Ricette Vegetariane e Vegane

Banane essiccate (con quinoa soffiata, yogurt di soia, cacao amaro e cannella)

Poche ore fa vaneggiavo circa la scoperta (con leggerissimo ritardo) dell’essiccatore mostrando tronfia,  come una bimba che recita la poesia del Natale sulla sedia (mai fatto, inciso), le carote. Pur non essendo mai stata un’appassionata di questo frutto ultimamente la mia totale idiosincrasia si è trasformata in qualcosa che rientra nel parametro “accettazione mista a rassegnazione”. Non è poi così malaccio come ho sostenuto una vita intera. Certo non è la cosa più buona in giro e se non acerba e dura ai limiti del verdastro diventa quasi inconcepibile anche solo pensare di assaggiarla ma.

La banana essiccata soprattutto in connubio con i cereali e lo yogurt (di qualsiasi natura esso sia) ha un suo gigantesco-abnorme-scoppiettante: perché (anche salata, ma faccio parte della fazione “con il sale è buono pure un mammut putrefatto” ergo non faccio testo, suppongo).

Papà mi diceva sempre di mangiarne una prima di cominciare la corsa. Io, che volevo a tutti i costi disperatamente emularlo pure nelle sciocchezze come questa, mi costringevo con naso tappato e faccia da duenne schifata che deve buttar giù un cucchiaio di lenticchie (ah, beata incoscienza!) e pian piano mi sono quasi convertita (ma proprio quasi). Il fatto che papà non mi possa vedere (ma mi vede, dai. Lo so) buttar giù pacchetti di banane essiccate senza il broncio ma anzi mediamente allegra e soddisfatta, mi rattrista. Poi penso che mi rattristo per qualsiasi cosa e che potrei pure piangere adesso e finire il 31 Dicembre, per le feste-albero-blablabla, e ricominciare fino all’anno successivo, e. E niente. Mi piace pensare che sto seguendo un suo consiglio. In definitiva volevo davvero solo dire questo.

Occorrono sei ore per ottenere delle banane essiccate perfette. Se rimangono umidicce tendono naturalmente a non conservarsi bene e a lungo ed è per questo molto importante seguire le istruzioni che vengono fornite con l’apparecchio.

Le ho fatte essiccare nei cestelli per sei ore precise la prima volta e son venute mediatamente croccanti. E’ bastata una mezzoretta in più per ottenere delle chips perfette e da lì mi sono regolata cominciando a impacchettare e impilare confezioni di banane essiccate pronte all’uso per colazioni o pranzi ricchi e salutari ma leggeri; perché diciamocelo io al mattino pecco sempre un po’ e non ho voglia-tempo-masoprattuttovogliadai di star lì a preparare. E’ già tanto se riesco a buttare giù un caffè (un litro) e star dietro tutto (o tentarci) fino all’una. Pranzare come fosse colazione (colazionare lo coniamo o esiste già?) è una delle cose (sbagliate) che più mi piace fare. Infilare una pallina di gelato in mezzo allo yogurt di soia, ai cereali e alle banane essiccate è davvero uno sfizio goloso e salutare che almeno due volte a settimana va fatto (facciamo quattro?). Le banane essiccate puoi anche aromatizzarle con la cannella e/o con il cacao, a tuo gusto, chiudendole in un sacchetto quando sono ancora calde e scuotendole un po’ con le spezie (pure con lo zucchero, se vuoi) in modo che si attacchino per bene alla superficie e permangano poi per il resto del tempo (dopo l’operazione “cospargi spezia” però tirale fuori dal sacchetto e falle respirare altrimenti si fa un bel patatrac).

E insomma la serie dell’essiccazione è appena cominciata e non nascondo che per Natale l’aggeggio potrebbe tornarmi davvero molto utile. Pensate quanto sarebbe bello donare pacchetti di bontà con preziosi confezionamenti? Colazioni d’amore. Snack salutari e molto altro. Sono sicura che come tutti i Regali Golosi natalizi un gesto di questo non passerà affatto inosservato.


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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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