Ricette Vegetariane e Vegane

Sagra del Fungo a Pedara? Ebbene sì.

Non sono da Sagra. E’ inutile quindi girarci intorno e accampare ridicole scuse. Sono claustrofobica, maniacalmente salutista, igienista, critica e rompiscatole. Io sto alla sagra come Anna Dello Russo sta a Coco Chanel. Però per la Sagra del Fungo ho fatto un’eccezione. Esclusivamente perché cucinava lo Chef Giuseppe Borzì, proprietario della Tana del Lupo- a Pedara, che oltre ad essersi occupato del  rinfresco per il ricevimento a seguito della Prima (ed ancora unica) Presentazione del mio libro, è un rinomato Cuoco siciliano.

Ha fatto da Spalla a Domenico Privitera, cultore della cucina vegetariana e salutista proprietario di Pane, Olio e Sale. Dei due locali  parlerò in separata sede; sta di fatto che la Tana del Lupo è diventata tana davvero ed io che non ho mai voglia di mangiar fuori perché mi sento estromessa, riesco a trovar lì un rifugio come fosse casa. E protezione.   Giuseppe Borzì e Domenico Privitera erano invitati alla Sagra del Fungo per realizzare un risotto davvero speciale. Uno show cooking improvvisato in mezzo all’expo ( non troppo organizzato bene ma la simpatia di Borzì e Privitera ha prevalso) tra luci che saltavano e piani ad induzione che impazzivano , che definirei simpatica in definitiva. Il tutto sotto gli occhi di Carlo Ottaviano, direttore editoriale in carica del Gambero Rosso. 

Il manipolatore di cibo, Domenico Privitera, che ama essere così definito piuttosto che Chef ha realizzato con l’ausilio dell’altro trasformista del cibo Giuseppe Borzì  un risotto molto particolare nella sua incontestabile semplicità. Ha difatti mantecato con un burro ( preparato da lui, neanche a dirlo) montato con qualche goccia di Brandy e sale e consigliato vivamente a noi tutti i presenti di non legare mai il riso con il fungo.

Nel senso che il Fungo va servito sopra. Croccante. Ci penserà poi il nostro palato e gusto  a fare il resto. E l’idea mi è piaciuta moltissimo. Quella della slegatura dei due elementi principi e in più la freschezza del finocchietto selvatico dell’Etna crudo. Mai cotto.

Inaspettato e sorprendente.

Avendo l’immensa fortuna di essere amica del grande Borzì e di avere inoltre avuto poi la possibilità di parlare con Domenico Privitera privatamente mi sa tanto che .

Presto ci saranno risvolti a dir poco interessanti. 





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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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