infallibile tecnica della casalinga disperata “butta dentro, non pensarci e che ilcielocelamandibuona”. Ne ho provato una piccolissima dose giusto per capire il funzionamento. Il burro, il latte, lo zucchero e le uova sono alla base della preparazione del pancake. Eliminato lo zucchero naturalmente ho aggiunto al cous cous un pochino di latte intero freddo di frigo. Poi un uovo (non ho pesato furbamente il cous cous ma era una ciotolina non troppo grande. Per intenderci all’incirca tipo quelle in cui viene servita la zuppa di miso. Ditemi che sono stata precisa o piango adesso subito), un po’ di sale e giusto pochissimo burro ma davvero poco. Perché in un primo momento volevo aggiungere l’olio extra vergine d’oliva ma poi l’ho scordato.
E poi sempre in una noce piccola di burro fatta riscaldare in una padella antiaderente ho messo lì questa polpettina spiaccicata a mo’ di pancake. L’impasto era molto corposo naturalmente per la presenza del cous cous e non liquido ma compatto come dovrebbe essere il cupcake. Insomma alla fine non era chissà quale invenzione o preparazione. Chi non ha sbattuto sulla padella una frittatadipasta, frittatadirisodiavanzo, frittatadivicinodicasachehaparcheggiatoneltuoposto e cosi’ via?!

Poi per far finta che fosse una cosa da gran gourmet ho arrotolato l’unica fetta di bresaola quasi secca che stava nel frigo. Visivamente sembra tutto un idillio ma al momento qui è disperazione assoluta.

Frigo vuoto, dispensa che piange, prodotti cosmetici di bellezza (sefaperdì) finiti e io giusto ieri ho lavato i capelli con il detersivo in polvere della lavatrice mentre il nippo sputazza dentifricio in compresse della Lush.

Troppi impegni di lavoro. Appuntamenti (che saltano). E non si ha il tempo di fare la lista della spesa. Arrivare lì e fissare gli scaffali con la paura di incontrare chi non vuoi incontrare (ma solo io al supermercato incontro TUTTI quelli che NON voglio incontrare? Ne parliamo due minuti per favore? Succede anche a voi?) è una perdita di tempo eventuale che mi terrorizza e allora.

E allora alla fine i capelli sembrano molto più voluminosi. Perché non approfittarne?

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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