Ricette Vegetariane e Vegane

Come avere un terrazzo artistico: Frida in a pot

Mi avevano un po’ stufato i soliti vasi e allora un pomeriggio -di ferie- senza sapere esattamente cosa stessi facendo ho realizzato Sally e Jack. Pubblicando la foto su instagram mi sono resa conto, grazie ai commenti iper carini ed entusiasti che forse un’idea tanto cretina non era. O forse sì ma l’entusiasmo da “settimana di ferragosto” aveva colpito me e le adorabili creature stoiche che mi seguono e fanno compagnia. La frittata insomma era stata fatta. Allora ci ho preso un po’ la mano (leggi: da brava psicotica compulsiva) e ho fatto diverse prove. Questa è la prima Frida che ho realizzato (anche se ne sono susseguita altre che francamente preferisco) e filmato. Allo stato attuale delle cose ho la casa sommersa di vasi con facce. Progetto viva con la mia amata Ombrella. Ho mamma che ne vuole solo venti. Amici, parenti e mail con richieste di informazioni riguardo un’eventuale vendita. Che dire se non? Lusingata. Fosse per me altro che vendita! Starei a disegnare vasi notte e giorno e verrei a consegnarveli a casa, anche solo per ringraziare della compagnia, supporto e incoraggiamento. Perché non è mai scontato, dovuto e soprattutto ha sempre quel sapore di inaspettato. E non vorrei mai che questo cambiasse dentro me. Mai.

Insomma con un vasetto, degli acrilici, qualche piantina e fantasia senza limiti di questa tipologia vasosa (mi piace troppa. Ripeti con me VA-SO-SA) si può davvero creare un angolo -giardino, terrazzo, balcone, finestra, qualsiasicosaqualsiasi, magico. La scusa del “non so disegnare” mi spiace non regge. Ho provato a farne uno con semplicissimi pois. Una tempesta di pois. Oltre a svolgere un’azione anti stress di tutto rispetto il risultato è spettacolare. Non aggiungo oltre perché mi sa che tra Halloween, Autunno e Natale di questi vasi se ne avrà a noia.

Sì, sto già pensando a Halloween. Altrimenti come sopravviverei alla fine dell’Estate CHE ODIO. Perché io la odio dall’inizio. Alla fine. Mi piace fare le cose per bene.

Mi raccomando se cominci anche tu in preda ad un raptus a far vasi come me: #gikitchen #maghettastreghetta su tutti i social oppure commenti del tipo “cretina li ho fatti e ti ho taggato 2313123 volte ma sei la solita!!!”. Prima o poi me ne accorgo. Mi faresti felice se potessi vedere la tua opera e soprattutto fare la tua conoscenza.

Frida in a pot! Ricomincio da dei fiori in testa.

 

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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