Comincio con il ringraziare pubblicamente il Magazine Colori Vivaci che inaspettatamente mi dedica un articolo lusinghiero . Se ti fa piacere leggerlo devi solo cliccare qui.
E stasera comincia Masterchef, ollalllà. Confesso che ne sono felice e ho atteso. Un po’ come sta accadendo per la nuova edizione del Grande Fratello il prossimo Gennaio. Se non fosse presa a fuoco la casa, intendo; essendo lo specchio della società volevo proprio vedere come siamo attualmente “ridotti”. La messa in onda del programma pare sia compromessa ( e ha preso fuoco pure la regia. Fortuna non ci sono stati feriti) e la disperazione si è definitivamente impossessata di me. Già mi vedevo con i neuroni in caduta libera sotto il plaid mentre spalancavo la bocca e facevo commenti da anziana donna alla vista di due che si baciano dopo solo nove ore di conoscenza (anche se credo che in nove ore accada molto PEGGIO). Fatto sta che di questo dramma personale ne parlerei poi. Adesso gaudio e giubilo per la nuova edizione di Master Chef Italia. E dopo essermi propinata per endovena l’edizione inglese, americana e australiana è la volta della terza nel Bel Paese che dovrebbe ( in teoria) essere la rappresentazione massima della cucina ( ma la versione Francese esiste? Perché questo dilemma mi tormenta). Ho avuto modo di dire la mia (senza che nessuno stesse aspettando di sentirla, tra l’altro) su quello che ho pensato riguardo la vincitrice di Masterchef lo scorso anno ( e l’ho fatto qui. Andandoci giù non troppo leggerina. Forse ero un tantino esaurita, sì). Poi avendo avuto l’opportunità ( che non volevo ma il destino è beffardo) di vederla dal vivo al Salone del Libro di Torino lo scorso maggio non mi ero affatto ricreduta ma anzi.
)Rincaro ancoridpiù la dose? no. Non ho tempo. Devo sistemarmi le sopracciglia e tagliarmi i capelli da sola. Voglio essere trascurata al punto giusto).
Con fermezza avevo non solo confermato quello che pensavo ma rincarato la dose ( e allora non è che fossi esaurita io, era proprio antipaticadamorireedaprendereaceffoni lei)
Fatto sta che io quest’anno Masterchef me lo voglio proprio guardare tuttotuttotuttotuttotutto. Ma proprio prendere appunti, rifare ricette, cominciare una rubrica dedicata, fondare un fan club che possa riunire tutteledonzelleitaliane ed andare da Cracco ( per fargli una mega pernacchia dal vivo, intendo) e. E tantetantetante cose, insomma. Già mi vedo con Ale e Cri in imessage sotto il piumone che inveiamo contro la cottura del prosciutto glassato con il miele e le spezie e ci stupiamo della creme brulèe fatta ad opera d’arte. Già proprio mi vedo a inveire contro la maleducazione dell’ammerigggano appassionato di vino che canta con la chitarrina ( è così dolce quando non fa il giudice e canta con la chitarrina e il cappello. Ispira meno violenza). Già proprio mi vedo mentre sputo la tisana alla banana e al caramello quando vincerà il personaggio e non il cuoco vero come è accaduto lo scorso anno. Insomma io già mi vedo ( e per certi versi non è proprio una bella cosa).
Questa ricetta l’avevo fatta nei giorni in cui la Sardegna ha purtroppo perso moltissimo. In termini di affetto. E cuore. Quando la regina dei mari ( perché d’accordo che sono siciliana ma . Ma chapeau al mar di Sardegna) ha pianto così tanto da straripare alzando onde di dolore devastante. E’ stato automatico tirare fuori la tovaglietta che Cri e Ale mi hanno regalato e il bellissimo servizio che mi hanno portato il 12 Ottobre in occasione della mia prima e unica presentazione del libro. Amo il bianco e i decori. La purezza e la rotondità come la complessità di certi amori e amicizie. E amo allo stesso modo abbinare dei dolcetti semplici che tutti possono e sanno fare senza demoralizzarsi ( fermo restando che niente è difficile. Lo è solo se lo vuoi). Questo mattoncino delizioso al cioccolato è di Donna Hay e l’ho scovato nella bibbia cioccolatosa che amo. Donna Hay, porella ( detto con estremo affetto), è in assoluto una delle foodie (figo no?) più scopiazzate senza che mai ne vada a lei il merito. Certo è che anche lei lo avrà fatto, certo. Ma su Donnina nostra c’è questa regola tacita e quasi generale di non venir mai nominata. Quando si tratta di biscotti soprattutto e intrugli dolciosi in cui è maestra. A me piace nominarla proprio per questo. Mettere la sua firma anche quando il dolce è talmente semplice che potrei avere un attacco isterico di onnipotenza e chiamarla:
la mia ricetta del mattoncino con i biscotti secchi.
Solo che io non mi faccio forza sul lavoro degli altri ma sul mio. E non infango la mia personalità prendendo meriti che non ho. E’ questa la forza.
La forza travolgente di un’amicizia che non conosce confini. Quella di guardare qualcosa in televisione nonostante si sia a chilometri di distanza e percepire il calore e il sorriso dell’altra. Quella di non dimenticare mai quello che è accaduto e che questo Natale molte persone in Sardegna non spacchettarenno il regalo. Non avranno un tetto. Non avranno una persona amata accanto se non sotto metri di terra, fiori e lacrime.
La forza è ricordare, essere e combattere. E mai dimenticarsi. Quello che si è. E si vuole essere. Quello che non si è. E non si può essere. E soprattutto quello che si ha. E non è mai scontato.
A tal proposito sono rimasta ESTERREFATTA lo scorso giorno su Facebook quando (generalmente sui social taccio. Mi “sfogo” solo qui. A casa. In cucina tra caffè, abbracci e dolcetti) preoccupata e delirante ho raccontato di una risposta di papà e del suo intervento per proseguire le cure. Il sostegno, le parole e gli abbracci di voi tutti. Da qualsiasi parte dell’Italia ( e dal mondo su instagram) mi sento così tanto coccolata, compresa, rassicurata, amata che.
Che. E’ solo grazie a tutto questo che sopravvivo al dolore. Io voglio essere una vincente proprio come mio papà. Non arriverò mai ai livelli tureschi ma. L’impegno prima di tutto.
Per Natale questo mattoncino tornerà utile anche per riciclare tutto il cioccolato che si riceve in dono. A patto che non sia quello che ti regala Nicol . Quello va tenuto stretto al cuore con il Minion-elmetto combattente che non mi abbandona mai. Cioccolato al 100% come proprio le trame del cacao ( ma del cioccolato di Nicol ne parlerò ben presto).
C’è un risvolto personale dietro ” le luci ” dei pixel che non è immaginabile. Sono letteralmente sommersa da pacchi, lettere, buste, doni, abbracci. E’ tutto talmente magico e coraggioso che al mostro non si può che ridergli in faccia.
Stasera tutti a vedere Master Chef? Organizziamo Mega Chattate comuni per spettegolare insieme? E soprattutto perché lo dico sempre e poi non lo faccia mai? *disse picchiandosi con il mattarello
( io non ce la faccio a scrivere matterello. So che è matterello. Ma io NONCELAFACCIO. Mi piace solo mattarello)
(è difficile scrivere mentre il muratore canterino canta gingolbellgingoloduuuuei. Noncelastofacendo)
La Ricetta
E insomma Donna Hay ( parte il coro: porelllaaaaaaaaaaaaaa) grazie per questa ricetta.
Per una tortiera di circa 18 centimetri piuttosto altina
80 ml di panna liquida, 450 grammi di cioccolato fondente a pezzi, 125 grammi di burro , 250 grammi di biscotti secchi a pezzi e cacao per spolverare la superficie. Amaro, si intende.
Fondi il cioccolato con la panna e il burro in una casseruola a fuoco basso altrimenti infila nel microonde ma non fare cuocere. Ottieni un impasto liscio e setoso. Metti i biscotti in un recipiente e versaci due terzi del composto con il cioccolato e mescola per bene. Versa in uno stampo ( meglio se rettangolare ma a piaceva tondo) foderato di carta da forno se non adoper i il silicone. Versa poi il resto del cioccolato e dai dei colpetti allo stampo per eliminare le bolle d’aria e poi infila in frigo per almeno quattro ore così solidifica. Spolvera con il cacao amaro in polvere prima di servire e poi taglia.