Il sedano pare essere la panacea per tutti i mali e per tutte le disparate situazioni. Basta fare un giro per il web o tra le pagine salutistiche di libri/riviste/enciclopedie che sprizzano verdure da tutti i font, per comprendere sin da subito che si tratta di un amico fidato. Di quelli che devi incontrare lungo il corso della vita più e più volte. E’ un inno al sedano quest’oggi. Adoperato non solo in cucina ma anche e soprattutto in erboristeria (e in cosmesi), è un ortaggio che stupisce visto il suo stakanovismo; difatti svolge il suo lavoro in maniera maniacale ed eccelsa. Cura addirittura le ferite pur riuscendo a essere un eccitante dei sensi e quindi afrodisiaco (ora io sulla storia dell’afrodisiaco vorrei dissentire su tutti i fronti e capire esattamente cosa significhi questo termine abusato e ridicolo. Ma la prossima volta, va).
Chi come me ha passato la vita a fare diete (controllate o meno) sa quanto può tornare utile. Ipocalorico (20 calorie per 100 grammi) e ricco di acqua (quasi il 90 per cento) contiene ferro e potassio e pure una bella botta di vitamine che non fa mai male (soprattutto le antiossidanti). Diuretico e digestivo, è anche un aiuto contro i reumatismi. Passa dall’essere protagonista in cucina come base per il soffritto a “infermiere” per l’insufficienza epatica. C’è da chiedersi, ragionando un minimo, perché non abbiamo ognuno un piccolo trofeo a forma di sedano placcato in oro sul comodino con la targhetta:
“Grazie amico mio. Di esistere”.
Non sono sempre stata una fan del sedano (al contrario di mia mamma). Confesso che a me è sempre piaciuto moltissimo nell’insalata di pomodoro. Vita precedente e attuale, intendo (la mia passione per i pomodori è difatti rimasta invariata). Al contrario sono una fan sfegatata del finocchio. Da sempre. E allora quando ero a dieta a dieci anni e rantolavo per gli spasmi della fame? Finocchio. A quindici anni? Finocchio. A vent’anni? Finocchio. A trent’anni? Rantolo e basta perché non lo digerisco e ho crampi con il finocchio. Con il sedano no. In pratica ha preso lentamente il posto del mio amato finocchio che forse rimarrà presente sotto forma di vellutata, bollito e frullato. Solo così ho meno dolori ma anche lì.
Ultimamente poi, complice il Bloody Mary di ieri guarda un po’, con la storia che lo inzuppo e lo mangiucchio. Che lo sgranocchio quando sono nervosa e ho voglia di correre dal tabaccaio e comprarmi un bel pacco di Marlboro Lights 100’s (NON L’HO DETTO IO). Agguanto con violenza un pezzo di sedano e via. In formato centrifugato poi l’idillio. In abbinato con il cetriolo? Perfetto.
Basta unire una goccia di agrume a caso (ho provato pure con il mandarino verde ma non mi convince quanto con il limone; ma da domani SOLO ARANCE AIRC ! ) e decidere se berlo così naturalmente senza alcun tipo di spezia che possa essere anche semplicemente sale e pepe. Buono: sempre.
Sul cetriolo, manco a dirlo (ma lo diciamo lo stesso?), poi ce ne sarebbero ancora e ancora e ancora cose da scrivere; perché cugino del sedano e composto principalmente di acqua è un valido aiuto durante un regime calorico controllato. Vagonate e Api Piaggio strapiene di sedano e cetriolo grazie! Mamma è letteralmente fissata per questo ortaggio. Mi ricordo sin da bambina che ne mangiava una quantità industriale e vergognosa (insieme a barbarbietole e finocchio). Non me ne capacitavo perché pensavo che si infliggesse una tortura gratuita. Non ho mai amato il cetriolo particolarmente (escludendo i cetriolini sottaceto che AMO visceralmente; non però quelli piccoli comuni da supermercato ma quelli di una marca teteschen che a volte si trova al Lidl, belli grandotti e succosi. Mi va in pappa per il cervello e ne mangio tantissimi! A Torino poi alla Deutsche Vita ne vendono una quantità e una qualità pazzesca. Faccio sempre incetta. Della Deutsche Vita ho parlato qui).
Sui cetrioli toccherebbe fare un capitolo a parte. Quando avevo tredici anni non ricordo in che film (sono sicura che “Scelta d’amore” con Julia Roberts mi abbia convinto a mettere sui capelli la maionese, scena epica tra l’altro, mentre non ricordo se sia stata la Roberts o la Pfeiffer ad avere i cetrioli sugli occhi. Uhm. I favolosi Baker? Non so. Devo controllare) ho visto questa abitudine di metter sugli occhi i cetrioli (forse era La morte ti fa bella? Uhm. No. Lì avevo sedici-diciassette anni mi sa). Me ne sono convinta. E’ diventata abitudine. Nel tempo confesso permane. Depurativi e rinfrescanti, contengono una gran bella gamma di vitamine e proprio come il sedano aiutano il transito renale. Debellano i vermi intestinali come abili cavalieri e aiutano l’organismo ad assimilare le proteine disintossicando l’intestino. Il cetriolo infatti è un ottimo pulitore intestinale e se ingerito (senza buccia come dice sempre il mio amore Alessandra!) la sera aiuta tutto il deflusso giornaliero. Sgonfiano le occhiaie, sono ottime maschere purificanti per il viso (con l’aggiunta di olio extra vergine d’oliva e succo di limone) e aiutano i nostri reni e il nostro stomaco. Possiamo non amarli? Non in ultimo in insalata con tanto limone e zucchine crude tagliate sottilissimamente (guarda qui) diventano un pranzo detox leggero buonissimo (anche con l’avocado! anche con l’avocado sono buonissimi!).
(perfetti per il Sushi vegano? E diciamolo)
Due veri e propri medicinali gustosi naturali. Saporiti, preziosi e gustosi. Privarsene significherebbe non curarsi di sé. E invece questo dovrebbe essere in assoluto il compito primario di ognuno di noi.
Cin cin. Buon Drink salutare a tutti! L’alcolico lasciamolo ai deboli (sì è una provocazione, dai. Non fare quella faccia).
( e comunque lo penso sul serio. Tiè)
(sono molto simpatica, sì)