Ricette Vegetariane e Vegane

Tigelle/Crescentine – Impasto Base

Per 4-6 persone:

  • 1 kg di farina di tipo 0
  • 50 grammi di strutto
  • 25 grammi di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaio raso di zucchero
  • 1 bicchiere di acqua
  • 1 bicchiere di latte intero
  • sale

Forma una fontana di farina e al centro versaci il latte tiepido. Sbriciola il lievito dentro il latte e poi unisci lo zucchero, lo strutto e il sale. Impasta per bene (se possiedi la planetaria lavora almeno 10 minuti mentre se fai a mano almeno 15-20 minuti). Una volta ottenuta una pasta liscia e morbida avvolgila nella pellicola trasparente e ancora una volta con un panno-canovaccio inumidito. Lascia lievitare almeno tre ore. Dividi l’impasto in 10-12 panetti cercando di arrotondarli il più possibile. Lasciali lievitare un altro quarto d’ora. Scalda una padella antiaderente e quando è rovente metti le tigelle una a una cuocendo a fuoco bassissimo per 12-15 minuti, girandole spesso in modo che la cottura sia uniforme da ambo le parti.

Le crescentine (crescentina, crescenti) sono un pane caratteristico dell’appennino modenese, conosciute anche con il nome di Tigelle. Preparate nel territorio modenese, bolognese e reggiano vengono chiamate in diversi modi a seconda della zona. E comunque dubito che adesso debba venire una sicula pazza a sproloquiare al riguardo; sono talmente straconosciute, idolatrate e amate che certamente non occorro io. Solo che non le avevo mai provate e mi ero ripromessa di farlo. Solo che ne ero sinceramente curiosa e volevo mettermi alla prova. Solo che poi dovevo fare anche una ricettina sfiziosa che vedrai su RunLovers e bon. Le ho fatte per la prima volta con la ricetta di un’amica. Il risultato è molto piaciuto e nonostante non dovessi far foto all’impasto base visto il successo le ho sottratte mentre tutti si avventavano e: Click.

Le abbinerò in maniera inconsueta (equandomaimaledettanonmettercilealghe!), soprattutto con pesce e frutta. Mamma continua a dirmi che le fragole vanno nella macedonia, con la panna e sopra le torte e non con il salmone, gli scampi e in coulisse con l’aragosta. La guardo sempre e le dico: Ma mamma è la cucina moderna!

E quando mi risponde: “E allora perché non te la mangi tu, figlia mia?” .

Mi ritrovo sempre basita e attonita (detesto darle ragione ma non diciamolo ad alta voce perché la Signora Guardo ci legge. E ride di sua figlia, chiaramente).

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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