Ricette Vegetariane e Vegane

Caponata? Sempre e comunque. E per sempre


Da brava sicula invasata della caponata ho parlato infinite volte e trovi anche la Videoricetta e una versione con cous cous; che ti invito a provare perché stupisce sempre. Con la caponata, oltre a preparare deliziosi vasetti da conservare nel tempo per bruschette e contorni di ogni tipo che stupiscono sempre, puoi anche fare un vero e proprio “pesto” per condire la pasta. Passala sì, ma lasciane qualche pezzetto, e avrai un primo indimenticabile. Sulla presenza o meno della patata se ne è disquisito a lungo. In alcune parti della Sicilia viene messa  ma nelle diverse ricette antiche che ho letto -soprattutto su Profumi di Sicilia/Bibbia della Cucina Siciliana- di questo meraviglioso tubero neanche l’ombra. Di fatto però anche con la presenza della patata è buonissima.

Quella che ti propongo oggi è una versione classica che comprende l’utilizzo di capperi, pinoli e olive verdi che devono essere quelle belle grandi con il nocciolo che trovi molto spesso nel banco del salumiere e non quelle in barattolo. Quelle della giardiniera per intenderci, ma fresca. La friggo in olio extra vergine di oliva e mi preoccupo sempre di fare asciugare le verdure sì su carta assorbente ma mettendola in uno scolapasta; alloggiato all’interno di un recipiente in modo che l’olio non solo venga assorbito ma scoli letteralmente.

I Segreti della Caponata

I segreti sono fondamentalmente due: friggere le verdure separatamente e preoccuparsi di eseguire una frittura a regola d’arte con conseguente asciugatura. Se fatta distrattamente o svogliatamente la caponata potrebbe risultare un ammasso olioso pesantissimo. Per quanto riguarda il gusto agrodolce che ne è la caratteristica primaria: assaggia. Dipende sempre dalle verdure che hai scelto e dalla salsa. Ci sono diversi fattori che non vanno sottovalutati. Solo assaggiandola potrai regolarti e ottenere una caponata a regola d’arte.

Ricetta in Scheda

E questa è la scheda della caponata che sono felice si vada ad aggiungere a tutte le altre. Schede che continuano a riscuotere grandi consensi, con mia somma gioia. Ve ne sono grata. Sono felicissima che piacciano e che ci siano già tantissime di voi munite di quaderni/raccoglitori e cartelle su Dropbox pronte all’occorrenza.

Un bacio grandissimo e che sia una settimana meravigliosa.

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Iaia
Iaia
Grazia Giulia Guardo, ma iaia è più semplice, è nata il 12 12 alle 12. Il suo nome e cognome è formato da 12 lettere ed è la dodicesima nipote. Per quanto incredibile possa sembrare è proprio così. Sicula -di Catania- vive guardando l’Etna fumante e le onde del mare. Per passione disegna, scrive, fotografa, cucina e crea mondi sorseggiando il tè. Per lavoro invece fa l’imprenditrice. Digitale? No. Vende luce, costruisce e distrugge. Ha scritto un libro per Mondadori, articoli per riviste e testate e delira pure su Runlovers, la comunità di Running più famosa d’Italia; perché quando riesce nel tempo libero ama fare pure 12 chilometri. Ha una sua rivista di Cucina, Mag-azine, che è diventato un free press online. È mamma di Koi e Kiki, un labrador color sole e uno color buio, mangia veg da vent’anni, appassionata di cinema orientale e horror trascorre la sua giornata rincorrendo il tempo e moltiplicandolo.

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